D. Gianni Mazzali SDB "IL TEMPO : DONO DI DIO"

21 gennaio 2018   - 3a Domenica - Tempo Ordinario B  |  Letture - Omelie
IL TEMPO : DONO DI DIO

In effetti si può correre un serio rischio quando da protagonisti ci si sofferma a riflettere sul proprio
tempo, sul momento storico che si sta vivendo. Ci può dominare, specie se abbiamo già percorso una buona parte del cammino, la nostalgia per il passato, evidenziando le ombre e il disagio esistenziale del presente. Oppure l'oggi, con i suoi tratti caratteristici, chiude il nostro orizzonte, impedendoci di accorgerci dei limiti e delle ombre che ci circondano.
La Parola oggi ci guida a vivere con equilibrio il senso più pieno del tempo che ci è dato. Ed è certamente intelligente cogliere il tempo come un'occasione, un'opportunità per vivere meglio, con più consapevolezza. E' da fugare la tentazione di lamentarsi sui mali del nostro tempo, non per superficialità, ché sarebbe imperdonabile. Il tempo, l'oggi radicato nell'esperienza del passato e proiettato verso il futuro, è sempre, anche nelle situazioni più laceranti, una possibilità unica forse irripetibile. Il tempo è il luogo dello scambio di doni tra Dio e l'uomo.

UN TEMPO PER CAMBIARE

Giona e gli abitanti di Ninive possono essere considerati una icona del nostro tempo come lo furono per Israele nel lontano passato. Il profeta scontento rivela nei suoi atteggiamenti una certa schizofrenia, un accavallarsi incomprensibile di azioni contraddittorie. Per molti aspetti potrebbe sentirsi a suo agio nella convulsione della società attuale. Viene letteralmente "costretto" da Dio a recarsi a Ninive per predicare agli abitanti la conversione. Predica sì, ma non è convinto, lo fa suo malgrado. Nonostante ciò, a dispetto della normale logica, i Niniviti credono al profeta, vengono toccati sul vivo e decidono di convertirsi, di cambiare stile di vita. Dietro a questa strane "cose" si percepisce la regia di Dio, il suo misterioso e a volte indecifrabile disegno.
Oggi, come in ogni epoca, abbiamo bisogno di voci che ci scuotano, che ci aiutino a guardare alla nostra realtà con occhi veri, a non rifugiarci nei luoghi comuni e a non difenderci con vani meccanismi di difesa. Ci viene più facile nasconderci dietro le nostre ombre, i nostri equivoci, i nostri compromessi. Quando meno te lo aspetti ti giunge una voce inattesa, magari di una persona scomoda, che ti provoca, che ti mette a nudo. La prima reazione è difenderti, contrattaccare, cercare alleati che ti diano servilmente ragione. La stessa situazione dei Ninitivi a cui, lo possiamo immaginare, Giona con i suoi modi di fare, non risultava simpatico. Eppure ti viene offerta una occasione per cambiare, per andare a fondo, scandagliare gli anfratti più nascosti della tua vita. Non lasciarti sconfiggere dall'abitudine, dalla zavorra che ti trattiene.
Cogli questa opportunità che Dio, attraverso la vita, le contingenze più fortuite, ti offre per svoltare, per fare una "inversione ad U". Convertirsi significa proprio questo: ritrovare la direzione giusta, alleggerirsi, diventare semplici, unificare tante esperienze che ci confondono. Convertirsi vuol dire fidarsi di Dio che impenitentemente ci vuole felici.

IL TEMPO SI E' FATTO BREVE

Per un conoscente deceduto di recente l'esperienza del tumore, con cui ha lottato energicamente per due anni, faceva parte dell'imprevedibile fantasia della vita. Aveva programmato di dedicarsi a ciò che più gli stava a cuore, ma ha dovuto operare una "riconversione". Nello scrivere da Efeso la sua prima lettera ai Corinti Paolo riflette su di un fatto di esperienza: la provvisorietà e la fugacità di ogni azione ed atteggiamento umano. L'espressione "il tempo si è fatto breve" indica un'aspettativa, un'attesa di qualcosa che deve capitare che necessariamente cambia i nostri schemi, le nostre priorità, le nostre urgenze.
Il saggio autore del Qoelet relativizza tutte le esperienze umane paragonandole ad un soffio, ad un vento che sconquassa, che scompiglia e poi passa. Oggi ti pare di possedere il mondo, ti senti sicuro di te stesso, senti il vento in poppa, domani dovrai affrontare un improvviso problema di salute, tuo figlio ti darà una grande umiliazione, ti sentirai demoralizzato, demotivato. Davvero gli spazi del tempo sono ristretti, angusti e per poter respirare abbiamo bisogno di guardare al tempo di Dio, fare leva su ciò che non è effimero, sulle "cose" che restano, che ci tengono in piedi anche quando siamo fiaccati. Il mio tempo è breve, effimero, ma lo attualizzo nel tempo di Dio.

IL REGNO DI DIO E' VICINO

Fin dall'inizio della sua missione Gesù si rivela un predicatore essenziale e diretto. Il suo programma è tutto riassunto da Marco in questo inciso: "Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo". La parola "regno" è una parola magica, fondamentale, è, per usare l'espressione di un commentatore, "la cellula melodica del Vangelo". Nella realtà del Regno si fondono il tempo di Dio e il tempo dell'uomo, il nostro tempo. La vicinanza del regno è eloquente per la nostra dimensione terrestre, per il nostro essere indaffarati, preoccupati, immersi in una esistenza che ci fa gioire e soffrire, per la nostra ricerca, per le nostre frustrazioni e i nostri entusiasmi. Il regno di Dio è qui in mezzo a noi, è la nostra realtà, a cui nulla di autenticamente umano è estraneo, ma è soprattutto la realtà di Dio, una grande mano tesa che ci solleva, che ci salva.
Nel regno di Dio si fondono, si riconciliano il nostro percorso terrestre, la nostra concreta esistenza terrena in tutti i suoi aspetti, nessuno dei quali è profano e il Paradiso, la patria, la beatitudine nella contemplazione. Il Regno dal nostro punto di vista e dal punto di vista di Dio è il Vangelo, la buona notizia che Gesù ci ha portato.

"Ami la vita?
Allora non sciupare il tempo,
perché è la sostanza di cui la vita è fatta"

(Benjamin Franklin)


Don Gianni MAZZALI SDB

Fonte:http://www.donbosco-torino.it

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