Commento al vangelo Alberto Maggi Dom. 1 sett.
XXII TEMPO ORDINARIO – 1 settembre 2013
CHIUNQUE SI ESALTA SARA’ UMILIATO, E CHI SI UMILIA SARA’ ESALTATO -
Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Lc 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per
pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché
non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a
dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.
Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene
colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore
davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si
umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non
invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro
volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando
offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non
hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei
giusti».
Non è consigliabile invitare a pranzo Gesù, almeno per i farisei. Ogni volta che hanno provato a
farlo, Gesù gli ha mandato a rotoli il pranzo. Qui è il capitolo 14 che è iniziato con l’invito di uno
dei capi dei farisei a Gesù per pranzare con lui e con gli altri, c’è stato l’incidente dell’ammalato
dell’idropico, quando Gesù aveva chiesto se era lecito o no curare di sabato, ed essi non hanno
risposto.
E Gesù continua attaccando la loro ambizione e “diceva agli invitati una parabola, notando
come sceglievano i primi posti”. Non è la prima volta che Gesù rimprovera i farisei di scegliere i
1primi posti. Queste persone tanto pie, tanto devote, sono divorate dall’ambizione, dal desiderio
di primeggiare, e, citando un esempio molto conosciuto che troviamo anche nel libro dei
Proverbi, è praticamente quasi preso alla lettera dal libro dei Proverbi, al capitolo 25 si legge,
“Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché è meglio sentirsi dire ‘Sali
quassù’’, piuttosto che essere umiliato davanti a uno più importante”.
Quindi Gesù, citando questo esempio già conosciuto, praticamente quasi con le stesse parole,
consiglia: “«Quando sei invitato va a metterti all’ultimo posto»”, ma attenzione, non per umiltà,
non per modestia, ma per amore, per far sì che l’altro possa avvantaggiarsi. I primi posti nelle
mense erano quelli dove si era serviti prima e meglio, allora scegliere l’ultimo posto non è per
un senso malsano di umiltà o di chissà altro, ma è per amore, per favorire l’altro.
“«Perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: ‘Amico, vieni più avanti’. Allora ne avrai
onore davanti a tutti i commensali»”. Ed ecco la sentenza di Gesù, “«Perché chiunque si esalta
sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato»”.
Ma, ripeto, questo non per un senso di modestia; sempre per un senso d’amore. Scegli sempre
il bene dell’altro, allora, quando scegli sempre il bene dell’altro il Signore, che vede, penserà lui
al tuo bene. Quindi Gesù inverte la scala dei valori della società dove tutto viene fatto con
interesse e invita a scegliere la sua via, che è quella del dono.
E poi “Disse a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi
amici, né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini»”. Qui ci sono quattro aspetti che
riguardano i rapporti di amicizia, parentela, di interesse, potremmo dire, una cricca che è legata
dall’interesse, dai propri affari. Quindi sono legami di amicizia, di parentela, di interesse, sono
legami che sostengono una società che si auto-protegge, a scapito degli altri.
Quindi non invitare per difendere i tuoi beni e il tuo benessere, “«Perché a loro volta non ti
invitino. Al contrario quando offri un banchetto, invita gli esclusi»”. Qui Gesù elenca quelli che
erano gli esclusi che non potevano entrare al tempio ed erano esclusi dal sacerdozio: i poveri,
gli storpi, zoppi e ciechi. “«E sarai beato»”.
Ecco disseminate nel vangelo troviamo tante beatitudini, cioè l’invito alla pienezza della felicità.
La felicità non consiste nel fare le cose per interesse, ma fare le cose per amore, nel donare.
Sarai beato perché? “«Perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla
…»”, attenzione questo non è un messaggio per i credenti, Gesù parla per i farisei nella
maniera in cui loro possono comprendere, “«risurrezione dei giusti»”, perché i farisei credevano
che i giusti sarebbero risuscitati, invece gli altri no.
Cosa ci vuol dire Gesù? Non fare le cose per interesse, ma fai le cose per generosità, tu
occupati del bene degli altri e permetterai poi a Dio di occuparsi del tuo bene e lo farà in
abbondanza.
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