Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM "CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA "

XXXIII TEMPO ORDINARIO – 17 novembre 2013
CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA - Commento al
Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Lc 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e
di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non
sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale
sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non
lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il
tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di
rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma
non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi
saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti
terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e
governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare
testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra
difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno

resistere né controbattere. 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e
uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma
nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza
salverete la vostra vita».
La liturgia di questa domenica ci presenta che vuole essere di grande incoraggiamento per le
comunità cristiane che sono sottoposte a degli attacchi esterni da parte della religione, dei
1governanti, ma anche interni da parte dei propri familiari. Allora le parole di Gesù non vogliono
mettere paura, ma toglierla, non vogliono scoraggiare i credenti, ma incoraggiarli.
Il brano prende l’avvio dall’ammirazione che i discepoli, che ancora non hanno capito la novità
portata da Gesù, hanno del tempio. L’evangelista scrive: Mentre alcuni, si riferisce ai discepoli,
parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi. Ebbene Gesù aveva
dichiarato il tempio una spelonca di ladri un tempio dove Dio era diventato una sanguisuga, che
anziché comunicare la vita ai suoi fedeli gliela toglieva, come nell’episodio che precede questo
brano, quello della vedova, che poverina si dissanguava per mantenere in vita il Dio che la
sfruttava. 
Dio, nell’Antico Testamento, nella Legge, aveva previsto che con i proventi del tempio
bisognasse mantenere proprio le categorie più deboli, rappresentate dalla vedova. Ebbene
l’istituzione religiosa aveva deturpato il volto di Dio e non solo con i proventi del tempio non si
mantenevano le vedove, ma erano le vedove, quindi la parte più debole della società, che
dovevano dissanguarsi per mantenere in vita questo Dio vampiro.
Gesù non tollera tutto questo e allora all’ammirazione dei discepoli Gesù risponde: “Verranno
giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”.
Questo è il primo dei grandi cambiamenti che avverrà nella storia. Ogni istituzione religiosa e
civile che si oppone al bene dell’uomo, che sfrutta l’uomo, che umilia l’uomo, Gesù ci assicura –
ed è questa la grande speranza, la grande certezza dei credenti – cadrà, anche se sembra una
cosa impossibile, come il tempio di Gerusalemme, una delle meraviglie del mondo, uno
splendore come ammirano questi discepoli, tutto cadrà. 
Non c’è sistema di potere economico, politico, religioso che sfrutti l’uomo, lo schiacci, lo umili e
non vedrà la fine. E Gesù quindi ha parole di incoraggiamento verso i suoi, verso la comunità
cristiana, avvertendo però che tutto questo non sarà indolore, perché questa società si rivolterà
contro i discepoli di Gesù che annunziano un mondo nuovo.
Gesù, e qui delude i suoi discepoli, non è venuto a restaurare il defunto regno di Israele, con la
sua idea di grandezza, ma è venuto ad inaugurare il Regno di Dio, una nuova società
alternativa e i principali nemici di questo regno saranno quei tre pilastri sacri di ogni società,
pilastri che si reggono su valori considerati talmente sacri per la difesa dei quali si può dare la
propria vita o si può togliere la vita all’altro, e sono Dio, Patria e Famiglia; sistemi di potere
basati sull’obbedienza.
A Dio l’obbedienza del credente, attraverso i rappresentanti religiosi, il cittadino che deve
obbedienza ai governatori e la famiglia dove la moglie deve obbedire al marito e il figlio al
padre.
Ebbene saranno proprio questi tre ambiti che si rivolteranno contro Gesù e contro i suoi
discepoli perché Gesù ha presentato un Dio diverso, un Dio che non comanda, ma che serve,
un Dio soprattutto che non chiede obbedienza, ma somiglianza al suo amore. 
2Allora questi tre ambiti dominati dal potere e dall’obbedienza si rivolteranno contro i discepoli di
Gesù che, con il loro annunzio di una società diversa, un modello di vita completamente
differente, metteranno in crisi proprio le basi, le radici di questa società autoritaria. Ecco perché
Gesù dice che “saranno portati di fronte alle sinagoghe, di fronte ai governanti, ma addirittura
all’interno della famiglia ci sarà un odio mortale che farà sì che tra congiunti, appartenenti alla
stessa famiglia, ci si ammazzerà”.
Perché? Perché l’adesione a Gesù verrà considerata un crimine talmente grave da annullare
perfino i legami di sangue. Ma Gesù assicura: “Nonostante queste sofferenze, nonostante
queste inevitabili tribolazioni, persecuzioni, siete i vincitori.” E conclude: “Con la vostra
perseveranza salverete la vostra vita”.
E Gesù assicura che neanche un capello, la parte più piccola della persona, andrà perduto.
Quindi chi collabora al messaggio di Gesù, all’inaugurazione del Regno di Dio, è già vincitore
contro queste forze che sembrano preponderanti, contro queste forze che schiacciano, questi
poteri che sembrano indistruttibili, Gesù ci assicura: “Lavorate per il Regno e uno dopo l’altro,
cominciando dal tempio di Gerusalemme, tutte queste istituzioni si dissolveranno nel nulla”.
Il brano dell’evangelista continua poi con il versetto 28 in cui conferma che è un’immagine di
speranza, di salvezza e non di paura. Gesù annunzia: “Quando cominceranno ad accadere
queste cose, alzatevi e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. Quindi non catastrofi
che mettono paura al gruppo di discepoli, ma l’annunzio di una grande verità: tutto quello che
domina, che opprime e umilia l’uomo, man mano nella storia cadrà.
Questo comporterà inevitabili sofferenze ai componenti della comunità cristiana, ma questo non
li deve scoraggiare perché sono già i vincitori.

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