Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM"SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?"

DOMENICA AVVENTO – 15 dicembre 2013
SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO? -
Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere
del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri
è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di
scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che
cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che

cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che
vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a
vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale
sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli
preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il
Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Il vangelo di oggi ci riporta alla profonda crisi nella quale cadde Giovanni Battista. Lui, che pur
aveva riconosciuto in Gesù il Messia, ora comincia a dubitarne. Perché? Giovanni Battista era
l’erede di una spiritualità, di una tradizione, di una religiosità, che sperava in un popolo di giusti,
come aveva profetato il profeta Isaia: il tuo popolo sarà tutto di giusti.
E rimane sconcertato dal comportamento di Gesù che afferma di non essere venuto a chiamare
i giusti, ma i peccatori. Lui aveva presentato un messia che avrebbe castigato peccatori e
miscredenti e sente dire che Gesù non annunzia il castigo di Dio, ma l’amore di Dio proprio per
queste categorie.
1Allora Giovanni è in crisi e gli manda un ultimatum che ha tutto il sapore di una scomunica. “Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” Gesù nella sua risposta elenca le
azioni del messia così come erano descritte nel libro del profeta Isaia, e sono sei azioni,
corrispondenti ai sei giorni della creazione, coi quali si comunica vita ai chi vita non ce l’ha.
“I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i
morti risuscitano, ai poveri è annunziata la Buona Notizia”, ma Gesù censura l’ultima delle
azioni del messia, la vendetta contro i pagani, la vendetta contro i dominatori.
Gesù non parla di vendette, ma parla soltanto di amore di Dio. Gesù non presenta il castigo di
Dio, ma presenta una via di Dio, quella dell’amore, per far crescere tutte le persone. E c’è un
monito di Gesù, che è attuale più che mai, “E beato colui che non trova in me motivo di
scandalo!”
Cosa significa questo? Le persone del tempo tremavano naturalmente all’immagine del Dio
presentato da Giovanni Battista, un Dio che punisce, un Dio che castiga, un Dio che si offende.
Però era il Dio che loro conoscevano, per cui tremavano, ne avevano paura, ma non si
scandalizzavano. Al contrario si scandalizzano del Dio di Gesù.
Le stesse persone che non si scandalizzavano sentendo parlare di un Dio terribile nelle sue
vendette e nei suoi castighi, sono proprio quelle che si scandalizzano sentendo l’annunzio di
Gesù di un Dio che ama tutti quanti indipendentemente dalla loro condotta e dal loro
comportamento. Questo alle persone pie, alle persone religiose, di oggi come allora, porta
sempre sconcerto. E’ intollerabile, inaccettabile, che Dio il suo amore lo riversi sugli uomini
indipendentemente dai loro meriti o dal loro comportamento.
Bene, una volta che i discepoli di Giovanni se ne sono andati, Gesù elogia Giovanni di fronte
alle folle. E lo fa con due paragoni importanti. Dice: “Cosa siete andati a vedere nel deserto?” Si
tratta di Giovanni. “Una canna sbattuta dal vento?”, cioè un opportunista che si china ad ogni
vento di potere, che si mette al servizio di ogni potente.
“Cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti
di lusso stanno nei palazzi del re”. Allora Gesù sta mettendo in guardia i suoi ascoltatori,
Giovanni è l’inviato di Dio, ma gli inviati non possono essere degli opportunisti, sempre a galla
con il potente di turno. Gli inviati di Dio non possono essere cortigiani, vivere al palazzo,
mangiare alla mensa del potente, ma devono essere coloro che denunciano le nefandezze del
potente.
E poi Gesù conclude dicendo che: “Fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di
Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel Regno dei cieli è più grande di lui”.
Cosa vuol dire Gesù con questa espressione? Come Mosè non è potuto entrare nella terra
promessa pur avendo guidato il popolo, così Giovanni Battista ha annunziato il regno di Dio, ma
non c’è potuto entrare perché è stato ucciso. Ecco qui la grandezza di Giovanni Battista, però
quelli del Regno saranno ben più grandi di Giovanni, inviato di Dio.


Commenti

Post più popolari