Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola"Immacolata concezione della Beata Vergine Maria"

IV Domenica di Avvento

Immacolata concezione della Beata Vergine Maria

Gn 3,9a.11b-15.20; Sal 86; Ef 1,3-6.11-2; Lc 1,26b-28


Duomo di Milano, 8 dicembre 2013


Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano


1. Un dono singolare in vista di un compito
Nel cammino di Avvento che stiamo percorrendo insieme, «senza indugio» come i pastori, oggi guardiamo a Maria. Contempliamo il mistero della sua Immacolata Concezione. La Vergine è la porta attraverso cui il Messia è venuto, la “piccola del Regno dei cieli” più grande di Giovanni Battista. Ci mostra che la libertà si compie nell’accoglienza amorosa e obbediente. La solennità dell’Immacolata Concezione si
inserisce, pertanto, armonicamente, nei sei decisi passi che l’Avvento ambrosiano ci fa compiere. L’Avvento infatti è tempo mariano per eccellenza!
Cosa ci comunica il mistero di Maria concepita senza macchia di peccato? Ci insegna: «O Dio… hai preservato la vergine Maria fin dal primo istante da ogni macchia di peccato e così hai preparato al figlio tuo fatto uomo una degna dimora» (All’inizio dell’Assemblea Liturgica). Fin dall’origine, nella sua sapienza abissale, il Padre ha scelto (predestinato) questa fanciulla d’Israele a portare nel suo grembo il Figlio suo, Dio da Dio, Dio vero da Dio vero, incarnatosi per la salvezza di tutti noi. In vista di questo compito ha reso la libertà della Vergine assolutamente innocente, cioè adeguata alla misura del grande disegno: l’ha preservata da ogni macchia di peccato.
Maria non è sottratta all’esperienza della redenzione, ma mentre noi siamo redenti per la fede, nel Battesimo, Maria, la madre, è stata redenta “in anticipo” da suo Figlio. È redenta quindi in modo singolare e straordinario. Questo spiega bene il saluto dell’Angelo che riempie Maria di sorpresa: «Rallegrati, piena di grazia» (Vangelo, Lc 1,28).

2. Eva e Maria
Per aiutarci ad entrare un po’ più profondamente nel mistero dell’Immacolata Concezione la liturgia odierna ci fa risalire all’origine: «L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi» (Lettura, Gn 3,20). Se la maternità di Eva fu segnata dalla ribellione a Dio, la maternità di Maria incominciò nel segno del a Lui. «Come Eva fu sedotta dal discorso di un angelo, tanto da fuggire da Dio, trasgredendo la sua parola, anche Maria ricevette la buona novella dalle parole di un angelo, ma, obbedendo alla sua parola, generò Dio dentro di sé… la disobbedienza di una donna è riparata dall’obbedienza di un’altra donna» (Ireneo, Contro le eresie V, 19,1).
Con il suo l’Immacolata riconosce la strada del proprio compimento. Per questo in Maria si realizzano espressamente le “promesse adempiute” del Salvatore su cui abbiamo meditato la scorsa settimana.

3. Avvocata di grazia per tutti i redenti
Il sì della Vergine, pronunciato con consapevolezza critica come ci testimonia il Vangelo di San Luca, ha reso possibile che noi venissimo rigenerati come «figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà» (Epistola, Ef 1,5-6a). Questo disegno di amore del Padre che ci accompagna ad uno ad uno fin «da prima della creazione del mondo» (Epistola, Ef 1,4) ci pone, in ogni azione, di fronte all’alternativa: affermare, narcisisticamente, come fecero Adamo ed Eva, spinti dall’inganno del serpente, la nostra immagine e idea del futuro che ci attende o abbandonarci, passo dopo passo, come Maria, al disegno buono di Colui che viene.
È questo secondo l’atteggiamento di attesa perseverante e vigile cui ci sprona l’Avvento: «O Dio… dona anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di vita» così ci ha fatto pregare l’Orazione all’inizio dell’Assemblea liturgica; «Lavaci dalle nostre colpe… la nostra sia una vita immacolata» (A conclusione della liturgia della Parola).
Il vertice di umanità che oggi contempliamo nell’Immacolata sembra per noi inaccessibile. Ci aiutano le parole di Kierkegaard: «Non è la strada che è impossibile, ma è l’impossibile ad essere la nostra strada». Il disegno di amore del Padre, se la nostra libertà non lo rifiuta, è infallibile.
Il cristiano è colui che vive sorretto dalla convinzione che il proprio cambiamento è un miracolo, ma questo miracolo è sempre possibile. Tanto più che, come ci ricorderà il Prefazio, abbiamo, nell’Immacolata, una «avvocata di grazia per tutti i redenti». Possiamo in tal modo diventare con-formi a Cristo. Nel rapporto con Maria che ci conduce a Gesù, questa speranza diventa sperimentabile e, quindi, sommamente ragionevole perché nel grembo di Maria – ci ha richiamato il Papa – «la speranza di Dio ha preso carne, si è fatta uomo, si è fatta storia» (Francesco, Angelus, 1 dicembre 2013).

4. Partecipi della Sua beatitudine

Preghiamo allora insieme a San Bernardo: «Riconciliaci con il tuo Figlio, conformaci al tuo Figlio, rappresentaci presso il tuo Figlio. Per la grazia che hai ottenuta, per il favore unico che hai saputo ottenere, per la Misericordia che hai generato, fa’ che Colui che per mezzo tuo ha voluto condividere la nostra debolezza e la nostra miseria ci renda anche partecipi, per tua intercessione, della sua gloria e della sua beatitudine». Amen.

Commenti

Post più popolari