Alberto Maggi"COSI’ FU DETTO AGLI ANTICHI, MA IO VI DICO"

VI TEMPO ORDINARIO – 16 febbraio 2014
Mt 5,17-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire,
ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra,
non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi
dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto,
sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà
considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto
al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al
giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice:
“Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa
contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e
poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché
l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione.
In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una
donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti
perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E
se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti
perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
1Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque
ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e
chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il
Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono
di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la
città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere
bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal
Maligno».
L’annuncio di Gesù delle beatitudini come nuova alleanza tra Dio e il suo popolo, non deve essere stato
ben accolto dal popolo stesso e neanche dai discepoli. Perché? Loro s’aspettavano la venuta del regno
come segno di grande splendore e manifestazione di potenza, Israele si sarebbe impossessata delle
ricchezze delle nazioni pagane che avrebbe dominato.
E quindi l’invito di Gesù con le beatitudini, che non è quello di arricchirsi ma addirittura quello di
condividere e di mettersi a servizio degli altri, non deve essere stato accettato. Ecco perché Gesù dice
‘no’. E’ il capitolo 5 di Matteo versetto 17, “«Non crediate che io sia venuto a …»” e usa il verbo non
abolire, che si può adoperare per una leggere, ma ‘abbattere, demolire’, che si adopera per un edificio,
“«…la legge o i profeti»”, modo con il quale si indica quello che noi chiamiamo Antico Testamento.
Quindi Gesù dice: “Quella costruzione del regno che ha attraversato tutta la legge e i profeti, io non
sono venuto a demolirla”, ma “«sono venuto a dare pieno compimento»”, non come voi pensate, ma
come vi dico io, cioè non attraverso l’accumulo delle ricchezze, ma attraverso la pratica della
condivisione, non attraverso il dominio degli altri, ma attraverso il servizio. E, soprattutto, non per un
popolo in esclusiva, ma rivolto a tutta l’umanità.
E Gesù continua: “«In verità»”, assicura Gesù, «”che fintanto che non siano passati il cielo e la terra»”,
maniera per dire il cosmo intero, “neanche il minimo elemento dell’alfabeto ebraico”, lo iota, “«sarà
eliminato o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto»”. Quindi Gesù garantisce la piena
realizzazione del progetto del regno.
Quando c’è una comunità che accoglie le beatitudini il regno diventa realtà e dopo deve solo allargarsi
ed estendersi. Poi Gesù ammonisce: “«Chiunque trasgredirà»”, letteralmente ‘ignorerà, tralascerà’,
“«uno di questi minimi precetti»”, non si riferisce ai precetti della legge di Mosè che Gesù non ha
nominato, ma riguarda le beatitudini, che, in confronto alla grandezza, all’importanza, alla severità dei
comandamenti, Gesù definisce minimi.
2Ebbene, chi ignora le beatitudini, sarà considerato minimo, o al contrario grande, nel regno dei cieli,
laddove il grande è colui che le osserva. Queste espressioni minimo o grande non indica una gerarchia
nel regno di Dio, ma indica l’appartenenza o l’esclusione. Quindi chiunque ignora queste beatitudini sarà
escluso dal regno, chi le pratica vi sarà ammesso.
Ricordo che ‘regno dei cieli’ è una formula adoperata soltanto da Matteo per indicare il regno di Dio,
quindi non si tratta di un regno nei cieli, l’aldilà, ma del regno di Dio, la nuova società che Gesù è venuto
a inaugurare, dove Dio governa gli uomini non emanando leggi che questi devono osservare, ma
comunicando loro il suo Spirito.
E proprio per questo Gesù ammonisce i suoi discepoli dicendo: “«Se la vostra giustizia»”, si intende la
fedeltà all’alleanza, “«non supererà quella degli scribi e dei farisei»”, cioè una fedeltà formale, una
fedeltà legata alla lettera, ma non allo Spirito, “«non entrerete nel regno dei cieli»”. Quindi se non c’è
una fedeltà diversa da quella letterale e formale di scribi e farisei, non c’è appartenenza al regno.
E poi Gesù incomincia a demolire - ecco questo sì – le tradizioni del passato per sostituirle con qualcosa
di nuovo, di incommensurabilmente più bello. “«Avete inteso che fu detto agli antichi …»”, è
provocatoria questa espressione di Gesù. Avrebbe dovuto dire “Avete inteso che fu detto ai nostri
padri”, e invece Gesù parla di antichi, quindi qualcosa di negativo.
“«Non ucciderai»”, ebbene Gesù dice “«Ma io vi dico»”, e qui pronuncia per sei volte questa
espressione con cui sostituisce il nuovo della sua alleanza al vecchio, a quello degli antichi, “«chiunque si
arrabbia con il proprio fratello sarà sottoposto al giudizio»”, e chi lo insulta sarà sottoposto al sinedrio, il
massimo organo giudiziario, e chi addirittura gli dice “pazzo”, che ha il significato di ‘rinnegato’, “«Sarà
destinato al fuoco della Geènna»”.
Cosa vuol dire Gesù? Quando nel rapporto con l’altro tu ti arrabbi e non disinneschi subito questa
rabbia, e questa rabbia si trasforma in insulto e l’insulto arriva addirittura ad escludere l’altro dalla tua
vita – questo è il significato di ‘pazzo’ – ebbene sei destinato al fuoco della Geènna, l’immondezzaio di
Gerusalemme. Cioè Gesù dice ai suoi discepoli: “Chi esclude qualcuno dalla propria vita si esclude dalla
vita di Dio”.
Ed ecco perché è importante, dice Gesù, che prima del rapporto con Dio, la necessità è una buona
relazione con i fratello. Ecco allora che Gesù fa l’esempio. “«Se presenti l’offerta all’altare e ti ricordi …
»”, non che tu hai qualcosa contro tuo fratello, ma che tuo fratello ha qualcosa contro di te, vai a
riconciliarti. Quindi la riconciliazione e la serenità nella comunità è talmente importante che precede i
doveri nei confronti di Dio.
E per questo Gesù dice di avere un atteggiamento di benevolenza verso l’altro. E poi continua “«Avete
inteso …»” e qui tratta il tema delicato dell’adulterio, “«… non commetterai adulterio. Ma io vi dico:
chiunque guarda una donna»”, e utilizza il termine per indicare la donna sposata, quindi la moglie di
qualcuno, “«per desiderarla»”. Non si tratta qui del desiderio sessuale normale dell’uomo verso la
donna, che fa parte dell’ordinamento della creazione, ma di considerare la donna di un altro come un
oggetto di cui impossessarsi.
3Ebbene, per Gesù, “«costui ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore»”, nella propria
coscienza. E Gesù dà delle indicazioni, dei rimedi. “«Se il tuo occhio …»”, ha parlato di guardare e
l’occhio indica il desiderio, “«.. ti è motivo di scandalo»”, cioè di inciampo, “«cavalo e gettalo via da
te»”, cioè se c’è qualche criterio nella tua vita, qualche atteggiamento – poi Gesù farà l’esempio della
mano che indica l’attività – ebbene, anche se doloroso, estirpa questi atteggiamenti dalla tua vita,
perché altrimenti ti portano alla distruzione.
Infatti dirà Gesù “«Piuttosto che il tuo corpo venga gettato nella Geènna»”. Quindi se nella tua vita c’è
qualche atteggiamento, qualche comportamento, che sai che ti può essere di inciampo per la pienezza
della tua esistenza, eliminalo, anche se doloroso, piuttosto che rovinare completamente la tua esistenza.
E Gesù poi tratta anche del ripudio. Qui non si tratta del divorzio, ma del ripudio, azione unilaterale
dell’uomo nei confronti della propria moglie.
E poteva essere ripudiata per qualunque cosa. Ebbene Gesù non è d’accordo. Dice: “«Chiunque ripudia
la propria moglie, eccetto il caso di …»”, e Matteo adopera il termine porneia, che ha una vasta gamma
di significati, proprio per non far cadere nella casistica le parole di Gesù. E qui viene tradotto con
“«Unione illegittima e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio»”.
E infine Gesù si rifà al rapporto che deve esistere all’interno della comunità, un rapporto di sincerità e di
grande schiettezza, e quindi si rifà alla pratica del giuramento che Gesù esclude assolutamente
all’interno della sua comunità. Dirà Gesù: “«Sia invece il vostro parlare ‘sì, sì, no, no’»”.
Quindi la bocca deve esprimere quello che contiene il cuore, quello che contiene la mente, senza alcuna
doppiezza o falsità perché, avverte Gesù, “«il di più viene dal maligno»”. Il maligno, il diavolo, è quello
che, secondo la Bibbia e secondo Gesù, ha introdotto nel mondo la menzogna, ed è immagine del
potere. Il di più nel parlare è a uso e consumo delle strutture di potere per dominare gli altri, quindi
Gesù invita, nel rapporto con i fratelli, nel rapporto all’interno della comunità, un linguaggio di
schiettezza, non un linguaggio diplomatico, non un linguaggio di convenienza, ma chiaro e diretto.

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