Abbazia Santa Maria di Pulsano Letture patristiche1 della Domenica “della samaritana”


III di Quaresima A
1. Arrivò una donna di Samaria ad attingere acqua
«E arrivò una donna» (Gv 4,7): figura della Chiesa, non ; già giustificata, ma ormai sul punto di esserlo. È questo il tema della conversazione.
Viene senza sapere, trova Gesù che inizia il discorso con lei.
Vediamo su che cosa, vediamo perché «Venne una donna di Samaria ad attingere acqua». I samaritani non appartenevano al popolo giudeo: erano infatti degli stranieri, È significativo il fatto che questa donna, la quale era figura della Chiesa, provenisse da un popolo straniero. La Chiesa infatti sarebbe venuta dai pagani, che,
per i giudei, erano stranieri.
Riconosciamoci in lei, e in lei ringraziamo Dio per noi. Ella era una figura, non la verità, perché anch'essa prima rappresentò la figura per diventare in seguito verità. Infatti credette in lui, che voleva fare di lei la nostra immagine. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne.
«Gesù le disse: Dammi da bere. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la samaritana gli disse: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? I giudei infatti non mantengono buone relazioni con i samaritani» (Gv 4,7-9). Vedete come erano stranieri tra di loro: i giudei non usava-: no neppure i recipienti dei samaritani. E siccome la donna portava con sé la brocca con cui attingere l'acqua, si meravigliò che un giudeo le domandasse da bere, cosa che i giudei non solevano mai fare.
Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana.
Ascolta ora appunto chi è colui che domanda da bere, «Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, forse tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4,10).
Domanda da bere e promette di dissetare. È bisognoso come uno che aspetta di ricevere, e abbonda come chi è in grado di saziare. «Se conoscessi, dice, il dono di Dio». Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma Gesù parla alla donna in maniera ancora velata, e a poco a poco si apre una via al cuore di lei. Forse già la istruisce. Che c'è infatti di più dolce e di più affettuoso di questa esortazione: « Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è colui che ti dice: Dammi da bere,forse tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato acqua viva »?
Quale acqua, dunque, sta per darle, se non quella di cui è scritto: «E in te la sorgente della vita»? (Sal 35,10).
Infatti come potranno aver sete coloro che «si saziano dell'abbondanza della tua casa»? (Sal 35,9). Prometteva una certa abbondanza e sazietà di Spirito Santo, ma quella non comprendeva ancora e, non comprendendo, che cosa rispondeva? La donna gli dice: «Signore, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» (Gv 4.15). Il bisogno la costringeva alla fatica, ma la sua debolezza non vi si adattava volentieri.
Oh! se avesse sentito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò»! (Mt 11,28). Infatti Gesù le diceva questo, perché non dovesse più faticare, ma la donna non capiva ancora.

Dai «Trattati su Giovanni» di sant'Agostino, vescovo.

2. La Samaritana

Nostro Signore venne alla fontana come un cacciatore, chiese l`acqua per poterne dare; chiese da bere come uno che ha sete, per avere l`occasione di estinguere la sete. Fece una domanda alla Samaritana per poterle insegnare e, a sua volta, essa gli pose una domanda. Benché ricco, Nostro Signore non ebbe vergogna di mendicare come un indigente, per insegnare all`indigente a chiedere. E dominando il pudore, non temeva di parlare ad una donna sola, per insegnarmi che colui che si tiene nella verità non può essere turbato. "Essi si meravigliarono che si intrattenesse con una donna e le parlasse" (Gv 4,27). Egli aveva allontanato i discepoli (cf.Gv 4,8), perchè non gli scacciassero la preda; egli gettò un`esca alla colomba, sperando così di prendere tutto uno stormo. Aprì la conversazione con una domanda, con lo scopo di provocare confessioni sincere: "Dammi dell`acqua, perchè io beva" (Gv 4,7). Chiese dell`acqua, poi promise l`acqua della vita; chiese, poi smise di chiedere, al pari della donna che abbandonò la sua brocca. I pretesti erano finiti, perchè la verità che essi dovevano preparare, era ora presente.
"Dammi dell`acqua, perchè io beva. Essa gli disse: Ma tu sei Giudeo. Egli le disse: Se tu sapessi" (Gv 4,7.9-10); con queste parole, egli le dimostrò che essa non sapeva e che la sua ignoranza spiegava il suo errore; la istruì sulla verità; voleva rimuovere a poco a poco il velo che era sul suo cuore. Se le avesse rivelato fin dall`inizio: Io sono il Cristo, essa avrebbe avuto orrore di lui e non si sarebbe messa alla sua scuola: "Se tu sapessi chi è colui che ti ha detto: Dammi dell`acqua perchè io beva, tu gli avresti chiesto... La donna gli disse: Tu non hai un secchio per attingere e il pozzo è profondo. Egli le rispose" (Gv 4,10-11; 4,13): Le mie acque discendono dal cielo. Questa dottrina viene dall`alto e la mia bevanda è celeste; coloro che ne bevono non hanno più sete, poiché non vi è che un battesimo per i credenti: "Chiunque beve dell`acqua che io gli darò, non avrà più sete. Essa gli disse: Dammi di quest`acqua perchè io non abbia più sete e non debba venir più qui ad attingerne" (Gv 4,14-15).
"Egli le disse: Va` a chiamare tuo marito" (Gv 4,16). Come un profeta, egli le apre una porta per rivelarle cose nascoste. Ma essa gli rispose: "Io non ho marito" (Gv 4,17), per provare se egli conosceva le cose nascoste. Egli le dimostrò allora due cose; ciò che essa era e ciò che essa non era, ciò che era di nome, ma non era in verità: "Tu ne hai avuti cinque, e quello attuale non è tuo marito. Essa gli disse: Mio Signore, vedo che sei un profeta" (Gv 4,18-19). Qui, egli la portò ad un gradino superiore: "I nostri padri hanno adorato su questo monte. Egli le rispose: Non sarà più così, né su questo monte, né a Gerusalemme; ma i veri adoratori adoreranno in spirito e verità" (Gv 4,20-21.23). La esercitava perciò nella perfezione, e la istruì nella vocazione dei gentili. E per manifestare che non era una terra sterile, essa testimoniò, tramite il covone che gli offrì, che il suo seme aveva fruttificato al centuplo: "Ecco, quando verrà il Messia, ci annunzierà ogni cosa. Egli le rispose: Sono io che ti parlo" (Gv 4,25-26). Ma se tu sei re, perchè mi chiedi dell `acqua ? E` progressivamente che si rivelò a lei, prima come Giudeo, poi come profeta, quindi come il Cristo. La condusse di gradino in gradino fino al livello più alto. Essa vide in lui dapprima qualcuno che aveva sete, poi un Giudeo, quindi un profeta, e infine Dio. Essa persuase colui che aveva sete, ebbe il Giudeo in avversione, interrogò il saggio, fu corretta dal profeta e adorò il Cristo.

(Efrem, Diatessaron, 12, 16-18)

3. La stanchezza di Gesù

"Gesù pertanto, stanco del viaggio, se ne stava così sedendo presso il pozzo. Era circa l`ora sesta" (Gv 4,6). Cominciano i misteri. Non è certo senza un motivo che Gesù era stanco, non senza un motivo appare affaticata la forza di Dio. Cristo, che ridà forza a è prostrato dalla fatica, Cristo la cui presenza ci fortifica, e la cui assenza ci debilita, non a caso appare qui stanco. Comunque, Gesù è stanco, stanco del viaggio, e si siede presso il pozzo; si siede, stanco, all`ora sesta. Tutti questi elementi insinuano qualcosa, ci vogliono indicare qualcosa; ci fanno attenti, ci invitano a bussare. Ci apra, a noi e a voi, quello stesso che si è degnato di esortarci dicendo: "Bussate, e vi sarà aperto" (Mt 7,7).
E` per te, che Gesù si è stancato nel viaggio. Vediamo Gesù pieno di forza, e lo vediamo debole; forte e debole: forte, perchè «in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e era Dio il Verbo. Era questi in principio presso Dio». Vuoi vedere quanto è forte il Figlio di Dio? "Le cose tutte furono fatte per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto" (Gv 1,3); e tutto senza fatica. Chi, dunque, è più forte di lui, che ha fatto tutte le cose senza fatica? Vuoi ora vederlo debole? "Il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi" (Gv 1,14).
La forza di Cristo ti ha creato, la debolezza di Cristo ti ha rigenerato. La forza di Cristo fece che ciò che prima non era fosse; la debolezza di Cristo fece che ciò che era non perisse. Con la sua forza ci ha creati, con la sua debolezza ci ha cercati.
E` dunque con la sua debolezza che egli nutre i deboli...
Poiché dunque si è degnato di venire a noi apparendo in forma di servo per la carne assunta, questa stessa carne assunta è il suo viaggio. Perciò «stanco del viaggio», che altro vuol dire se non affaticato nella carne?
Gesù è debole nella carne, ma non volerlo essere tu nella debolezza di lui tu devi essere forte, perché il debole di Dio è più forte di tutta la potenza umana (cf. 1Cor 1,25).

(Agostino, In Ioan. 15, 6-7)

4. E` salutare leggere le sacre Scritture

Dice l`Apostolo: "Molte volte e in molti modi anticamente Dio parlò ai nostri padri per mezzo dei profeti; ma in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Eb 1,1s). Per mezzo dello Spirito Santo, dunque, hanno parlato la Legge, i profeti, gli evangelisti, gli apostoli, i pastori e i maestri. Perciò ogni Scrittura è ispirata da Dio ed è anche certamente utile (cf. 2Tm 3,16). E bello dunque e salutare indagare le divine Scritture. "Come un albero piantato lungo corsi d`acqua", così anche l`anima, irrigata dalla Scrittura divina, cresce "e porta frutto alla sua stagione" (Sal 1,3), cioè la fede retta, ed è sempre adorna di foglie verdeggianti, cioè le opere gradite a Dio. Dalle Scritture sante infatti veniamo condotti alle azioni virtuose e alla contemplazione pura. Troviamo in esse lo stimolo ad ogni virtù e la dissuasione da ogni vizio. Se dunque impareremo con amore, impareremo molto: infatti, con la diligenza, la fatica e la grazia di Dio che dà tutto, tutto si ottiene, poiché "chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Lc 11,10).
Battiamo dunque a questo magnifico giardino delle Scritture, olezzante, soave, fiorente, che rallegra le nostre orecchie con il canto molteplice di uccelli spirituali, pieni di Dio, che tocca il nostro cuore, consolandolo se è triste, calmandolo se è irritato, riempiendolo di eterna letizia; che innalza il nostro pensiero sul dorso dorato, rutilante, nella divina colomba (cf. Sal 67,14), che con le sue ali raggianti ci porti al Figlio unigenito ed erede del padrone della vigna spirituale e per mezzo di lui al "Padre dei lumi" (Gc 1,17). Ma non battiamo fiaccamente bensì con ardore e costanza; e non stanchiamoci di battere. In questo modo ci sarà aperto. Se leggiamo una volta e due volte e non comprendlamo quello che leggiamo, non scoraggiamoci, ma persistiamo, riflettiamo, interroghiamo. E` detto infatti: "Interroga tuo padre e te lo annuncerà, i tuoi vecchi e te lo diranno" (Dt 32,7). La scienza non è di tutti (cf. 1Cor 8,7). Attingiamo alla sorgente di questo giardino le acque perenni e purissime che zampillano nella vita eterna (cf. Gv 4,14). Ne godremo e ce ne delizieremo senza saziarcene: possiede una grazia inesauribile.

(Giovanni Damasceno, Expos. fidei ortod. 4, 17)


5. La Samaritana, immagine della Chiesa

Cosa insegna dunque la Bibbia? Cristo, essa ci dice, dal quale sgorga una sorgente di vita per gli uomini, affaticato dal viaggio, stava seduto (cf. Gv 4,5-6) presso una fonte di Samaria, ed era l`ora del caldo: era infatti circa l`ora sesta, dice la Scrittura, nel mezzo del giorno, quando il Messia venne ad illuminare coloro che erano nella notte. La sorgente raggiunse la sorgente per lavare, non per bere; la fontana d`immortalità è là accanto al ruscello della miserabile, come spogliata; egli è stanco di camminare, lui che, senza fatica, ha percorso il mare a piedi, lui che accorda gioia e redenzione.
Ora, proprio mentre il Misericordioso stava vicino al pozzo, come ho detto, ecco che una Samaritana prese la sua brocca sulle spalle e venne, uscendo da Sichar, sua città (cf.Gv 4,7). E chi non dirà felice la partenza e il ritorno di quella donna? Ella uscì nel sudiciume, e ritornò immagine della Chiesa, senza macchia. Uscì e attinse la vita come una spugna; uscì portando la brocca, rientrò portando Dio. E chi non dirà beata quella donna? O meglio, chi non venererà colei che è venuta dalle nazioni? Infatti, ella è immagine, e riceve gioia e redenzione.

(Romano il Melode, Hymn. 19, 4-5)

6. Rinascere nell`acqua e nello Spirito

Il Cristo, creatore di ogni cosa, è disceso dal cielo come pioggia, si è fatto conoscere come una sorgente, ha effuso se stesso come un fiume, si è fatto battezzare nel Giordano... La sorgente incomprensibile, la sorgente che dà agli uomini la vita e che non si esaurisce mai, si nasconde sotto un po` d`acqua povera e vana. Lui che è onnipresente, mai lontano da nessun luogo, lui che è incomprensibile agli angeli e invisibile agli uomini, si fa battezzare, perché così ha voluto...
Ed ecco che per lui si aprirono i cieli e si udì una voce che diceva: «Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3,16-17). Il diletto genera amore, la luce immateriale genera la luce inaccessibile (1Tm 6,18)... Quest`uomo, che è detto figlio di Giuseppe, è anche il mio Unigenito per la sua natura divina. Questi è il mio Figlio diletto: affamato, nutre migliaia di esseri; spossato, dà riposo a chi è prostrato dalla fatica; mentre non ha dove posare il capo, porta ogni cosa nelle sue mani; consumato dalla sofferenza, risana ogni malattia; schiaffeggiato, dà la libertà al mondo; trafitto al costato, risana il costato di Adamo.
Ma vi prego, fatemi bene attenzione: vorrei risalire alla sorgente della vita, contemplare la sorgente da cui scaturisce la salvezza. Il Padre dell`immortalità ha mandato nel mondo il Figlio, il Verbo immortale. Questi viene tra gli uomini per immergerli nell`acqua e nello Spirito. Volendoci rigenerare all`immortalità dell`anima e del corpo, ha infuso in noi lo Spirito della vita, avvolgendoci interamente come in un`armatura incorruttibile. Se dunque l`uomo è stato reso immortale, sarà anche reso partecipe della natura divina (2Pt 1,4). E se l`uomo è stato fatto Dio per mezzo dell`acqua e dello Spirito Santo con la rigenerazione battesimale, diverrà anche coerede del Cristo (Rm 8,17) con la risurrezione dei morti.
Per questo io grido: Venite popoli e genti tutte all`immortalità del battesimo... Questa è l`acqua che partecipa dello Spirito: da essa è irrigato il paradiso, da essa è resa fertile la terra, per essa crescono le piante e gli animali si moltiplicano. In una parola, grazie a quest`acqua in cui il Cristo si fece battezzare e sulla quale discese lo Spirito, simile ad una colomba, l`uomo è rigenerato e richiamato alla vita.
Chi scende con fede nel lavacro della rigenerazione, si spoglia della sua servitù e riveste la filiazione divina. Riemerge dal battesimo vestito di luce come il sole e irradia attorno a sé lo splendore della giustizia. Ma, ciò che più importa, ne risale figlio di Dio e coerede del Cristo. A lui e allo Spirito infinitamente santo, buono e vivificante, gloria e potere ora e sempre, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Pseudo-Ippolito, Discorso sulla santa teofania

7. Attenzione a non lasciarti sfuggire l`occasione di convertirti

Impara dall`esempio delle vergini (cf. Mt 25,1-13). Queste, infatti, non avendo più olio nei vasi e dovendo, d`altronde, entrare nella sala delle nozze assieme allo sposo, si accorsero, quand`era ormai troppo tardi, d`esser rimaste prive di ciò che era, invece, indispensabile. Ebbene, per questo motivo la Scrittura le definisce «stolte» giacché, sciupando il tempo in cui sarebbe stato necessario servirsi dell`olio per andare in giro ad acquistarlo, si videro escluse, a causa della loro distratta imprudenza, dalla gioia del letto nuziale. Sta` attento anche tu che, rimandando anno dopo anno, mese dopo mese, giorno dopo giorno, di procurarti l`olio per alimentare la lampada, alla fine, inaspettatamente, sentirai ormai la tua vita venir meno e non vi sarà che sofferenza e afflizione senza alcun rimedio, mentre si dispereranno medici e parenti; ti sentirai oppresso da un respiro rauco e pesante, una febbre altissima infiammerà tutto il tuo corpo, fin nelle parti più interne, mentre ti lamenterai dal più profondo del tuo petto, sentendoti assolutamente solo nel tuo dolore. Se cercherai di sussurrare qualche parola, sarà giudicata priva di significato e non vi sarà nessuno che ti ascolti: qualsiasi cosa tenterai di dire, non sarà tenuta in alcun conto, ma giudicata, anzi, come il frutto del tuo delirio. Chi, in quel momento, penserà a impartirti il battesimo? Chi si preoccuperà di farti in qualche modo rinvenire, mentre sarai ormai stordito e addormentato dalla sofferenza e dalla malattia? I tuoi parenti piangeranno, altri malediranno il tuo male; l`amico non penserà, certo, ad ammonirti, per non recare disturbo, mentre il medico, forse, ti esorterà addirittura, ingannandoti, a non disperarti sotto la spinta dell`istintivo attaccamento alla vita. Discende la notte: non c`è nessuno ad aiutarti, nessuno ad amministrarti il battesimo. Ecco la morte, mentre si affrettano coloro che devono portarti via. Chi mai ti salverà? Dio, forse, che è stato così disprezzato? Sì, egli in quel momento ti esaudirà, poiché adesso tu gli dai ascolto. Prolungherà, forse, il tempo che ti è stato assegnato? Lo farà, se tu hai fatto un buon uso di quello che già hai trascorso.
Nessuno ti seduca con vani discorsi (Ef 5,6). Repentinamente, infatti, ti sorprenderà la rovina (1Ts 5,3) e la tua fine sopraggiungerà come una tempesta. L`angelo della morte arriverà e trascinerà via violentemente la tua anima sedotta dai peccati, mentre spesso continua a rivolgersi verso di essi e geme senza più voce, giacché sarà ormai chiuso l`organo dei gemiti e dei lamenti. Quanto ti tormenterai! E come piangerai! Invano, tuttavia, ti pentirai delle tue scelte, vedendo da una parte la gioia dei giusti che si allietano per l`abbondanza dei doni ricevuti, e dall`altra, invece, la sofferenza dei peccatori che giacciono nelle più profonde tenebre. Che cosa dirai, allora, nel dolore del tuo cuore! Ahimè, non ho rifiutato di caricarmi addosso, mentre sarebbe stato così facile liberarsene, questo pesante fardello di peccati! Non ho esitato, invece, a trascinarmi dietro tutto il peso di questi mali! Ahimè, non ho lavato macchie e sporcizia, anzi, mi sono insudiciato di peccati! Ora mi troverei con gli angeli e godrei delle delizie dei beni celesti. Che scelte malvagie ho compiuto! Per il fugace piacere prodotto dal peccato, sono condannato adesso agli eterni tormenti; per aver preferito la voluttà della carne, sono dato in preda alle fiamme. Giusto è il giudizio di Dio: sono stato chiamato, e non ho prestato ascolto; mi è stato impartito un insegnamento, e non me ne sono preso cura alcuna; sono stato scongiurato, e ho risposto con la derisione. Son queste, e altre sullo stesso tono, le cose che dirai, nel compiangere te stesso, se verrai strappato da questa terra prima d`esser stato battezzato.
Abbi timore della geenna, o uomo, e fa` di tutto per renderti meritevole del regno. Non disprezzare l`invito che ti è stato rivolto. Non presentare giustificazioni (cf. Lc 14,18), ricorrendo a questo o a quell`altro pretesto. Non riesco a frenare le lacrime, quando penso fra me e me al fatto che, scegliendo le opere turpi piuttosto che la sfolgorante gloria di Dio e abbracciando senza esitazione il peccato per soddisfare la tua libidine, escludi te stesso dai beni promessi sì da impedirti di contemplare i beni della Gerusalemme celeste (cf. Sal 127,5; Ap 21,1ss). Qui si trovano le infinite schiere di angeli, le moltitudini dei primogeniti, i troni degli apostoli, i seggi dei profeti, si ammirano gli scettri dei patriarchi, le corone dei martiri, si cantano le lodi dei giusti: fa` nascere in te stesso il desiderio di essere annoverato anche tu in mezzo a tutti costoro, dopo esser stato purificato e santificato dai doni del Cristo.

Basilio il Grande, Esortazione al santo battesimo, 7-8




Lunedì 17 marzo 2014
Abbazia Santa Maria di Pulsano

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