don Roberto Rossi"Gesù, il Signore è la luce e la gioia della vita"

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (30/03/2014)
Vangelo: Gv 9,1-41
La liturgia di questa domenica, chiamata domenica della letizia, invita a rallegrarci, a gioire, così come proclama l'antifona d'ingresso della celebrazione eucaristica: "Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l'amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell'abbondanza della vostra consolazione, che è il Signore". Qual è la ragione profonda di questa gioia? E' il Vangelo, è Gesù stesso, accanto a noi come luce e salvezza. Ha scritto per noi papa Francesco: "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia". Ne abbiamo la prova nel Vangelo di oggi, nel quale Gesù guarisce un uomo cieco dalla nascita. La domanda che il Signore Gesù rivolge a colui che era stato cieco costituisce il culmine del racconto: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?". Quell'uomo riconosce il segno operato da
Gesù e passa dalla luce degli occhi alla luce della fede: "Credo, Signore!". È da evidenziare come una persona semplice e sincera, in modo graduale, compie un cammino di fede: in un primo momento incontra Gesù come un "uomo" tra gli altri, poi lo considera un "profeta", infine i suoi occhi si aprono e lo proclama "Signore". In opposizione alla fede del cieco guarito vi è l'indurimento del cuore dei farisei che non vogliono accettare il miracolo, perché si rifiutano di accogliere Gesù come il Messia. La folla, invece, si sofferma a discutere sull'accaduto e resta distante e indifferente. Gli stessi genitori del cieco sono vinti dalla paura del giudizio degli altri.
Possiamo chiederci: E noi, quale atteggiamento assumiamo di fronte a Gesù? Anche noi a causa del peccato di Adamo siamo nati "ciechi", ma nel fonte battesimale siamo stati illuminati dalla grazia di Cristo. Il peccato aveva ferito l'umanità destinandola all'oscurità della morte, ma in Cristo risplende la novità della vita e la meta alla quale siamo chiamati. In Lui, rinvigoriti dallo Spirito Santo, riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene. Il Signore Gesù è "la luce del mondo", colui che illumina la nostra vita e che continua a rivelare nella complessa trama della storia quale sia il senso dell'esistenza umana. Nel rito del Battesimo, la consegna della candela, accesa al grande cero pasquale simbolo di Cristo Risorto, è un segno che aiuta a cogliere ciò che avviene nel Sacramento. Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione. In questi giorni che ci preparano alla Pasqua possiamo ravvivare in noi il dono ricevuto nel Battesimo: quella luce, quella fiamma che a volte rischia di essere soffocata. Possiamo alimentarla con la preghiera e la carità verso il prossimo. Scrive ancora papa Francesco: "la Chiesa, come madre sempre attenta, si impegna perché tutti abbiano la possibilità di una conversione che restituisca loro la gioia delle fede e il desiderio di impegnasi per il Vangelo".

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