padre Antonio Rungi "Ai piedi del Crocifisso"

Venerdì Santo (Passione del Signore) (18/04/2014)
Vangelo: Gv 18,1- 19,42
Il venerdì santo è la giornata della meditazione sulla passione di nostro Signore Gesù Cristo. Oggi non si celebrano messe, ma, come è tradizione nella liturgia cattolica, si svolge solo l'Azione liturgica dell'Adorazione della Croce e a seguire la santa comunione.
Oggi la Chiesa tutta è chiamata ad inginocchiarsi davanti al Redentore, che muore sulla Croce per noi, versando fino all'ultima goccia del proprio sangue. La sofferenza di Gesù è la sofferenza di ogni essere umano, piagato nel corpo e nello spirito e che ha bisogno di guardare oltre, di andare oltre, di sperare oltre il momento del dolore e della stessa morte.
Quante sofferenze nel mondo di oggi e di sempre che hanno completato ciò che manca ai patimenti di Cristo e che sono state occasione di santificazione per coloro che, con umiltà si sono posti ai piedi del Croce, dalla
parte di coloro che sono in ascolto del Redentore e Salvatore. Gesù, da quella cattedra unica e irripetibile della storia dell'umanità e della salvezza è il vero Maestro, che ama profondamente ogni suo discepolo e che spinge questo suo amore verso gli orizzonti infiniti dello spazio e del tempo, per collocarsi in quel Calvario della gioia, che ha solo e soltanto un nome: il Paradiso. A piedi di Gesù ci si mette in ascolto e si fa proprie ogni parola che esce dalla sua bocca, dalla misericordia che chiede al Padre per noi peccatori e crocifissori, all'affidamento a Maria Addolorata della Chiesa, alla consegna della Madre al suo discepolo prediletto, Giovanni, alla sete non solo fisica, ma soprattutto spirituale che esprime nell'estremo momento della sua vita, alla promessa del Paradiso al ladrone pentito, alla coscienza di aver portato al termine tutta la sua missione, rispondendo in pieno alla volontà del Padre Suo e Nostro, di donare la vita al fine di riconciliare l'umanità con Dio, immersa nelle tenebre del peccato. Ai piedi della croce, bisogna sostare un bel po' per comprendere il grande amore che Gesù ha manifestato per noi. L'alta scuola del maestro crocifisso è un forte invito a cambiare la vita dall'odio all'amore, dal risentimenti al perdono, dall'indifferenza all'attenzione, dalla morte alla vita, dal disimpegno all'impegno attivo e coerente rispetto al vangelo della sofferenza. Non può esserci vero cristiano senza la Croce di Gesù e di conseguenza non può esserci vero cristiano se non aiuta a portare la croce a chi questa croce la sperimenta ogni giorno, senza il conforto di una mano che ti solleva e ti porta in alto per volare verso il Crocifisso e abbracciare tutta la sua vita di dolore per farlo nostra, alleggerendo il peso della sofferenza innocente di tanti bambini, donne, uomini della terra che non hanno avuto la gioia di godere neppure di un giorno di sole.
La meditazione della passione di Gesù, passa, oggi, e in tutti i venerdì della storia di ognuno di noi, mediante il cammino della croce e del crocifisso, dall'Orto del Getsemani, fino alla deposizione nel sepolcro nuovo, dopo Gesù fu collocato prima della risurrezione.
La croce è una forte esperienza di gioia, se vista nella prospettiva della risurrezione e se lo sguardo di ognuno di noi si fissa sul Golgota.
Nella vita di tutti i giorni c'è, infatti, un'esperienza di gioia autentica che è data dalla pace con Dio e con i fratelli e che scaturisce dalla retta coscienza. C'è una pace apparente, quella che tende ad essere giustiziera nei confronti dei fratelli. La gioia di Cristo nel momento della sua condanna a morte è gioia vera, perché parte dall'amore verso l'uomo peccatore. La gioia manifestata dal Sinedrio e dalla gente che gridando crocifiggilo, condannando a morte Gesù Cristo, è una gioia falsa ed inconcludente, in quanto dettata dall'odio, dal quale non può mai nascere la vera gioia. Ecco la doppia faccia di un grande mistero che ti prende il cuore e ti fa piangere sinceramente davanti ai dolori e alla passione del Signore. Solo un cuore indurito, cinico, senza alcun sentimento è incapace di non piangere e commuoversi davanti a questo grande mistero del dolore e dell'amore. E allora in questo Venerdì Santo risuonano forti le parole di Gesù, mentre caricato del pesante legno della croce, va verso la morte. Piangere su questa umanità, segnata da tante debolezze e dal pensiero debole, che non fa altro che indurre le persone a disperare, perché fondando il proprio futuro nell'ambito del temporale e del materiale non potrà mai assicurare la vera felicità e la vera gioia che nasce dall'amore del Redentore. Ci ricorda Papa Francesco che "la verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell'esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l'unico Salvatore di tutto l'uomo e di tutti gli uomini. E forti dell'esperienza di San Paolo Apostolo noi vogliamo annunciare l'amore crocifisso, vogliamo far innamorare di Gesù Crocifisso quanti sono indifferenti, scettici ed atei teorici e pratici. Noi vogliamo dire al mondo intero che quella morte in Croce di Gesù è la nostra vera liberazione. Ora e sempre siamo più convinti che i nostri piccoli o gravi peccati Egli ci ha perdonato e continua a perdonarci, purché abbiamo l'umiltà di inginocchiarci con semplicità e guardando dentro il nostro cuore, scrutando i nostri pensieri, valutando alla luce della verità su noi stessi come abbiamo vissuto e continuiamo a vivere, se abbiamo evitato di sostare ai piedi della croce e fare nostro quell'invito che ci Gesù ha rivolto continuamente a quelle persone che, una volta incontratesi con Lui, cambiarono di fare e con assoluta certezza la loro vita: "Va e d'ora in poi, non peccare più".
Il Venerdì santo è la giornata della penitenza del pentimento, della confessione sacramentale. Faccio nostro questo invito di Gesù e mediante la grazia sacramentale della confessione, pentiamoci dei nostri peccati ed andiamo avanti seguendo Gesù sulla vita della pace e della riconciliazione universale. Maria la Donna della santa montagna, del Calvario e della Risurrezione ci aiuti ad incontrare Gesù nel suo amore misericordioso, per essere segni di misericordia in mezzo a questo mondo disgregato dal peccato e dall'odio. Amen.

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