padre Alberto Maggi OSM"PREGHERO’ IL PADRE E VI DARA’ UN ALTRO PARACLITO"

VI DOMENICA DI PASQUA - 25 maggio 2014
Gv 14,15-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e
io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo
Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo
conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi
vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi
in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà
amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Per la prima volta nel vangelo di Giovanni Gesù chiede amore verso se stesso. Ma lo fa soltanto dopo
aver manifestato al massimo la sua capacità d’amore, facendosi servizio per i suoi, dopo aver lavato loro
i piedi. Siamo al capitolo 14 del vangelo di Giovanni, dal versetto 15.
Gesù dice: “«Se mi amate»”, quindi per la prima volta chiede amore verso di sé, «osserverete i miei

comandamenti»”. C’è un unico comandamento che Gesù ha lasciato nel corso della cena, cioè di amarsi
gli uni gli altri come lui li ha amati, cioè come lui li ha serviti. Quindi Gesù dice: “Se mi amate servitevi gli
uni gli altri”.
Non è un amore che Gesù chiede nei propri confronti, ma la prova dell’amore verso Gesù è l’amore
scambievole che si fa servizio verso gli altri. Ebbene, come risposta a questo amore, Gesù annuncia che
pregherà il Padre, “«Ed egli vi darà un altro Paraclito»”, un termine greco che è difficile tradurre nella
nostra lingua, e significa “colui che viene in soccorso, colui che aiuta, che difende”, il protettore. Non è
un nome dello Spirito, ma una funzione. Gesù, fintanto che era vivo, provvedeva lui a questa funzione di
pastore che protegge i suoi ed è pronto a dare la vita. Bene, ora che non ci sarà più, ci sarà il suo Spirito.
E sarà un vantaggio. Infatti Gesù dice “«perché rimanga con voi per sempre»”. Mentre Gesù non sempre
poteva essere con i suoi discepoli, il suo Spirito sarà sempre nella sua comunità. Il fatto che rimane per
1sempre significa che l’azione di questo Spirito non interviene nei momenti di pericolo o nelle situazioni
di emergenza, ma le precede. E questo dà piena sicurezza e serenità alla comunità cristiana. Gesù
definisce questo Spirito “l«o Spirito della verità»” – la verità è l’amore che si fa servizio – “«che il mondo
non può ricevere»”.
Il mondo è il sistema di potere che è incompatibile con l’amore che si fa servizio. Infatti dice “perché non
lo vede e non lo conosce”. In questo vangelo quelli che non conoscono Gesù, quelli che non conoscono il
Padre, sono le autorità religiose. Chi vive in un ambito di potere non può neanche minimamente capire
cosa significhi un amore che si fa servizio. E Dio è questo.
“«Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi»”. L’evangelista adopera lo stesso verbo dello Spirito
che rimane su Gesù. “«E sarà in voi»”. Come lo Spirito rimane in Gesù, così questo Spirito rimane nella
comunità dei credenti. E poi Gesù dà la sicurezza – sta annunziando la sua morte – “«Non vi lascerò
orfani: verrò da voi.»” La sua non sarà un’assenza, ma una presenza ancora più intensa. “«Ancora un
poco e il mondo non mi vedrà più»”, il mondo di potere non lo potrà più vedere fisicamente, “«invece
voi mi vedrete»”; cosa significa? La sintonia con la vita di Gesù lo rende presente, vivo e vivificante
all’interno della sua comunità.
 “«Perché io vivo e voi vivrete»”. Chi nella sua vita nutre gli altri sperimenterà sempre colui che si è fatto
pane di vita per alimentare i suoi. “«In quel giorno»”, che è il giorno della morte e dell’effusione dello
Spirito, “«Voi saprete che io sono nel Padre mio»”, nella pienezza della condizione divina, “«E voi in me e
io in voi»”.
Si realizza quello che da sempre l’evangelista aveva annunziato: Dio è amore che chiede di essere
accolto per fondersi con gli uomini e dilatarne la capacità d’amore in modo che la comunità diventi
l’unico santuario visibile nel quale si irradia l’amore di Dio. Nella comunità dei credenti Dio assume il
volto umano e gli uomini assumono il volto divino.
E Gesù conclude dicendo: “«Chi accoglie i miei comandamenti»”, sottolinea che sono i suoi
comandamenti, e non quelli di Mosè. E l’unico comandamento, le attuazioni pratiche di questo unico
comandamento dell’amore che si fa servizio, per Gesù sono importanti come i comandamenti. “«E li
osserva, questi è colui che mi ama»”.
Quindi l’amore verso Gesù non è rivolto alla sua persona ma si dirige verso gli altri nella pratica dei suoi
comandamenti, cioè nel far propri gli stessi valori di Gesù. Più gli uomini sono umani e più
permetteranno al divino di affiorare in loro. Questa è la sintonia d’amore di Dio con gli uomini, e degli
uomini con Dio.
E infine la conclusione, “«Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a
lui»”. Quindi Gesù conferma che se c’è questo dinamismo di un amore ricevuto che si trasforma in
amore comunicato, la comunità diventa l’unico santuario dove si manifesta l’amore del Padre. Quanto
più grande sarà la risposta degli uomini praticando l’amore verso gli altri, tanto più grande sarà la
risposta del Padre con una nuova effusione di Spirito e di nuove capacità d’amore ai suoi.
2

Commenti

Post più popolari