Antonio Riboldi "Pentecoste: ‘Grande ora è questa’!
Pentecoste: ‘Grande ora è questa’!
Il giorno della Pentecoste sembra di assistere al racconto biblico della creazione dell’uomo, quando Dio, dopo aver composto con il fango questo incredibile frutto del suo immenso amore, che siamo noi, ci ha resi partecipi della sua stessa vita divina,
infondendoci il Suo Spirito. L’uomo non poteva e non doveva essere solo. Da solo l’uomo non può capire né amare la vita. Ha bisogno dell’Altro per amare e sentirsi amato. Lo dice espressamente Gesù: “Senza di me non potete far nulla. Io sono la vita e voi i tralci”. E per dare un’immagine quasi visibile, che sia comprensibile, ci definisce ‘dimora’, ossia ‘casa’, in cui sceglie di abitare lo Spirito Santo. Così lo Spirito Santo diventa ‘anima della nostra stessa vita’.
Lo straordinario evento divino della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, che diventano così Chiesa - e con loro i discepoli di tutti i tempi e noi oggi – è raccontato negli Atti degli Apostoli:
“Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro ed essi furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi …” (At. 2, 1-11)
Immediatamente, come nati da ‘nuova creazione’, agli Apostoli, di cui conosciamo la grande debolezza nel momento della prova, si evidenzia il senso profondo di quello che era accaduto a Gesù, veramente il Figlio di Dio, e questa consapevolezza si accompagna ad una straordinaria potenza, loro sconosciuta, che li porta a proclamarLo con coraggio nelle stesse piazze da cui, pochi giorni prima, erano fuggiti per paura. Davvero erano diventati ‘altra cosa’, di grande potenza, fino al martirio. Ormai erano ‘tempio vivo’ dello Spirito: le loro voci, le loro parole erano voci e parole dello Spirito. Le loro mani, mani dello Spirito, che sapeva compiere prodigi per confermare quanto la voce proclamava. Ed in breve ‘tutta la terra risuonò’ delle opere dello Spirito Santo.
E la Pentecoste non è un evento che si ferma agli Apostoli, ma è opera sempre in chi vive la Chiesa.
Davanti a tutte le inutili chiacchiere degli uomini, che parlano senza contenuti di speranza e di verità, come non fossero ancora toccati dalla forza dello Spirito, la Chiesa, nata dalla Pentecoste, sempre ha saputo e sa raccontare i grandi prodigi che lo Spirito compie: incredibili e meravigliosi prodigi in ogni angolo della terra, che si compiono sotto i nostri occhi e cancellano la miseria dell’uomo, per fare spazio alle grandi opere che lo Spirito nell’uomo può compiere.
È davvero, questo giorno, la solennità della Chiesa, la nostra festa.
Così cantava Paolo VI: ”Grande ora è questa, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca una vita moralmente molle e mediocre, isolata ed egoista… Grande ora è questa che bandisce dal popolo cristiano il senso della timidezza e della paura, il demone della discordia e dell’individualismo, la viltà degli interessi temporali soverchianti quelli spirituali. Grande ora è questa, in cui la Pentecoste invade di Spirito Santo il Corpo mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico, secondo l’annuncio dell’apostolo Pietro, nella prima predica cristiana che l’umanità ascoltava: ‘Profeteranno i vostri figli e le vostre figlie, i giovani vedranno visioni, i vecchi sogneranno sogni. E sui miei servi e le mie ancelle, in quei giorni, effonderò il mio Spirito e profeteranno’. (At. 2, 17-18)”.
Paolo VI sapeva molto bene ‘profetizzare’ l’evento della Pentecoste che - ieri, oggi e sempre – è lo Spirito Santo che opera in noi in modo meraviglioso e potente.
Chi di noi non ha fatto esperienza, se davvero viviamo la fede in modo vero, della Presenza e Forza dello Spirito che ci ha ‘suggerito’ parole che venivano da ‘un Altro’, o ci ha fatto scoprire in noi un coraggio nell’affrontare certe prove, che superavano la nostra naturale debolezza...e noi stessi ci siamo meravigliati? È una Presenza, un Respiro che mai mancherà in noi, nella Chiesa, fino alla fine dei tempi. Lo Spirito Santo ‘dimora’ e chiama nel tempo, e i Suoi discepoli diventano, se docili strumenti nelle sue mani, la divina ‘penna’ che tra le dita di Dio scrive, anche oggi, la salvezza dell’umanità.
Basta per un istante gettare lo sguardo su tanti che sono stati o sono tra noi e hanno stupito per le opere compiute: pensiamo ai recenti Santi, che sono stati proclamati da Papa Francesco, S. Giovanni XXIII, definito ‘un grande uomo docile alla voce di Dio’ o il caro Papa Giovanni Paolo II ‘grande missionario della Chiesa’e tantissimi altri. Davvero la Chiesa è una continua Pentecoste, anche oggi!
A mio parere, mai come oggi, tutto il mondo guarda alla Chiesa che sa parlare - come fosse tornata in possesso di tutte le lingue - a tutti gli uomini, che cercano e sperano di trovare la verità della vita e la forza per viverla. Quante volte, tramite i suoi ministri, ha posato le sue mani sulla nostra testa per invocare la discesa dello Spirito Santo! Basterebbe ricordare la nostra Pentecoste, quando il vescovo ci ha amministrato il sacramento della Confermazione o Cresima. In quel momento lo Spirito Santo è disceso con i Suoi Doni, rendendoci abili ad una vita santa, non solo, ma per essere apostoli del Suo Amore. Che stupore anche solo sapere che ognuno di noi ha un ‘dono particolare’, ossia una capacità che può diventare manifestazione della potenza dello Spirito, e che responsabilità! Dobbiamo, forse, come ha affermato Papa Francesco ‘riprendere confidenza’ con lo Spirito Santo. Come? Ascoltiamo le sue stesse parole: «Abbiamo l’abitudine di domandarci, prima che finisca la giornata: “Cosa ha fatto oggi lo Spirito Santo in me? Quale testimonianza mi ha dato? Come mi ha parlato? Cosa mi ha suggerito?” … Perché è una Presenza divina che ci aiuta ad andare avanti nella nostra vita di cristiani. Chiediamo questa grazia... di abituarci alla Presenza di questo compagno di strada, lo Spirito Santo, di questo testimone di Gesù che ci dice dove è Gesù, come trovare Gesù, cosa ci dice Gesù ... Lo Spirito Santo è Paraclito, cioè quello che ci difende, che sempre è affianco a noi per sostenerci».
Chiediamo dunque insieme di saper essere docili strumenti, perché le meraviglie di Dio possano manifestarsi anche attraverso la semplicità della nostra vita di tutti i giorni, pervasa e vissuta alla Presenza dello Spirito Santo.
Antonio Riboldi – Vescovo
Il giorno della Pentecoste sembra di assistere al racconto biblico della creazione dell’uomo, quando Dio, dopo aver composto con il fango questo incredibile frutto del suo immenso amore, che siamo noi, ci ha resi partecipi della sua stessa vita divina,
infondendoci il Suo Spirito. L’uomo non poteva e non doveva essere solo. Da solo l’uomo non può capire né amare la vita. Ha bisogno dell’Altro per amare e sentirsi amato. Lo dice espressamente Gesù: “Senza di me non potete far nulla. Io sono la vita e voi i tralci”. E per dare un’immagine quasi visibile, che sia comprensibile, ci definisce ‘dimora’, ossia ‘casa’, in cui sceglie di abitare lo Spirito Santo. Così lo Spirito Santo diventa ‘anima della nostra stessa vita’.
Lo straordinario evento divino della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, che diventano così Chiesa - e con loro i discepoli di tutti i tempi e noi oggi – è raccontato negli Atti degli Apostoli:
“Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro ed essi furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi …” (At. 2, 1-11)
Immediatamente, come nati da ‘nuova creazione’, agli Apostoli, di cui conosciamo la grande debolezza nel momento della prova, si evidenzia il senso profondo di quello che era accaduto a Gesù, veramente il Figlio di Dio, e questa consapevolezza si accompagna ad una straordinaria potenza, loro sconosciuta, che li porta a proclamarLo con coraggio nelle stesse piazze da cui, pochi giorni prima, erano fuggiti per paura. Davvero erano diventati ‘altra cosa’, di grande potenza, fino al martirio. Ormai erano ‘tempio vivo’ dello Spirito: le loro voci, le loro parole erano voci e parole dello Spirito. Le loro mani, mani dello Spirito, che sapeva compiere prodigi per confermare quanto la voce proclamava. Ed in breve ‘tutta la terra risuonò’ delle opere dello Spirito Santo.
E la Pentecoste non è un evento che si ferma agli Apostoli, ma è opera sempre in chi vive la Chiesa.
Davanti a tutte le inutili chiacchiere degli uomini, che parlano senza contenuti di speranza e di verità, come non fossero ancora toccati dalla forza dello Spirito, la Chiesa, nata dalla Pentecoste, sempre ha saputo e sa raccontare i grandi prodigi che lo Spirito compie: incredibili e meravigliosi prodigi in ogni angolo della terra, che si compiono sotto i nostri occhi e cancellano la miseria dell’uomo, per fare spazio alle grandi opere che lo Spirito nell’uomo può compiere.
È davvero, questo giorno, la solennità della Chiesa, la nostra festa.
Così cantava Paolo VI: ”Grande ora è questa, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca una vita moralmente molle e mediocre, isolata ed egoista… Grande ora è questa che bandisce dal popolo cristiano il senso della timidezza e della paura, il demone della discordia e dell’individualismo, la viltà degli interessi temporali soverchianti quelli spirituali. Grande ora è questa, in cui la Pentecoste invade di Spirito Santo il Corpo mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico, secondo l’annuncio dell’apostolo Pietro, nella prima predica cristiana che l’umanità ascoltava: ‘Profeteranno i vostri figli e le vostre figlie, i giovani vedranno visioni, i vecchi sogneranno sogni. E sui miei servi e le mie ancelle, in quei giorni, effonderò il mio Spirito e profeteranno’. (At. 2, 17-18)”.
Paolo VI sapeva molto bene ‘profetizzare’ l’evento della Pentecoste che - ieri, oggi e sempre – è lo Spirito Santo che opera in noi in modo meraviglioso e potente.
Chi di noi non ha fatto esperienza, se davvero viviamo la fede in modo vero, della Presenza e Forza dello Spirito che ci ha ‘suggerito’ parole che venivano da ‘un Altro’, o ci ha fatto scoprire in noi un coraggio nell’affrontare certe prove, che superavano la nostra naturale debolezza...e noi stessi ci siamo meravigliati? È una Presenza, un Respiro che mai mancherà in noi, nella Chiesa, fino alla fine dei tempi. Lo Spirito Santo ‘dimora’ e chiama nel tempo, e i Suoi discepoli diventano, se docili strumenti nelle sue mani, la divina ‘penna’ che tra le dita di Dio scrive, anche oggi, la salvezza dell’umanità.
Basta per un istante gettare lo sguardo su tanti che sono stati o sono tra noi e hanno stupito per le opere compiute: pensiamo ai recenti Santi, che sono stati proclamati da Papa Francesco, S. Giovanni XXIII, definito ‘un grande uomo docile alla voce di Dio’ o il caro Papa Giovanni Paolo II ‘grande missionario della Chiesa’e tantissimi altri. Davvero la Chiesa è una continua Pentecoste, anche oggi!
A mio parere, mai come oggi, tutto il mondo guarda alla Chiesa che sa parlare - come fosse tornata in possesso di tutte le lingue - a tutti gli uomini, che cercano e sperano di trovare la verità della vita e la forza per viverla. Quante volte, tramite i suoi ministri, ha posato le sue mani sulla nostra testa per invocare la discesa dello Spirito Santo! Basterebbe ricordare la nostra Pentecoste, quando il vescovo ci ha amministrato il sacramento della Confermazione o Cresima. In quel momento lo Spirito Santo è disceso con i Suoi Doni, rendendoci abili ad una vita santa, non solo, ma per essere apostoli del Suo Amore. Che stupore anche solo sapere che ognuno di noi ha un ‘dono particolare’, ossia una capacità che può diventare manifestazione della potenza dello Spirito, e che responsabilità! Dobbiamo, forse, come ha affermato Papa Francesco ‘riprendere confidenza’ con lo Spirito Santo. Come? Ascoltiamo le sue stesse parole: «Abbiamo l’abitudine di domandarci, prima che finisca la giornata: “Cosa ha fatto oggi lo Spirito Santo in me? Quale testimonianza mi ha dato? Come mi ha parlato? Cosa mi ha suggerito?” … Perché è una Presenza divina che ci aiuta ad andare avanti nella nostra vita di cristiani. Chiediamo questa grazia... di abituarci alla Presenza di questo compagno di strada, lo Spirito Santo, di questo testimone di Gesù che ci dice dove è Gesù, come trovare Gesù, cosa ci dice Gesù ... Lo Spirito Santo è Paraclito, cioè quello che ci difende, che sempre è affianco a noi per sostenerci».
Chiediamo dunque insieme di saper essere docili strumenti, perché le meraviglie di Dio possano manifestarsi anche attraverso la semplicità della nostra vita di tutti i giorni, pervasa e vissuta alla Presenza dello Spirito Santo.
Antonio Riboldi – Vescovo
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