Commento di p. Alberto Maggi OSM"PENTITOSI ANDO’. I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI NEL REGNO DI DIO -

XXVI TEMPO ORDINARIO – 28 settembre 2014
Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
Mt 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un
uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed
egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo
stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del
padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno
di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i
pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose,
ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
I capi religiosi sono furibondi contro Gesù perché Gesù ha dichiarato che il tempio è un covo di ladri
dando implicitamente a loro dei “banditi”. Allora si scagliano contro Gesù e chiedono con quale autorità
Gesù faccia questo. E Gesù non risponde.
Gesù dice: “Prima ditemi voi con che autorità esercitava Giovanni il Battista. Veniva il suo insegnamento
dal cielo”, cioè da Dio, “o dagli uomini?”.
E le autorità non rispondono. Non rispondono perché tutto quel che determina il comportamento delle
autorità religiose è in base al loro unico Dio, quello che regola la loro esistenza, la convenienza. Tutto
quello che fanno è per la loro convenienza.
Ed è in base alla loro convenienza che ragionano. Se diciamo “del cielo”, allora diranno “E perché non gli
avete creduto?” Quindi confessano di non aver creduto all'inviato da Dio. Se diciamo “dalla terra”, la
gente pensa che Giovanni è un profeta e quindi noi ci rimettiamo. Quindi non rispondono.
Allora è ad essi che Gesù rivolge questa parabola di Matteo, cap. 21,28-32.
1Quindi quello che Gesù dice è rivolto alle massime autorità religiose. “«Che ve ne pare? Un uomo aveva
due figli, si rivolse al primo e disse: ‘Figlio... ‘» “
Il termine greco adoperato dall'evangelista è pieno di tenerezza. Potremmo tradurlo meglio con
“Figliolino mio”. E' lo stesso verbo da cui nasce la parola “partorire”, e quindi è un verbo di grande
tenerezza materna. “«’Oggi vai a lavorare nella vigna’»”, la vigna si sa è immagine del popolo di Israele.
“«Egli rispose: 'Non ne ho voglia', ma poi si pentì e vi andò»”.
Quindi c'è un primo figlio che risponde di no all'invito del Signore, ma poi si pente . “«Si rivolse al
secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: 'Sì signore'»”. Mai fidarsi di quelli che dicono Si Signore! Questo
secondo non ha un rapporto con il padre, non ha detto “Sì padre”, dice “Si signore”. Lui è un signore al
quale obbedire.
“«Ma non vi andò»”. Nelle parole di Gesù c'è l'eco della denuncia ripresa dallo stesso Gesù del profeta
Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. “Si, Signore”, ma non
hanno nessuna intenzione di collaborare all'azione di questo signore al quale si rivolgono con tanto
ossequio. E Gesù aveva detto: “Non chi mi dice Signore Signore ...” Quindi queste persone si sa già che
sono escluse dalla realtà di Dio.
E Gesù allora chiede alle autorità religiose, “«Quale dei due ha compiuto la volontà del padre?»” Ecco
che appare il termine “Padre”. Sarebbe stato meglio che anche questa volta fossero stati zitti, che non
avessero risposto. Invece rispondono. “«Risposero: 'il primo'»”.
“E Gesù disse loro: «In verità...»” Quindi è un'affermazione solenne, importante, “«Io vi dico ...»” E Gesù
contrappone ai sommi sacerdoti anziani, i primi della società, gli intimi di Dio, pubblicani e prostitute, gli
ultimi della società, gli esclusi da Dio.
“«Pubblicani e prostitute vi passano avanti»”. La costruzione del verbo greco , tradotto con “passare
avanti”, non indica precedenza, cioè vi passano avanti e poi voi venite, ma indica esclusione, cioè vi
hanno preso il posto.
 Quelli che voi pensate siano responsabili del ritardo del regno di Dio, loro ci sono già e voi siete rimasti
fuori. E Gesù conclude: “«Giovanni»”, ecco che ritorna l'argomento del Battista, “«infatti venne a voi
sulla via della giustizia e non gli avete creduto»”.
Mai le autorità religiose crederanno ad un inviato da Dio. Mai! Sono completamente refrattarie agli
annunci divini. Sono completamente sordi alla parola del Signore. “«I pubblicani e le prostitute»”, cioè le
categorie considerate le più lontane da Dio, quelle per le quali si credeva fosse ritardato il regno,

“«Voi al contrario avete visto queste cose ma poi non vi siete nemmeno pentiti»”. Ecco tre volte nel
vangelo di Matteo appare il verbo “pentire”. Qui nella parabola del figlio che si pente, nel caso di Giuda
il traditore che si pente, ma le autorità no. Le autorità non si pentiranno mai. Si è pentito Giuda, ma le
autorità non si pentiranno mai., perché quello che determina il loro comportamento è la convenienza,
l'unico Dio nel quale essi credono.
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“ invece gli hanno creduto ”.Non hanno altra divinità alla quale rispondere. L'evangelista ci fa comprendere che le autorità religiose
sono completamente refrattarie alla buona notizia di Gesù perché dovrebbero perdere il loro potere, i
loro privilegi e il loro prestigio. E la buona notizia di Gesù è un invito ad essere espressione dell'amore
che si fa servizio per gli uomini.

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