don Roberto Seregni" Il sorpasso delle prostitute e dei pubblicani"

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) 
Vangelo: Mt 21,28-32 
Il Rabbì di Nazareth non perde il vizio (divino!) di metterci di domenica in domenica davanti a delle parabole che ci costringono a deporre le nostre maschere e a cercare la verità della nostra fede.
Quella di oggi è la prima di tre parabole che cercano di spiegare perché quelli che avrebbero
dovuto accogliere Gesù e il suo Vangelo, in realtà lo hanno rifiutano.
Il breve testo è costruito in modo geniale: Gesù la racconta, lo fa commentare ai diretti interessati e poi toglie il velo dallo specchio per far capire che si stava parlando proprio di loro. Le parole di Gesù mirano a mettere a nudo quelli che credono di essere giusti e che si sentono già a posto, arrivati. Il vero cieco è chi crede di vedere (leggi Gv 9,41), il vero peccatore è chi si crede giusto (leggi Lc 18,9-41)!
Mi piace sottolineare che la prima risposta data dai figli al Padre resta ambigua, aperta, e che non si possa formulare nessun giudizio su di essi a partire dalle loro parole. Uno dice prontamente “Sì!” e fa un bel figurone, ma poi non combina niente. L’altro dice “No” e tutti lo fischiano, ma poi si rimbocca le maniche e fa la volontà del Padre. Questo è molto interessante perché ci fa capire che è il fare ad essere decisivo, mentre il dire resta comunque sempre ambiguo. La parabola fa pure intuire il percorso di conversione e di pentimento del figlio che fa la volontà del Padre. Che bello questo ricredersi, ritornare sui propri passi, dire con sincerità il proprio peccato e poi rimboccarsi le maniche per ripartire. Ci dice che la nostra vita non è chiusa e sprangata dopo un errore; che anche una caduta può essere importante per rialzarsi e cambiare strada; che non è obbligatorio suonarsi le campane a lutto dopo uno sbaglio, perché puoi cercare e danzare sul ritmo della vita nuova.
Mi viene in mente un detto di Isacco il Siro, un famoso padre del deserto: “E’ più grande chi vede il proprio peccato, di chi vede gli angeli”. Forse è per questo che le prostitute e i pubblicani sorpasseranno gli scribi e i farisei... I primi si sono lasciati amare da Gesù e hanno visto il loro peccato. Gli altri, certi di essere i primi della classe, erano convinti di vedere gli angeli, di essere già in paradiso. In realtà, non hanno visto niente, nemmeno la cosa più ingombrante: la loro presunzione!
Buona settimana

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