Enzo Bianco, sdb "QUELLA CHIESA ANTICA, MADRE DI TUTTE LE CHIESE"

9 Novem. 2014 | 32a Dom. -Dedicaz. Basilica Lateranense A  -  T. Ordinario | Omelia
Dedicazione Basilica Lateranense
La festa liturgica di oggi rimanda a vicende di quasi 1.700 anni fa, che hanno cambiato la storia dei cristiani nel mondo.
Dopo tre lunghi secoli di persecuzioni, i cristiani avevano ottenuto finalmente dall'imperatore Costantino la libertà di culto, e Papa Silvestro I (314-335) aveva ricevuto in dono dall'imperatore uno splendido edificio perché vi collocasse la propria sede e ne facesse il centro della cristianità. Era un palazzo sul Laterano, uno dei sette colli di Roma. Ed era una
basilica, cioè come dice il nome, casa del basileus, casa del re. E il Papa ne fece la casa del re dei re.
" Il Papa un giorno consacrò solennemente quella basilica, dedicandola al Santissimo Salvatore. Ed era, come oggi, il 9 novembre.
I turisti oggi corrono a frotte per visitarla, perché è splendida, e comunica un profondo senso di fede. Sulla piazza, ampia e suggestiva, sovente avvengono incontri non di messa ma di massa, indetti dai partiti, dai sindacati. Le telecamere accorrono in quantità, ma la basilica ce la lasciano appena intravedere, perché è nascosta dietro i palchi e fondali variopinti delle rumorose manifestazioni.

" Noi oggi siamo interessati alle vicende antiche. La Basilica è stata a lungo il cuore della cristianità, prima che la Basilica di San Pietro prendesse il suo posto. Là sono state scritte dense pagine di storia della nostra fede.
Con la Basilica del Laterano la Chiesa fece, per così dire, l'ingresso ufficiale nell'Impero Romano. Per i fedeli con Costantino cominciava un tempo di sicurezza, di stabilità, garantite dalle istituzioni e leggi civili. Con molti vantaggi, e - come si è poi visto - anche con i rischi e pericoli legati al potere temporale.

" Fu una vita intensa. I Papi per secoli celebrarono in quella Basilica i riti battesimali e l'eucaristia nelle notti pasquali. Quelle mura hanno visto nascere generazioni di battezzati. Hanno visto formarsi la liturgia pontificale, che diventò modello per i riti di tutte le Chiese dell'occidente. Nel Laterano furono tenuti cinque Concili ecumenici, nei quali la Chiesa ha riespresso la propria fede, e indicato i giusti comportamenti di vita ai cristiani nel mondo.
La Basilica del Laterano è stata chiamata Mater omnium ecclesiarum, cioè la madre di tutte le chiese cristiane. È detta anche madre delle chiese Urbis et Orbis, cioè delle chiese di Roma e del mondo. È stata davvero per tutti madre e modello.
Poi un giorno i Papo costruirono la Basilica di San Pietro, e lasciarono la Basilica Lateranense per trasferirsi sul colle Vaticano.

MOLTO PRIMA, IL TEMPIO DI GERUSALEMME

" Se questa Basilica ci rimanda indietro di diciassette secoli, la Prima Lettura che abbiamo ascoltato oggi ci rimanda ancora più indietro, a un'altra dedicazione, quella del Tempio di Gerusalemme, riedificato da Esdra e Neemia sei secoli prima di Gesù.
La Lettura ci ha descritto un intervento del profeta Ezechiele, contemporaneo di Esdra e Neemia, che intendeva valorizzare la funzione del tempio nel sostenere la fede del popolo d'Israele. In una visione venne mostrato al profeta un fiume che usciva dal Tempio, e dove scorreva irrigava e fecondava la terra. Portava la vita. Quel fiume era simbolo della benevolenza di Dio, che dal Tempio di Gerusalemme si riversava sul popolo.

" Il Tempio di Gerusalemme, cuore d'Israele, ai tempi di Gesù era imponente, suggestivo. Meta di pellegrini e turisti. Gesù lo conobbe bene:
- lo visitò da fanciullo, dodicenne, in attento ascolto dei dottori della legge,
- negli ultimi tempi della sua missione terrena vi si recava ogni giorno,
- cacciò da esso i venditori che lo profanavano con le loro bancarelle,
- discusse nei suoi cortili con scribi e dottori della legge,
- incontrò la vedova che aveva portato in dono un piccolo obolo, e la lodò,
- e pianse prevedendo la sua prossima distruzione. Non resterà pietra su pietra.

" Gesù e il Tempio: a leggere quanto dicono i Vangeli di questo rapporto, si ricava che fu rapporto difficile, contraddittorio, e in apparenza incongruente.
- Da un lato, lo zelo per la casa del Padre divorava Gesù fino a spingerlo a quel gesto rischioso, la cacciata dei venditori dal tempio.
- E dall'altro lato ci sono le sue parole alla samaritana presso il pozzo di Sicar. Gesù le dichiarò: "È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". Insomma, Gesù sembra criticare i luoghi di culto, che sarebbero diventati superflui. Basta lo spirito.
Ma se è così, allora che senso aveva tutto lo zelo di Gesù per il Tempio?
E che senso hanno le nostre tante chiese che disseminiamo per il mondo, che costruiamo di solito con entusiasmo, e cerchiamo di conservare belle e ordinate?

NOI ABBIAMO BISOGNO DI SOLIDE PIETRE

" Ecco, noi uomini siamo composti di anima e corpo, siamo spirituali ma anche pesanti, massicci, ben radicati sul territorio, impigliati nelle reti del sociale. Siamo bisognosi di agire attraverso la materialità delle cose, con la loro mediazione.
E questo è il punto. Di fatto, anche per adorare in spirito e verità, abbiamo bisogno di cose materiali, ci occorre un tempio. Fatto di mattoni, di solide pietre, di cemento armato.
Questo ci aiuta a capire il rapporto complesso del popolo eletto, e anche di Gesù, col tempio di Gerusalemme. E comprendiamo la Chiesa dei primi secoli, che uscita dalle catacombe, si trovò a suo agio con la Basilica Lateranense di papa Silvestro, di fatto divenuta madre di tutte le chiese. Così noi troviamo più che logico costruire gli edifici sacri in cui ci raccogliamo a pregare, logico farli belli e tenerli bene.

" Dunque da sempre abbiamo bisogno delle cose solide, materiali, altrimenti - se non abbiamo appigli concreti - ci smarriamo. Le cose materiali saranno soltanto simboli, ma ci portano là dov'è quel che più conta, dove sono i valori dello spirito.
Diceva Baden-Powell: "Le chiese hanno dita che indicano il cielo". Diceva un cartello all'ingresso di una chiesa: "Qui si entra per amare Dio; di qui si esce per amare il prossimo". Diceva Papa Giovanni XIII: "Vogliamo rendere la Chiesa talmente bella, che tutti si innamorino e desiderino entrarvi".
Allora dovremo guardare con simpatia e amore alle nostre chiese, anche a questa. Sono tutte in qualche modo derivate e collegate con l'antico Tempio di Sion, e con la lontana Basilica Lateranense, madre di tutte le chiese. Ci uniscono al Vescovo, al Papa, a Gesù, al Padre celeste. Ci accolgono tra le mura perché possiamo raccoglierci tutti insieme, e - come suggeriva Gesù alla donna samaritana - adorare Dio in spirito e verità.

                                                                                   Enzo Bianco, sdb

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