MACCHETTA Domenico Omelia di approfondimento 33ª Domenica - Tempo Ordinario A
16 novembre 2014 | 33a Domenica A | T. Ordinario |
Domenica del Tempo Ordinario penultima dell'anno liturgico
In questa domenica proponiamo una "lectio" sul cap. 17 di Giovanni, testo fondamentale purtroppo poco utilizzato nella Liturgia, essendo possibile proclamare come Vangelo un tratto di questo capitolo nei luoghi dove viene celebrata oggi la festa della dedicazione della propria chiesa, come in tutta la regione pastorale
piemontese.
VANGELO: Gv 17
Grandiosa preghiera, chiamata "sacerdotale" per il v. 19, che inizia con il tema della "glorificazione" di Gesù, con cui erano iniziati i discorsi dell'Ultima Cena (13,31-32).
C'è un richiamo all'altra pagina straordinaria con cui inizia il Vangelo, il Prologo: una magnifica "inclusione"!
Pagine in cui si parla della preesistenza celeste del Figlio: il Prologo canta la venuta del Verbo, la Preghiera sacerdotale canta il ritorno al Padre.
C'è chiaramente nei due capolavori una matrice liturgica: è la Chiesa, Sposa di Cristo, che prega, unita al suo Signore.
C'è una prima parte (vv. 1-10) con un dialogo tra Gesù e il Padre e una seconda con quattro intercessioni, in cui la cristologia diventa ecclesiologia, attraverso quattro verbi, all'imperativo, carichi di confidenza e di affetto.
Domina in tutta la preghiera il tema della "gloria": Ge
sù, andando al Padre, inaugura la sua glorificazione celestiale, ritornando in quello stato divino di gloria, che era suo fin dall'eternità. E questo avviene attraverso l'esaltazione della croce.
"Gloria" che si trasforma in un dono per gli uomini: la vita eterna!
È venuto perché abbiamo la vita!
E qui Gesù dà la più bella definizione di "vita eterna": "Questa è la vita eterna, che conoscano te...".
Ma bisogna tenere presente che cosa significa per Giovanni "conoscere": implica una profonda e vitale esperienza dell'altro, in questo caso di Dio, di Gesù glorificato... e quindi totale comunione nell'essere.
"Prego per loro, non prego per il mondo" (v. 9).
Tremenda questa parola!
Il mondo è escluso dalla preghiera di Gesù! In realtà il mondo satanizzato si taglia fuori volontariamente dalla sfera divina, si autoesclude dalla Preghiera di Cristo.
È il peccato contro lo Spirito Santo, imperdonabile, perché è il rifiuto lucido del perdono, dell'Amore.
Tuttavia, quelli dal mondo "che per la loro parola crederanno" entreranno nella Preghiera di Gesù (v. 20).
La Chiesa sarà missionaria nel mondo: nel mondo, ma non del mondo.
Dal v. 11 partono le quattro intercessioni di Gesù.
Quattro imperativi:
* Custodiscili!
* Consacrali!
* Siano una cosa sola!
* Siano con me!
1. (vv 11-16) "Custodiscili nel tuo nome". L'azione del "Maligno" consisterà proprio nel tentare la Chiesa a lasciarsi assorbire dal mondo.
"Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno".
"Nel mondo" ma estranei, pellegrini verso la patria: messaggio altamente provocatorio.
2. (vv. 17-20) "Consacrali (santificali) nella verità". La verità è il mistero di Cristo che salva il mondo. Occorre un'opera di "santificazione" da parte del Padre (santo, da qadòsh = separato), un'opera chirurgica di separazione dalla mondanità.
Termine volutamente con un doppio senso: santificare-sacrificare, impiegato per le vittime del sacrificio, con la precisazione "per loro" (üpér auto¯n), e dunque con una precisa allusione alla croce.
Gesù è la vittima e il sacerdote che la offre ("consacro me stesso"). La croce è la strada unica per raggiungere Dio.
3. Terza intercessione: vv. 21-23. "Che tutti siano una cosa sola". Il rischio della divisione è sempre stato in agguato all'interno della Chiesa.
È una supplica appassionata: quante volte troviamo "affinché" (ina in greco, sei volte in poche righe).
Fortissimo il v. 23: "perché siano perfetti nell'unità" (ut sint consummati in unum: consumati nell'unità!).
Perché il mondo creda!
La Chiesa è missionaria soprattutto vivendo all'interno la comunione fraterna: "Da questo sapranno tutti che siete miei discepoli..." (13,35).
Giovanni mette in guardia i suoi discepoli dalla ricerca dell'unità con mezzi puramente orizzontali, senza una profonda comunione con Dio. Senza puntare gli occhi sulle realtà celesti è vano e illusorio sperare nell'unità.
La Chiesa non converte gli uomini parlando, ma vivendo.
4. Ultima richiesta (estremamente confidenziale): "Padre, voglio...!".
Gesù vuole per noi il Paradiso: "Padre, siano con me!".
Un'ansia divina, irrefrenabile, di Gesù di riunirsi ai suoi
per sempre.
MACCHETTA Domenico
Domenica del Tempo Ordinario penultima dell'anno liturgico
In questa domenica proponiamo una "lectio" sul cap. 17 di Giovanni, testo fondamentale purtroppo poco utilizzato nella Liturgia, essendo possibile proclamare come Vangelo un tratto di questo capitolo nei luoghi dove viene celebrata oggi la festa della dedicazione della propria chiesa, come in tutta la regione pastorale
piemontese.
VANGELO: Gv 17
Grandiosa preghiera, chiamata "sacerdotale" per il v. 19, che inizia con il tema della "glorificazione" di Gesù, con cui erano iniziati i discorsi dell'Ultima Cena (13,31-32).
C'è un richiamo all'altra pagina straordinaria con cui inizia il Vangelo, il Prologo: una magnifica "inclusione"!
Pagine in cui si parla della preesistenza celeste del Figlio: il Prologo canta la venuta del Verbo, la Preghiera sacerdotale canta il ritorno al Padre.
C'è chiaramente nei due capolavori una matrice liturgica: è la Chiesa, Sposa di Cristo, che prega, unita al suo Signore.
C'è una prima parte (vv. 1-10) con un dialogo tra Gesù e il Padre e una seconda con quattro intercessioni, in cui la cristologia diventa ecclesiologia, attraverso quattro verbi, all'imperativo, carichi di confidenza e di affetto.
Domina in tutta la preghiera il tema della "gloria": Ge
sù, andando al Padre, inaugura la sua glorificazione celestiale, ritornando in quello stato divino di gloria, che era suo fin dall'eternità. E questo avviene attraverso l'esaltazione della croce.
"Gloria" che si trasforma in un dono per gli uomini: la vita eterna!
È venuto perché abbiamo la vita!
E qui Gesù dà la più bella definizione di "vita eterna": "Questa è la vita eterna, che conoscano te...".
Ma bisogna tenere presente che cosa significa per Giovanni "conoscere": implica una profonda e vitale esperienza dell'altro, in questo caso di Dio, di Gesù glorificato... e quindi totale comunione nell'essere.
"Prego per loro, non prego per il mondo" (v. 9).
Tremenda questa parola!
Il mondo è escluso dalla preghiera di Gesù! In realtà il mondo satanizzato si taglia fuori volontariamente dalla sfera divina, si autoesclude dalla Preghiera di Cristo.
È il peccato contro lo Spirito Santo, imperdonabile, perché è il rifiuto lucido del perdono, dell'Amore.
Tuttavia, quelli dal mondo "che per la loro parola crederanno" entreranno nella Preghiera di Gesù (v. 20).
La Chiesa sarà missionaria nel mondo: nel mondo, ma non del mondo.
Dal v. 11 partono le quattro intercessioni di Gesù.
Quattro imperativi:
* Custodiscili!
* Consacrali!
* Siano una cosa sola!
* Siano con me!
1. (vv 11-16) "Custodiscili nel tuo nome". L'azione del "Maligno" consisterà proprio nel tentare la Chiesa a lasciarsi assorbire dal mondo.
"Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno".
"Nel mondo" ma estranei, pellegrini verso la patria: messaggio altamente provocatorio.
2. (vv. 17-20) "Consacrali (santificali) nella verità". La verità è il mistero di Cristo che salva il mondo. Occorre un'opera di "santificazione" da parte del Padre (santo, da qadòsh = separato), un'opera chirurgica di separazione dalla mondanità.
Termine volutamente con un doppio senso: santificare-sacrificare, impiegato per le vittime del sacrificio, con la precisazione "per loro" (üpér auto¯n), e dunque con una precisa allusione alla croce.
Gesù è la vittima e il sacerdote che la offre ("consacro me stesso"). La croce è la strada unica per raggiungere Dio.
3. Terza intercessione: vv. 21-23. "Che tutti siano una cosa sola". Il rischio della divisione è sempre stato in agguato all'interno della Chiesa.
È una supplica appassionata: quante volte troviamo "affinché" (ina in greco, sei volte in poche righe).
Fortissimo il v. 23: "perché siano perfetti nell'unità" (ut sint consummati in unum: consumati nell'unità!).
Perché il mondo creda!
La Chiesa è missionaria soprattutto vivendo all'interno la comunione fraterna: "Da questo sapranno tutti che siete miei discepoli..." (13,35).
Giovanni mette in guardia i suoi discepoli dalla ricerca dell'unità con mezzi puramente orizzontali, senza una profonda comunione con Dio. Senza puntare gli occhi sulle realtà celesti è vano e illusorio sperare nell'unità.
La Chiesa non converte gli uomini parlando, ma vivendo.
4. Ultima richiesta (estremamente confidenziale): "Padre, voglio...!".
Gesù vuole per noi il Paradiso: "Padre, siano con me!".
Un'ansia divina, irrefrenabile, di Gesù di riunirsi ai suoi
per sempre.
MACCHETTA Domenico
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