Monastero Matris Domini Lectio Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

33adomenica del Tempo Ordinario Seconda Lettura 1Tessalonicesi 5,1-6
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi  1Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2infatti sapete bene che il
giorno del Signore verrà come un ladro di notte. 3E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora

d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. 4Ma voi,
fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. 5. Infatti siete tutti
figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. 6Non dormiamo dunque
come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
I Tessalonicesi erano molto preoccupati riguardo il futuro ultimo, in particolare su “quando”
sarebbe arrivato il giorno del Signore. Si tratta di una sollecitudine molto presente anche in
ambito giudaico. La cosa più importante era il poter individuare il giorno della fine attraverso
dei segni premonitori. In questa cultura la tradizione cristiana aveva portato degli elementi di
novità: il giorno del Signore sarebbe venuto in modo improvviso, senza segni premonitori. Di
conseguenza la tradizione cristiana ammoniva i credenti a non lasciarsi prendere troppo dai
piaceri e dalle occupazioni della vita per non finire come i contemporanei di Noé che non si
accorsero per tempo dell’arrivo del diluvio (Mt 24,37-39 e Lc 17,26-27).
D’altro canto la predicazione cristiana sostituì il giorno di Dio con quello del Signore Gesù. E’
Gesù quello che i cristiani attendono per l’ultimo giorno, egli stesso tornerà a chiudere la storia,
a tenere il giudizio finale e a salvare i suoi.
In questa pagina Paolo fa propri gli insegnamenti della Chiesa dei primi tempi. Prende dei
motivi già conosciuti: l’antitesi luce/tenebre, giorno/notte credenti/non-credenti
1Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva;
A riguardo della data della fine del mondo, del giorno del Signore, Paolo non ha niente da
aggiungere a quanto aveva già detto ai fedeli quando si trovava tra loro a Tessalonica.
2infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte.
Essi lo avevano già sentito da Paolo. La venuta di Cristo sarà imprevedibile e improvvisa. Si
tratta di non lasciarsi sorprendere. L’uso del “voi” sembra contrapporre i tessalonicesi a qualche
altro gruppo umano. Forse si tratta dei non-credenti che vivono senza preoccuparsi del domani,
basandosi sulla sicurezza presente nell’oggi. Forse si tratta di gruppi gnostici presenti nella
comunità di Tessalonica, che si sentivano sicuri della conoscenza di Dio che avevano raggiunto
e non pensavano di dover essere giudicati nell’ultimo giorno.
3E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come
le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Chiunque siano questi che si poggiano solo sulle proprie sicurezze, essi non sfuggiranno al
giorno del Signore. Proprio perché non erano in atteggiamento di vigilanza questo giorno sarà
per loro una rovina e non potranno sfuggirvi.
4Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un
ladro.
Ancora la contrapposizione tra i credenti e i non-credenti. La vocazione cristiana ha sottratto i
credenti al mondo tenebroso dell’ignoranza e della chiusura di fronte al futuro, per collocarli 2
nella nuova situazione luminosa di apertura positiva alla salvezza di Dio. Paolo sfrutta il
motivo del dualismo luce-tenebre, cioè bene-male salvezza-perdizione, conosciuto
nell’ambiente giudaico di Qumran, variandolo con l’antitesi di giorno-notte.
5Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle
tenebre.
Paolo ribadisce il concetto: i tessalonicesi sono figli della luce. Questo non è in virtù di una
predestinazione come lo era per i membri di Qumran. Piuttosto i tessalonicesi sono ammessi
alla salvezza per il semplice fatto di aver aderito al vangelo. Allo stesso modo coloro che sono
esclusi dalla salvezza, i figli delle tenebre, lo sono poiché hanno rifiutato di credere al Vangelo e
a Paolo che lo aveva loro annunciato.
6Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Ritorna qui l’esortazione a distinguersi dagli altri, a non lasciarsi andare al torpore e alle
ubriachezze, ma ad impegnarsi ad essere sempre vigili e lucidi di mente.
Meditiamo
- Penso mai al “giorno del Signore”? In cosa potrà consistere nella mia vita?
- C’è qualcosa che mi fa paura e penso che possa piombarmi addosso all’improvviso?
- Cosa significa per me vigilare e restare sobri? Quali sono le situazioni che possono far cadere la
mia vigilanza?

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