D. Severino GALLO sdb"DA DIO FAMIGLIA.... ALLA SANTA FAMIGLIA"

        28 dicembre 2014 |1a Domenica: S. Famiglia - B | Omelia
Oggi celebriamo la Festa della Santa Famiglia, non semplicemente della famiglia; ed è bello scoprire nella prima famiglia l'esempio della seconda, soprattutto per quel vincolo di carità che è garanzia della "pace di Gesù" che non mancherà neanche nei momenti della difficoltà e della prova.
DIO CI HA DONATO TRE FAMIGLIE
Per educarci e maturarci nell'amore, Dio ci ha donato tre
famiglia (e per noi Religiosi, quattro…): la nostra famiglia naturale - La famiglia di Dio, cioè la Chiesa - La famiglia di Nazaret. E per noi consacrati anche la famiglia religiosa.

1. La nostra famiglia naturale
La famiglia è lo scrigno dell'amore di Dio. I genitori rappresentano Dio, sono i "sacerdoti della chiesa domestica". In nome di Dio ci hanno dato la vita, ci educano, ci istruiscono, ci benedicono, ci perdonano.
Dio benedice i figli che amano e rispettano i loro genitori; Dio dona ai figli docili il perdono e la gioia, la serenità della vita ed esaudisce tutte le loro preghiere.
Alcuni si domandano se bisogna amare anche i genitori che hanno dei difetti. Senza dubbio, perché essi rappresentano sempre il Signore. Sono come il Crocifisso: che sia d'oro o d'argento o di ferro o di legno o di plastica; sia opera di un grande artista o di un artigiano qualunque, è sempre degno di onore e di rispetto, perché porta la figura di Gesù.
Il quarto comandamento non ammette eccezioni: "Onora il padre e la madre".

2. La famiglia di Dio = la Chiesa
Dio poi ci ha donato la Chiesa come sua famiglia. E' il Concilio che ce lo ricorda: "La Chiesa è casa di Dio… sua famiglia… dimora di Dio per lo Spirito Santo" (L.G. n. 6). E aggiunge che la Chiesa è fermento della società umana, la quale è destinata a trasformarsi in famiglia di Dio (L.G. 40).
Perciò il Concilio esorta tutti a cooperare fraternamente al servizio della famiglia umana, destinata a diventare in Cristo la famiglia dei figli di Dio (L.G. n. 92).
Pertanto dalla famiglia di Nazaret dobbiamo cogliere alcuni fiori di virtù per profumare la nostra casa e la nostra chiesa. Dobbiamo formare un mazzo con i fiori della bontà, misericordia, umiltà, dolcezza, comprensione, delicatezza, pace, gratitudine, obbedienza…

3. La famiglia di Nazaret
Il Vangelo ci presenta la famiglia di Nazaret. E' la famiglia più fortunata: perché è composta di Gesù, Maria, Giuseppe. Ma è anche la famiglia più sfortunata: perché fu tormentata dal dubbio, dalla miseria, dall'esilio, dal disprezzo, dal dolore, dalla condanna, dalla morte.
Gesù è posto a rovina e risurrezione di molti. Davanti a Lui non è possibile rimanere neutrali: beati quelli che sono con Lui; guai a coloro che Lo rifiutano.

Gesù è segno di contraddizione: fin dalla sua nascita (pastori e Magi da una parte, Erode e i suoi sgherri dall'altra - nella vita pubblica (Apostoli e discepoli - Scribi e Farisei) - nella sua morte (pie donne, Giovanni e buon ladrone- carnefici e cattivo ladrone) - e anche ai giorni nostri: fedeli e Santi; bestemmiatori e persecutori della Chiesa.
Siamo tutti invitati a scegliere il nostro posto di fronte a Gesù: è molto meglio scegliere il Suo amore e la Sua divina Persona.

E' possibile l'amore? Certamente: non solo è possibile, ma è doveroso. "Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate a vicenda".
Natale, tepore del mondo, è il caldo di un amore che ci fa scoprire capaci di bontà, la gioia di sentirci consanguinei attorno ad una culla.

Il mistero di una culla, di quella culla… La potenza magnetica di un bimbo, di quel Bimbo…
Natale dà gioia di vivere in famiglia. Natale è la scoperta che l'intera umanità è un'unica grande famiglia. Natale è giovinezza. Ed è proprio del giovane anelare fino allo spasimo ad una famiglia. Il sentimento di un'indefinita tenerezza vi soggiace.
E' il riflesso dell'infinita Tenerezza di Dio, anzi dell'infinita Tenerezza che è Dio.
La più strabiliante rivelazione di Gesù venuto fra noi, è la costituzione intima di Dio. Dio non è un solitario, non è arroccato nel suo olimpo. Dio è Famiglia trinitaria. E' un Padre, è un Figlio, è il loro affetto infinito, lo Spirito Santo.

Dio diede l'esistenza ad esseri che ripetessero non solo il vestigio del suo passaggio, ma riproducessero la sua stessa somiglianza.
L'uomo è essenzialmente relazione ad altri uomini, è un protendersi vitale verso la comunità.
(Questa si realizza in cerchi concentrici il cui nucleo più vitale è la famiglia. La famiglia è dunque la riproduzione, nel tempo, della struttura trinitaria, ove la comunione di vita è perfetta.
La sacralità di ogni famiglia umana consiste nell'essere segno di questa costituzione divina. Diventa addirittura sacramentalità quando alla sua base si pone il segno-strumento dell'amore sponsale di Gesù alla sua Chiesa; cioè il Matrimonio Sacramento.

Ed è a questo punto che la famiglia non è solo il piccolo specchio che riflette la società d'amore di Dio (sacralità puramente naturale, dovuta alla creazione), ma è lo spazio riproducente questa stessa vita (Sacramento Grazia).

E' qui che la comunione trinitaria si allarga nella comunione fraterna tra noi. E si risolve il dilemma: amare Dio negli uomini? O amare gli uomini in Dio?
Nella prima ipotesi si rischia di trascurare l'uomo concreto. Nella seconda si rischia di scivolare nell'orizzontalismo.

In forza del sacramento diventiamo non solo come Gesù, ma diventiamo proprio Gesù: il processo sempre aperto di cristificazione. E chi ama il cristiano, ama Gesù stesso. E chi ama Gesù, ama Dio. Perciò nello spazio privilegiato sacramentale ognuno ama l'altro, cioè ama Gesù prolungato nell'altro.
La comunione (= Koinonìa) eterna trinitaria si allarga e si temporalizza

NB/ Quanto è tra parentesi qui sopra, si potrebbe omettere…
E' la Chiesa nella sua fioritura.
E' la "Chiesa domestica", come la chiama il Concilio.
E' il cielo in anticipo, perché il cielo non è un luogo, ma la partecipazione beatificante al regno dell'amore della famiglia trinitaria. E questo ha già inizio quaggiù nell'amore divinizzato.
Utopia o impegno?
Utopia? No, realtà mistica. Misteriosa, cioè, ma presentissima, come l'Eucaristia, che sotto una modesta apparenza, contiene realmente il Signore della luce.
E questo progetto divino è già stato realizzato da una vera famiglia umana, in un angolino sperduto del mondo, in mezzo a scogli e drammi che sorsero fin dall'inizio.
Intendiamo riferirci alla Santa Famiglia, cui Dio assegnò come campo di lavoro un lembo di Palestina e come pane, la prova del dubbio iniziale e della povertà e della fede, per tutte la vita.
Si dirà: certo, ma erano persone sante.
E' vero, purché non si confonda il santo con il telecostruito, privo di libertà, puro personaggio di comparsa.
Il santo è colui che, per portare Dio, si lascia portare da Dio, anche nella notte dell'esilio e della prova.
La Santa Famiglia, modello di ogni famiglia umana e religiosa, è la meraviglia di Dio tra gli uomini, è l'illustrazione storica che Dio è amore familiare intratrinitario.
E' soprattutto per noi la dimostrazione plastica che la storicizzazione dell'amore trinitario attraverso la famiglia comporta la croce: non senza dolore si attua quaggiù l'amore. Ma nello stesso tempo è la dimostrazione che il sacrificio, tutt'altro che impedire l'amore trinitario, è invece il fertilizzante dell'amore di Dio.
Come non c'è rosa senza spine, così non c'è Gesù senza piaghe, dopo che Egli volle soffrire per nostro amore.

Martino sta studiando nella cella del suo convento. Qualcuno bussa alla sua porta. Martino risponde: "Avanti!". Entra un giovane bellissimo: sembra tutto Gesù.
Martino lo guarda e poi continua a studiare. Il meraviglioso giovane dice: "Come mai, Martino, non ti alzi e non mi accogli con gioia? Io sono Gesù".
Martino risponde freddamente: "Se sei Gesù, perché non hai le ferite alle mani e ai piedi?". - Allora il diavolo, vedendosi scoperto, scomparve.

Gesù ci ha amato tanto, ci ha amato sul serio e con molto sacrificio fino alle cicatrici. Dobbiamo imitarlo amando tutti, specialmente i nostri genitori, le nostre famiglie e tutte le famiglie del mondo. Perché sono immagini della divina famiglia di Dio.
Il nostro però deve essere un amore, che porta le cicatrici, come quello di Gesù. Un amore che paga di persona, con i fatti.
Preghiamo la Madonna, perché voglia proteggere e benedire tutte le famiglia cristiane e religiose e ci aiuti a vivere di fede e di amore, ma di amore crocifisso, di amore con le piaghe, come quello di Gesù e della Madonna, che Addolorata e Consolatrice.  


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