MACCHETTA Domenico"Immacolata Concezione di Maria"

08 dicembre 2014 | Immacolata Concezione B | Appunti per la Lectio
 - Anno B, 20141ª LETTURA: Gen 3,9-15.20
"In Maria tutta l'umanità è ridiventata sposa di Dio".
Questo "lampo" di Odo Casel è il più bel commento alla festa dell'Immacolata Concezione.
In realtà la maternità fisica di Maria fu un privilegio concesso solo a lei, ma la sua maternità spirituale è propria di tutta la Chiesa, quindi di ogni anima che ama il Signore. Solo dall'amore con cui la Chiesa si
sottomette al suo Sposo Gesù, deriva tutta la sua fecondità: è una sottomissione non umiliante ma principio di innalzamento ("Ha innalzato gli umili").
E continua Odo Casel: "La vera sposa - l'Ecclesia - vuole solo contemplare lo Sposo raggiante al di sopra di sé. Essa sta soggetta alla rettitudine dello Sposo".
La Chiesa è identificata nel "femminile sponsale e mariano".
È la festa della Donna, la cui stirpe schiaccia la testa al serpente antico, la Donna diventata "il contrappeso della disobbedienza e dell'incredulità, presenti nel peccato dei progenitori", secondo l'espressione di Papa Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater (n. 19).

VANGELO: Lc 1,26-38

Allora guardiamo bene il testo di Lc 1,26-38. Intanto è interessante notare che il brano si apre e si chiude con la parola "angelo" (lo si nota soprattutto nel greco e nel latino), e questo non è secondario, perché l'attore principale è Dio, la Trinità. Il divino fa irruzione nella storia, si riapre il dialogo tra cielo e terra, si compie il sogno di Giacobbe, gli angeli tornano ad essere "di casa" sulla terra. Maria è in quello stato di "passività" deprecato dal mondo, per il quale conta solo chi realizza; ma noi sappiamo bene che Maria è più che mai in posizione di attacco in quel suo atteggiamento di pura accoglienza, per cui Dio può fare da Signore e riversare nel suo grembo tutta la sua gioia.
Quel "chaire" con cui l'angelo Gabriele l'accoglie è ben più che un semplice saluto; è il compiersi di tutti gli annunci gioiosi dei profeti; è il saluto della Trinità che da Maria percorrerà la terra facendola esultare di gioia: "Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo" (Lc 1,44).
Luca presenta l'Annunciazione come la Pentecoste di Maria ("Lo Spirito Santo scenderà su di te"), che diventa vera immagine-matrice della Chiesa, per cui ogni cristiano e ogni comunità ecclesiale dovranno sempre confrontarsi con questo modello unico e insostituibile. Qui emerge naturalmente il tema della "grazia", annunciato con forza da quel participio perfetto passivo: kecharitomène, che noi faticosamente riusciamo a tradurre nelle nostre lingue; ci accontentiamo di quel "piena di grazia", anche se non emergono come nel greco l'esclusiva azione di Dio e la pura accoglienza di Maria. È il nome nuovo dato dall'alto, come era stato annunciato: "Ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore avrà indicato" (Is 62,2). Maria è lì, tutta protesa (che è il contrario di "ripiegata") con quell'atteggiamento interiore che la Bibbia chiama "timor di Dio".
Il timor di Dio è la percezione della trascendenza; è l'atteggiamento di chi sa cogliere nel frastuono delle cose il silenzio dell'eternità; è quel senso di stupore e di umiltà di chi si accorge del mistero che bussa continuamente alla nostra porta. Maria ha il timore di Dio perché è vuota disé. È tutta protesa verso il progetto di Dio. Attenzione alla diversità delle domande poste all'angelo Gabriele da Zaccaria e da Maria. Zaccaria dice: "Come posso conoscere io questo?" (Lc 1,18). Il soggetto di questa espressione è "io". Zaccaria è preoccupato di sé. Maria invece pone questa domanda: "Come è possibile questo? Quomodo fiet istud?" (Lc 1,34). Il soggetto è "questo" (istud). Cioè chiede come deve comportarsi, dal momento che è vergine, per compiere la volontà di Dio.
Maria arde dal desiderio di fare ciò che Dio vuole, anche se non ne comprende la portata. Lo esprime bene il verbo greco all'ottativo, un modo che noi non abbiamo: "Avvenga di me quello che hai detto". Maria si proclama schiava volontaria del suo Signore. La grandezza di Maria sta in questa sua consegna, che diventa per la Chiesa e per ogni credente il segreto della vera fecondità e della vera beatitudine.

MACCHETTA Domenico

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