MACHETTA Domenico S. Famiglia di Gesù - Anno B 2014

8 dicembre 2014 | 1a Domenica di Natale: S. Famiglia- B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Gn 15,1-6; 21,1-3 VANGELO: Lc 2,1-14
Viene messa nella domenica dopo il Natale la festa della Santa Famiglia. Stiamo fedelmente e rigorosamente ai testi evangelici, mettendoci in ascolto e in preghiera. Che cosa dice il Vangelo di questi tre personaggi? Il testo che viene proclamato nell'anno B ce li presenta al tempio di Gerusalemme. Una scena frequente: una coppia di sposi con un bambino in braccio che sale al tempio. Vengono da Betlemme, 8-9 km dalla città santa.

Luca ci aveva detto che alcuni pastori di notte erano andati in una grotta a Betlemme e avevano trovato "Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangia toia". I pastori, dunque, trovarono una famiglia: un bambino e una coppia, ma una coppia particolare, una coppia di vergini con un ruolo preciso. A Betlemme, dunque, nasce il Cristo e nasce la famiglia, la famiglia nuova, cristiana, il cui fondamento non è la parentela del sangue, ma la fede.

Attenzione:
una famiglia che vive un'esperienza particolare, l'esperienza della paroikìa, cioè della marginalità, dell'estraneità e della precarietà. E "quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore".
L'Atteso dalle genti si sottomette alla legge. Colui che le Scritture da secoli annunciavano sta salendo i gradini del tempio. Ma chi se ne accorge? Simeone e Anna. A Betlemme i pastori, gente esclusa, gente che non conta, e qui due anziani. Il Signore entra nel suo tempio e Gerusalemme non se ne accorge. Quei due anziani sono comunque talmente "vivi" e dunque "giovani", da avere occhi per "vedere" colui che è nascosto nell'ordinario, colui che è l'Emmanuele, il Dio con noi.

Si accorge dunque di quei "tre" solo chi non ha più attese terrene, ma vive di un'unica attesa: l'attesa del Signore. Luca conclude dicendo: "Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui".
Pensando a Gesù, Maria e Giuseppe restano in silenzio, senza cedere a false immaginazioni. Per lunghi anni ilVangelo tace, e dunque ci ordina di tacere. È parola di Dio anche ciò che non viene detto. Il silenzio del Vangelo è il Vangelo del silenzio. Quei lunghi anni senza far notizia, in cui il Verbo assume il quotidiano dell'uomo qualunque, sono un Vangelo nel Vangelo.

Di quegli anni si dice solo: Erat subditus illis (stava loro sottomesso), e poi Gesù sarà chiamato "il figlio del carpentiere", anzi in Marco addirittura "il carpentiere" (Mc 6,3). A strapparci comunque dalle false immaginazioni arriverà ancora un lampo, di una portata eccezionale, Lc 2,41...: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". E poi il grande versetto 50, del quale non finiremo mai di ringraziare il Signore: "Ma essi non compresero le sue parole...". E Luca dirà: "Sua madre serbava nel suo cuore..." (v. 51b). Una famiglia sempre obbediente, che vive guidata dagli "angeli". Un editto di Cesare Augusto li fa spostare da Nazareth a Betlemme, la pazzia di un despota li costringe a fuggire in Egitto: la famiglia obbedisce, non a Cesare o a Erode, ma a Dio Padre! Una famiglia in collegamento con il mondo celeste, una famiglia già in stato di "passione", perché i pensieri di Dio vengono scritti sulla croce. Simeone, fissando Maria, parla di una "spada" misteriosa...

MACHETTA Domenico

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