MACHETTA Domenico SDB"Maria Madre di Dio - Anno B 2015"

1 gennaio 2015 | Maria Madre di Dio - B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Nm 6,22-27 VANGELO: Lc 2,16-21
Con intelligenza spirituale la Chiesa ha messo la solennità della Madre di Dio a Capodanno. La prima lettura, molto opportunamente, è una solenne benedizione tratta dal libro dei Numeri. Ed è bello pensare che per noi la benedizione di Dio è la Madre del Signore. Dio, per bene-dirci, ci dà una Madre.
Maria di Nazareth è Madre del Verbo incarnato, del Figlio di Dio fatto carne. E giustamente allora il Vangelo ci porta
ancora a Betlemme, dove c'è il Figlio di Dio avvolto in fasce: Deum infantem pannis involutum (Dio bambino avvolto in fasce), come canta una strofa dell'Adeste fideles. Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori si dissero: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". I pastori, dunque, dicono tra loro: "Andiamo...". E vanno "senza indugio".

C'è il tema della "fretta", caratteristica di Luca. Pensiamo alla fretta di Maria che va alla montagna, alla fretta di Zaccheo che scende dalla pianta, alla fretta dei discepoli di Emmaus quando tornano a Gerusalemme dopo aver riconosciuto Gesù allo spezzamento del pane. Non è la fretta del mondo, ma è il "rompere gli indugi" tipico della pronta sequela, è l'atteggiamento di chi ha trovato il tesoro, la perla preziosa, e corre pieno di gioia.
È una gioia contagiosa, comunicativa, è la gioia del missionario che sente l'urgenza di trasmettere un messaggio, una bella notizia. Ma ora contempliamo lei, la Madre. Luca ci dà un'espressione che la caratterizza: "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Custodiva tutte queste cose. Il greco dice rémata (parole). Per chi ama il Signore gli avvenimenti diventano parole.

È l'arte di Maria, la vera maestra della lectio divina. Luca usa un verbo per parlarci di questo lavoro interiore di Maria: il verbo sümbállo¯ (da cui deriva anche la nostra parola "simbolo") che significa "mettere insieme". Maria metteva insieme, "saldava", i fatti strani che capitavano con la parola di Dio. Maria aveva l'arte dell'"ascolto" biblico. La vera maternità di Maria sta in questo ascolto della parola (Lc 11,28), nella capacità di "conservare nel cuore", di saldare i testi biblici con la vita quotidiana. La sua beatitudine sta lì: "Beata colei che ha creduto" (Lc 1,45). Il 1° gennaio è una festa di stupore. Il Figlio di Dio nasce "da una donna" (Gal 4,4). O admirabile commercium! Uno scambio ammirabile. Si è fatto terra perché noi diventassimo cielo: largitus est nobis suam deitatem.

La vita si è fatta visibile, l'abbiamo toccata con le nostre mani (cf 1 Gv 1,1). Da tempo la notte di Capodanno è diventata la notte della pace. Ormai molti cristiani, soprattutto molti giovani, nella notte di Capodanno vegliano in preghiera e riflessione per proclamare che la pace è possibile solo se Dio ha gloria. E la pace per noi è un nome: Gesù il Cristo (Ef 2,14). Se Cristo è la pace, Maria è la madre della pace.
Allora anche quel segno di pace che noi ci scambiamo nella messa e che rischia di diventare abitudinario e banalizzato è ben di più di un saluto o un segno di amicizia.

Shalom nella Bibbia è il sogno di Dio sull'umanità, è tutto ciò che di stabile e definitivo Dio ha sognato per me, per te, per ogni creatura umana, dall'eternità! Dire a un fratello: "Pace a te" che portata avrà allora? E se per noi la pace è Gesù il Signore...

MACHETTA Domenico

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