Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola MESSA nella notte del Natale del Signore

Arcidiocesi di Milano 
Is 2,1-5; Salmo 2; Gal 4,4-6; Gv 1,9-14
Duomo di Milano, 24 dicembre 2014
1. Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi: Dio mette al centro l’uomo
«Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Epistola, Gal 4,4). «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Vangelo, Gv 1,14).

Dio non è rimasto lontano «nell’alto dei cieli», ha abbandonato la sua gloria ed è sceso, è venuto in mezzo a noi, anzi, si è fatto uno come noi.
«Dio non aveva bisogno di noi. Siccome è venuto bisogna credere che io ho una certa importanza… che l’uomo e la creazione dell’uomo e la destinazione dell’uomo e la salvezza dell’uomo avessero una certa importanza» (C. Péguy, Véronique).
Dio, per primo, mette radicalmente al centro l’uomo. E non l’uomo in astratto ma ciascuno di noi è, personalmente, singolarmente preso in considerazione ed abbracciato nella sua intera umanità, nella sua inviolabile dignità, nelle sue relazioni costitutive a cominciare da quelle familiari. Tutto ciò brilla con intensa attrattiva nella santa famiglia di Nazareth che, anche oggi, mantiene tutta la sua benefica attualità.

2. Dio dipende dalla nostra libertà
Ma il Natale ci rimette di fronte a quel fattore potente, sempre esposto al “rischio”, che è la nostra libertà. Pone infatti la libertà di ciascuno davanti alla grande scelta della vita, l’unica veramente decisiva: accogliere o rifiutare di essere salvati, cioè assicurati, liberati dalla fragilità, dal peccato e dal terrore della morte. Ci è donato così «il potere di diventare figli di Dio» (Vangelo, Gv 1,12).

3. La povertà di Dio per farci ricchi
La venuta del Dio bambino nella carne ci chiede anzitutto di riconoscere il nostro bisogno di salvezza. «Venite,… saliamo al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri» (Lettura, Is 2,3b).
In secondo luogo ci invita a cogliere il come Gesù viene a salvarci. Gesù ci salva non con i mezzi della sua potenza, ma attraverso la nudità vulnerabile della sua presenza: «Volle venire Colui che si sarebbe potuto accontentare di aiutarci» (San Bernardo, Sermo 3, Vigilia di Natale). È invece venuto di persona, condividendo fino in fondo la nostra condizione umana, fino a consumare, «vera luce del mondo» (Orazione all’Inizio dell’Assemblea liturgica) la Sua vita per noi, dal Presepio fino alla Croce. «Lux fulgebit hodie super nos/ quia natus est nobis Dominus» (Una luce splenderà oggi su di noi, poiché per noi è nato il Signore) ha cantato la Cappella all’ingresso. Il dolce bambino adorato dai pastori e dai Magi viene a morire per noi, così che la gloria della sua risurrezione trascini anche noi, se non lo rifiutiamo, nella vita per sempre.
Per questo i cristiani amano e promuovono la vita dal concepimento fino al suo termine naturale.

4. Questo bambino è il punto focale della storia umana
«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio…» (Epistola, Gal 4,4). Nell’omelia della Messa di mezzanotte del 1971 il Beato Paolo VI ha potuto affermare:

«The little Jesus of Bethlehem is the focal point of human history: on him converges every man’s way». With these words of the Blessed Paul VI I wish you Merry Christmas!
«Este pequeño Jesús en Belén es el centro de la historia humana: en El se concentra todo camino humano». Las palabras de Pablo VI nos indican la senda que la Navidad abre ante nosotros. ¡Feliz Navidad!

«Questo piccolo Gesù di Bethleem è il punto focale della storia umana: in Lui si concentra ogni cammino umano». Buon Natale!

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