p. Alberto Maggi OSM"IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE"

III DOMENICA AVVENTO – 14 dicembre 2014
Gv 1,6-8.19-28
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme

sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non
sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei
tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta
a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che
grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché
dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io
battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me:
a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là
del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni”. Con questa bella immagine tratta dal
prologo del Vangelo di Giovanni, si apre il vangelo di questa domenica. Essendo il progetto di Dio rivolto
all’uomo il Signore sceglie un uomo per manifestarlo. Non un esponente della casta sacerdotale, né
dell’élite religiosa.
Luoghi e persone religiose sono impermeabili all’azione dello Spirito. Il suo nome era Giovanni. Giovanni,
in ebraico Yohan, significa Jahvè, il Signore è misericordia. Egli venne come testimone per dare
testimonianza alla luce, perché tutti … il messaggio di Dio è universale, abbraccia tutta l’umanità …
credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
1Il compito di Giovanni è risvegliare negli uomini il desiderio di pienezza di vita e renderli coscienti
dell’esistenza della luce, nonostante le tenebre.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei … per la prima volta appare in questo vangelo il
termine Giudei che sarà ripetuto ben 71 volte, con il quale l’evangelista non indica il popolo ebraico, ma
i capi, le massime autorità religiose. Gli inviarono … E qui l’evangelista gioca con questo verbo. Dio invia
Giovanni per risvegliare il desiderio di pienezza di luce, le autorità religiose immediatamente inviano la
polizia per spegnere questa luce.
Da Gerusalemme, sede dell’istituzione religiosa, sacerdoti e levìti. I levìti nel tempio svolgevano anche
funzioni di polizia. Quindi ci sono i sacerdoti per interrogare Giovanni e i levìti pronti ad arrestarlo. A
interrogarlo, è lo stesso termine che poi comparirà nell’interrogatorio che condurrà a morte Gesù.
E in maniera brutale gli chiedono: “Tu chi sei?” sono le tenebre che detestano questa luce che Giovanni
sta risvegliando. Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. E’ quello che temono. Si
sapeva che il Cristo, il messia sarebbe venuto a deporre l’intera gerarchia religiosa per indegnità, per
corruzione. Ed è quello che temono.
Se anche nelle preghiere desideravano, auspicavano l’avvento del messia, in realtà lo temevano perché
sapevano che con il messia per loro sarebbe stata la fine; il messia avrebbe fatto piazza pulita del
sacerdozio corrotto e compromesso. Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?” Si credeva che il
profeta Elia sarebbe venuto prima del messia. “Non lo sono”.
Le risposte di Giovanni sono via via sempre più brevi e più secche. “Sei tu il profeta?” quello promesso
da Mosè, “No”, rispose. Gli dissero allora: “Chi sei?” E’ interessante, Dio invia il suo messaggero, ma i
sacerdoti e i levìti che dovevano per primi riconoscerlo, non lo conoscono. Gli chiedono “chi sei?”
“Perché possiamo dare una risposta a coloro”, cioè i capi “che ci hanno mandato. Che cosa dici di te
stesso?” Tutto questo perché per loro non può essere innocente uno che inizia un’attività senza avere il
mandato legittimato da parte delle autorità competenti. Rispose: “Io, voce di uno che grida dal deserto”,
e qui l’evangelista cita il profeta Isaia, ma omette il verbo “preparare” inserendo solo “raddrizzare”.
“Rendete dritta la via del Signore”, cioè togliete gli ostacoli. Sono proprio le autorità religiose il massimo
ostacolo alla venuta di Gesù, alla sua azione e al suo insegnamento. Quelli che erano stati inviati
venivano dai farisei. Meglio tradurre: c’erano gli inviati dai farisei. Per la prima volta appaiono in questo
vangelo i farisei e l’ultima volta che compariranno sarà al momento dell’arresto di Gesù.
Queste persone tanto pie, tanto devote, tanto osservanti della legge, sono refrattarie all’azione divina,
non riconoscono l’inviato da Dio né in Giovanni, né il figlio di Dio in Gesù, e saranno acerrimi avversari
del progetto di Dio sull’umanità.
Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi”, se Giovanni battezza c’è qualcuno che lo ha
riconosciuto come inviato da Dio, ma non sono le autorità religiose, bensì il popolo. “Se non sei il Cristo,
né Elia, né il profeta?” Ed ecco la risposta, la denuncia di Giovanni. Giovanni rispose loro: “Io battezzo
nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”, non lo conoscono e mai conosceranno il
2Cristo. Chi vive un rapporto con Dio basato sull’osservanza della legge non potrà mai percepire la
presenza di un Dio creatore che si manifesta nella vita. O l’osservanza della legge o l’accoglienza di
quello che la vita presenta.
“Colui che viene dopo di me: a lui in non sono degno di slegare il laccio del sandalo.” Questo avvenne in
Betània, al di là del Giordano, e il passaggio del fiume da parte di Giosuè per entrare nella terra
promessa, ma ora la terra promessa si è trasformata in una terra di schiavitù e di morte dalla quale il
popolo dovrà uscire, e questa sarà la missione di Gesù.

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