Enzo Bianco, sdb "QUEL GIORNO A SCUOLA DI GESU'

1 febbraio 2015 | 4a Domenica - T. Ordinario B | Omelia
A pensarci bene, noi cristiani alla domenica ripetiamo il gesto che compirono quel sabato gli abitanti di Cafarnao, andati alla sinagoga per ascoltare Gesù. Il Signore si era recato nella loro sinagoga, di sicuro avrebbe spiegato le Scritture, ed essi corsero a frotte come bravi scolaretti.
Così anche noi cristiani veniamo in chiesa alla domenica per ascoltare Gesù. Per conoscerlo meglio, e imparare a vivere nella fede.
Vediamo da vicino il racconto che ci viene proposto dall'evangelista Marco.

Quel giorno, nella sinagoga di Cafarnao

- Quando avvenne l'episodio? Agli inizi del ministero pubblico di Gesù, un sabato.
- Dove? A Cafarnao, nella Galilea, presso il lago di Tiberiade, cittadina nota per l'industria della pesca. Gesù all'inizio della sua attività si è stabilito proprio a Cafarnao, e per qualche tempo ne fa il centro della sua attività.
L'episodio si svolge all'interno della sinagoga, l'edificio pubblico in cui gli ebrei imparavano a leggere le Scritture, ricevevano istruzione civile e religiosa, e al sabato si riunivano per pregare.
- Chi partecipa a quell'incontro con Gesù? Anzitutto gli apostoli. Oltre a Pietro chiamato ancora Simone, proprietario di barche, sono nominati altri tre apostoli: Andrea suo fratello, e i fratelli Giacomo e Giovanni. C'è poi la gente di Cafarnao. E tra quella, un malato.
- Che cosa accade? Marco dice che Gesù "insegnava", ma non dice che cosa. Poi descrive una guarigione: tra la folla c'è un uomo posseduto da uno spirito impuro, e Gesù gli restituisce la salute.
A quei tempi la gente vedeva spiriti dappertutto. Questi spiriti per lo più erano ritenuti ostili all'uomo, e in opposizione a Dio che consideravano santo. Perciò gli spiriti erano definiti impuri. Nella persuasione generale le malattie erano attribuite a uno spirito impuro, come pure i difetti fisici o mentali. E spiriti impuri erano considerati soprattutto i demoni.
- Come reagisce la gente ai gesti di Gesù? Manifesta grande meraviglia.
Trova in Gesù anzitutto "un insegnamento nuovo", fatto da "uno che ha autorità, e non come gli scribi". Scribi erano persone dotate di un'abilità allora rara: sapevano scrivere. Erano come minimo impiegati, molti fungevano da insegnanti, e molti ricoprivano cariche anche alte nell'amministrazione.
Ma essi non avevano una dottrina propria, non tiravano fuori farina dal loro sacco, si limitavano a spiegare cose dette da altri. Invece il Signore proponeva un insegnamento suo proprio, personale, e nuovo.
Gesù si recherà nelle sinagoghe della Galilea per parecchio tempo, ma esse erano gestite dagli scribi, ed essi ben presto diventarono i nemici acerrimi del Signore. Gesù dovette smettere di frequentarle. Prese a incontrare i suoi discepoli nelle loro case. Quanto alle masse, tante volte composte solo da curiosi, per loro sceglieva le aree all'aperto, magari le piccole alture discorso della montagna), o le sponde del lago, e lui su una barca.
Più ancora, a Cafarnao la gente si meraviglia perché "perfino gli spiriti impuri gli obbediscono". Il suo risulta a loro un potere divino, che i semplici uomini non sarebbero in grado di esercitare.
- Quali le conseguenze? Conclude Marco: "La fama di Gesù si diffuse subito ovunque".

Che cosa intendeva dire Marco ai suoi lettori

Marco nello scrivere il Vangelo aveva dichiarato i suoi intenti già nel primo versetto, che dice in sintesi: "Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio". La frase fa da titolo al libro, e ne indica anche l'argomento. Quello scritto è il vangelo, cioè il lieto annuncio, una buona notizia per l'umanità. Quale? Che Gesù è il Cristo, cioè il Messia, ed è Figlio di Dio.
Poi Marco esporrà la lunga serie degli episodi attraverso i quali gli apostoli - protagonisti accanto a Gesù - giungeranno a scoprire a poco a poco la verità sconvolgente del Verbo che si è fatto uomo, e ha cambiato il mondo. E continua a cambiarlo.

* Se anche noi fossimo stati presenti quel giorno, nella sinagoga di Cafarnao, avremmo provato di sicuro meraviglia per l'insegnamento nuovo di Gesù. E per la guarigione dell'uomo posseduto dallo spirito impuro, per il potere sopra le forze della natura che Gesù ha dimostrato di avere. Cose che trascendono l'umano, e lasciano trasparire il divino.
Noi ora a chiederci: come possiamo imitare gli abitanti di Cafarnao e farci discepoli del Signore? Ebbene i modi sono tanti. Cristo si nasconde molto meno di quanto pensiamo, mentre i nostri occhi purtroppo non sono abituati a vederlo.

Noi oggi alla scuola di Gesù

* Anzitutto c'è una scuola che i bravi cristiani sono invitati a frequentare una volta alla settimana, ed è la messa festiva. Nella messa, la prima parte si intitola Liturgia della parola, e più che scuola è comunicazione personale che si fa comunione con il Signore.
- Poi per diventare discepoli oggi ci sono i mass tanti media. La televisione è piena di "programmi spazzatura" (come li chiamano), ma ha anche programmi di cultura e religiosi: trasmettono la messa, documentari, testimonianze, dibattiti, profili di santi. Così pure le radio. A ruota seguono i giornali, le riviste.
- Poi, si capisce, ci sono i libri. In ogni casa di solito c'è un angolo dei libri, o almeno un angolino, e magari una piccola biblioteca. Non dovrebbe mancare una bella Bibbia, parola di Dio, che facendo capolino fra gli altri volumi dice a chi entra: siete in una famiglia cristiana. Poi il Vangelo nella borsa o borsetta. Ci consigliano: "Ogni casa la sua Bibbia, ogni cristiano il suo Vangelo".
- Chi poi ha accesso a Internet, possiede magari senza saperlo una biblioteca religiosa smisurata, che non invecchia ma è aggiornata di continuo. Se abbiamo un dubbio su un concetto, scriviamo quella parola su Internet, e il professor Google ci dà la risposta. Anzi centinaia di migliaia di risposte. Dicono che nel catechismo elettronico sarebbe scritto: "Dov'è Dio?". "Dio è in cielo e in terra e in ogni sito".
- Poi sul nostro territorio, a livello di comunità di fede, le occasioni per imparare non mancano. Le parrocchie e le diocesi organizzano con frequenza riunioni, conferenze, corsi di esercizi e giornate di ritiro, pellegrinaggi, visite guidate ai "luoghi santi".
- Anche associazioni e movimenti cristiani offrono conferenze, cineforum, corsi d'impegno culturale.
- Gli studenti poi hanno un'occasione preziosa che non devono sciupare: l'ora di Religione a scuola.

* Invece succede che i cristiani, sovente battezzati pochi giorni dopo la nascita, poi di fatto non frequentano la scuola di Gesù. Ma non serve solo avere il nome sul registro parrocchiale. Diceva Carlo Carretto: "Non basta essere nati in paesi cristiani per dirci cristiani, ognuno deve riconquistare la propria fede". Un vescovo ha intitolato una lettera ai suoi diocesani: "Cristiano, diventa ciò che sei!".

* E infine Pierino potrebbe domandare: alla scuola del Signore ci sono anche le prove d'esame? Gesù in qualche modo lo ha indicato: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35).

Enzo Bianco, sdb

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