Enzo Bianco, sdb"CON I MAGI CERCHIAMO IL SIGNORE"

6 gennaio 2015 | Epifania del Signore - Anno B | Omelia
Diamo un ultimo sguardo alla culla di Gesù, in compagnia dei Magi. Ed ecco la parola antica e strana, Epifania, che a forza di venire storpiata dall'uso è diventata Befana. E i bambini che sanno tutto, sanno che la Befana è una vecchietta col naso a uncino che vola sopra una scopa a reazione e riempie le calze di regali e carbone.

Be', no. Epifania è parola greca, che va tradotta in italiano con manifestazione: indica il manifestarsi di Dio agli uomini. Dio si è fatto conoscere da noi attraverso il Verbo incarnato, Gesù. Si è presentato agli uomini nel Bambino di Betlemme, ha acceso una grande luce sul mondo (e noi pensiamo alla brillante cometa dei Magi). Gesù ha cominciato così a svelare il suo progetto di salvezza.

LA FESTA DEI MAGI

Epifania è di fatto la festa dei Magi, personaggi che impariamo a conoscere dal racconto dell'evangelista Matteo. Del racconto noi cogliamo il ricco significato simbolico, con questi uomini in appassionata ricerca di Dio, primi tra i pagani a riconoscere - per così dire ufficialmente - chi fosse quel Bambino.
* Nel racconto i Magi hanno visto su Gerusalemme LA GRANDE LUCE DEL NATALE. E di luce parlava già la Prima Lettura di oggi: "[Gerusalemme,] viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te". Nella visione dell'antico profeta i popoli - come attratti da quella luce - si sarebbero messi in cammino verso Gerusalemme con le automobili del tempo, gli eleganti cammelli, portando in dono oro e incenso, omaggi degni di un re.

* In realtà i Magi risultano AVVOLTI NEL MISTERO. Nel Vangelo non si dice quanti fossero, e neppure se fossero re, come ci suggerisce la tradizione. Verrebbe piuttosto da pensarli uomini di cultura del tempo, studiosi di astronomia. Forse seguaci di un pensatore di nome Zoroastro. Forse provenienti dal Vicino Oriente, forse dall'attuale Iran. Chissà.

IL MESSAGGIO DEI MAGI

È logico domandarsi: i Magi che cosa possono dire agli uomini d'oggi? Ecco, si possono considerare rappresentanti dei popoli sparsi sulla terra, e della cultura del loro tempo. Più ancora, eterni SIMBOLI DELL'UOMO ALLA RICERCA DI DIO.
Costituiscono un simbolo forte, un messaggio moderno. Con quel loro cercare il Signore, e trovarlo a Betlemme, prefigurano il confluire dei popoli verso Cristo, nella nuova realtà religiosa che sta cambiando il mondo, la sua Chiesa.

* Di fatto, con i Magi che arrivano alla culla del Signore, si congiungono DUE MOVIMENTI CONVERGENTI: da una parte Dio che si incarna per manifestarsi all'uomo, e dall'altra l'uomo che si apre a Dio e lo trova nella povertà sconcertante della grotta. È la svolta, punto nodale nella storia religiosa dell'umanità.

* È evidente la modernità di queste figure, i Magi scrutatori del cielo, uomini inquieti, desiderosi del sapere, si sono messi sulle strade del mondo per incontrare Dio.
E LA LORO AVVENTURA SI RINNOVA NEL TEMPO. Da tanto tempo. Da venti secoli ormai, tanti uomini cercano Dio in Gesù Cristo. E lo trovano. Pensiamo: in questi momenti centinaia di milioni di uomini sulla terra sono raccolti come noi qui, attorno a un altare. Uomini pensosi, di buona volontà, in dialogo con il Signore. Per ricevere luce dalla grotta di Betlemme, per trovare la forza necessaria a vivere da cristiani.
E altri uomini, che non hanno ancora trovato, continuano a cercare.

TESTIMONIANZE SULLA RICERCA

Tanti di loro ci hanno lasciato le significative testimonianze della loro ricerca. A cominciare da quell'anticipatore che fu il vecchio Socrate, il quale diceva: "La vita senza ricerca non è degna dell'uomo".
Non tutti trovano, per esempio il poeta Eugenio Montale confessava nei suoi versi: "Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro / per vedere il Signore / se mai passi. / Ahimè, io non sono un rampicante, / ed anche stando in punta di piedi, / io non l'ho visto".

* LE MODALITÀ DELLA RICERCA risultano singolari. "Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore" (Antoine de Saint-Exupéry). "Noi cerchiamo Dio con l'intelletto, ma lo troviamo solo con il cuore" (Josef von Eötvös). "Per vedere la luce di Dio, spegnete la vostra piccola candela" (Thomas Fuller).
A volte è singolare L'APPRODO della ricerca. "Per anni sono andato in cerca di Dio, e quando al termine del mio cammino ho aperto gli occhi, ho scoperto che lui era lì ad aspettarmi" (Ferid Ed-Din Attar).
Ecco il punto di vista di Benedetto XVI. Ha scritto il giornalista Peter Seewald, in un'intervista: "Chiesi [al card. Ratzinger] quante vie ci fossero per arrivare fino a Dio. Avrebbe potuto dire una sola, o parecchie. Disse: tante quanti sono gli uomini".
L'ESITO FINALE, secondo Blaise Pascal è articolato: "Esistono tre categorie di individui: quelli che servono Dio dopo averlo trovato; quelli che si sforzano di cercarlo senza ancora trovarlo; quelli che vivono senza cercarlo e senza averlo trovato. I primi sono ragionevoli e felici; gli ultimi sono pazzi e infelici; quelli di mezzo sono infelici e ragionevoli".
Comunque lo stesso Pascal, in un altro pensiero vertiginoso, ha immaginato Dio che gli diceva: "Consòlati: non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato".

PIERINO E LA BEFANA

Quanto a Pierino che immagina la Befana col naso adunco, la scopa elettronica e i tanti regali, il romanziere Gilbert Chesterton ha scritto: "I bambini sono pieni di riconoscenza verso la Befana, che una volta all'anno fa trovare, nelle loro calze, caramelle e cioccolatini. Ma quanto più dovrebbero essere riconoscenti verso la divina Provvidenza, che nelle calze fa loro trovare ogni giorno, al mattino quando si vestono, un paio di bei piedini con tanta voglia di correre e saltare".

                                                                                   Enzo Bianco, sdb

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