Fra.Giorgio Scatto "Dal battesimo al Giordano Dio è il protagonista della storia di Gesù

Letture: Is 55,1-11; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
Riprendiamo, dopo una breve interruzione, il nostro umile servizio di lettura della Parola. Una serie di vicissitudini, legate a lutti, malattie stagionali e ricoveri ospedalieri, ci ha costretti sospendere questo bellissimo dialogo, che dura ormai da diversi anni. Ora, lentamente, tutto sta tornando nella normalità e la vita ordinaria può riprendere il suo corso. Di tutto rendiamo grazie al Signore.



Oggi la liturgia ci presenta la festa del battesimo di Gesù. Data la densità dei testi, mi limiterò a commentare brevemente solo il vangelo.
Giovanni proclamava: << Viene dopo di me colui che è più forte di me>>. Giovanni non si considerò mai il Messia degli ultimi tempi. Egli doveva soltanto “preparare la via del Signore” attraverso il battesimo nel Giordano, il grande segno che esprimeva la conversione a Dio e la speranza nel suo perdono. Poi sarebbe venuto “il più forte”. Probabilmente Giovanni attendeva un personaggio che doveva ancora arrivare, un mediatore definitivo, che avrebbe portato a compimento il processo iniziato con la sua opera profetica. Il Battista parla anche di un battesimo di fuoco: il “fuoco” di Dio avrebbe definitivamente purificato e giudicato il suo popolo. Questo grande giudizio purificatore sarebbe sfociato in una situazione nuova di pace e di vita piena. E’ ciò che lui definisce il “battesimo nello Spirito Santo”: Israele sperimenterà la forza trasformatrice di Dio, l’effusione vivificante del suo Spirito, vivendo un’Alleanza nuova con il suo Dio.
Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. Il fatto, dicono gli storici, avvenne intorno all’anno 28, e si tratta di uno dei dati più sicuri; nelle prime comunità cristiane non sarebbe venuto in mente a nessuno di inventare un episodio così imbarazzante, che non avrebbe potuto far altro che creare difficoltà ai seguaci di Gesù. Sorgono, infatti, almeno due domande: se Gesù si fa battezzare da Giovanni, è forse inferiore a lui? Inoltre: se Gesù è sceso nel Giordano assieme a tutti coloro che confessavano i loro peccati, non era un peccatore anche Gesù?
I vangeli, che non negano il fatto del battesimo, ma lo presentano in maniera tale da non sminuire la dignità di Gesù. Marco afferma che Gesù “fu battezzato da Giovanni nel Giordano”, e aggiunge immediatamente che, uscendo dall’acqua, Gesù ebbe una strana esperienza: vide “squarciarsi i cieli”; vide inoltre che lo Spirito di Dio scendeva su di lui “come una colomba” e udì una voce che gli diceva dal cielo: <<Tu sei il Figlio mio, l’amato>>. Così tutti potevano comprendere che, nonostante si fosse lasciato battezzare da Giovanni, Gesù era in realtà quel personaggio “più forte” di cui parlava il Battista, colui che sarebbe venuto dopo di lui a “battezzare con Spirito”.
Vide squarciarsi i cieli. E’ la risposta all’intensa invocazione del popolo che troviamo nel profeta Isaia: “Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore così che non ti tema? Ritorna, per amore dei tuoi servi. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Is 63,17.19). Tutto ciò che mancava al popolo, che causava la sua miseria, la sua lamentazione e supplica, tutto ciò si verifica nel battesimo di Gesù. Il popolo implorava una nuova dimostrazione della paternità di Dio, la ‘scissione dei cieli’. L’arrivo di Gesù è la risposta di Dio alla preghiera del popolo penitente.
Vide lo Spirito discendere su di lui. Al battesimo viene donato a Gesù lo Spirito di Dio nella sua persona e in modo intimo e stabile, non perché lo ‘trasformi’, ma perché venga svelata pubblicamente la sua identità di Figlio di Dio. Uno Spirito che, mentre rende trasparente l’identità di Gesù, lo abilita per la sua missione.
Come una colomba. Ci sono due suggestive interpretazioni. Lo Spirito che discende come una colomba vorrebbe significare che effetto di questo evento sarebbe stata la costituzione del nuovo popolo di Dio, comunità escatologica, rappresentata nell’immagine della colomba. Gesù viene per questo popolo; il popolo trova in Gesù il suo pastore e la sua guida. Un’altra lettura interpreta la colomba quale ‘messaggera d’amore’, sullo sfondo della simbologia del Cantico dei cantici (Ct 1,15; 4,1). Come ‘messaggera d’amore’ la colomba sarebbe in stretta relazione con la voce del Padre che esplicita il proprio amore per il Figlio Unico.
Venne una voce dal cielo. Vengono richiamate simultaneamente tre figure veterotestamentarie che confluiscono nell’evidenziare la singolare identità di Gesù:
- il re “figlio di Dio”, del salmo 2,7 e del messianismo regale in genere.
- il Servo di JHWH di Isaia 42,1-4, ad un tempo figura regale e profetica.
- il Figlio unico e amato, tragicamente destinato al “sacrificio” di Gn 22,2.12.16.
Per Marco, la scena battesimale ha la funzione di far entrare subito, per la prima volta, Dio come protagonista della storia di Gesù, per garantire, con il massimo di autorità, la vera risposta alla domanda cristologica che percorre tutto il vangelo: chi è davvero costui?
Infine, una domanda: se il Figlio di Dio, nel mistero della sua incarnazione, che va dal concepimento verginale alla discesa agli inferi e alla sua gloriosa ascensione al cielo, “non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-7); se Gesù si è messo in fila con i peccatori, abbattendo ogni separazione, ogni segno di potere, ogni ambizione di casta, mescolandosi con la folla anonima e senza volto che da sempre riempie periferie sterminate e città senz’anima, perché molti, anche nella Chiesa, criticano aspramente papa Francesco che, nelle parole e nei gesti, ci mostra semplicemente la via del vangelo?

Giorgio Scatto    

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