don Carlo Occelli " Mani"
V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/02/2012)
Vangelo: Mc 1,29-39
Dalla sinagoga alla casa. Dallo spazio di Dio allo spazio degli uomini. E così Gesù, dal luogo della predicazione ufficiale, semina vita nella casa di Pietro, dove ha trovato posto con i primi discepoli.
Appena ha ridato vita all'indemoniato, "subito" ci ricorda Marco, va a casa. E "subito" gli parlano della suocera di Pietro, ammalata di febbre.
Miracolo brevissimo che potrebbe passare quasi sotto silenzio. Eppure in quella velocità in cui tutto accade, si cela la delicatezza e la forza del Signore.
Non c'è solo una parola nuova, insegnata con autorità, ma ci sono anche gesti e movimenti nuovi.
Entriamo in questo Parola che è detta per noi.
Il primo atteggiamento dei discepoli, parlarne con Gesù, è il primo dei tanti che dimentico ogni giorno. Sono così abituato ad arrangiarmi da me, a programmare la mia vita e quella degli altri, a ricercare le strategie giuste per risolvere i problemi... che mi dimentico l'essenziale: parlarne con Gesù.
Diciamocelo, quando c'è qualcosa che non va, non ne parlo al primo che capita, mi confido con quella persona là, sento la necessità di chiedere aiuto là dove so di essere ascoltato. Lo ammetto Signore, spesso non sei tu quella persona.
Ora mi accorgo che tutto ricomincia da te. Sorry.
"Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano".
Stupendo, non credete? C'è tutto Gesù in questo versetto, ci siamo noi e il Regno che osiamo costruire su questa terra.
Mi domando quali siano le febbri che mi tengono a letto, disteso sui miei malanni, avvolto dalle mie paure. Il maestro si avvicina e solleva. Marco usa il verbo della risurrezione.
Non scappa il Signore di fronte alla febbre, non fugge i problemi, non aggira gli ostacoli. Marco continua, in questa giornata-tipo di Gesù, a raccontarci di un Dio liberatore, venuto per togliere gli uomini dai mali. E' successo in sinagoga, si ripete nella casa. Cosa accade quando giunge il Regno di Dio?
Ricordate l'annuncio della seconda domenica? "Il regno dei cieli è vicino..., è presente, convertitevi e credete nel vangelo". Eccolo Gesù che si avvicina ai miei problemi e ai miei malanni.
Per sollevarmi, liberarmi, rimettermi in piedi.
"E ti rialzerà ti solleverà su ali d'aquila
ti reggerà
sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole,
così nelle sue mani vivrai".
Un movimento di mano, semplicissimo. Una mano che cerca, che tocca solleva. Corpo e spirito si elevano.
La guarigione ha inizio con una mano che solleva e non fugge. Il regno dei cieli è simile ad una mano d'uomo che s'avvicina e ti solleva.
Amici: la fede si regge sul coraggio delle mani. Guardati attorno: a cominciare dalla gente che ti sta vicina nel banco della chiesa, da coloro che si siedono con te a mangiar pranzo e cena, dal collega di scrivania.
Oserai cercare altre mani? Ti lancerai anche tu in quel coraggioso gesto di avvicinarti ad altri febbricitanti per dare una mano?
Così nasciamo noi cristiani: sollevati da Cristo chiamati a sollevare i fratelli.
C'è un particolare che viene subito dopo il miracolo. A Gesù portano indemoniati ed ammalati davanti alla porta di casa: occorre riconoscersi bisognosi di guarigione per entrare nel regno dei cieli. E' bandita l'autosufficienza e la salvezza fai da te, esiliata per sempre la superbia di chi si sente sano e perfetto.
Non è venuto per i sani, ma per gli ammalati e i bisognosi.
Mi riconosco orfano di una mano che mi risollevi, avvicinati Signore, rimettimi in piedi.
Darsi una mano, semplicità del nuovo regno di Dio, vangelo per la vita.
Mani che si cercano, si toccano, si sollevano. Immagine fisica dei cristiani.
Notiamo che l'evangelista evidenzia la contemporaneità di tutto ciò: mentre Gesù prende per mano la suocera di Pietro, essa risorge. La fece alzare prendendola per mano. E' proprio quel gesto che genera vita, quell'istante dell'incontro tra due mani che è gravido di risurrezione!
Non è splendido tutto ciò? Non è divinamente umano?
Ma certo che sì amico lettore, perché quando qualcuno si avvicina a te e ti prende per mano, si accosta e tocca con delicatezze le tue febbri e i tuoi dolori, allora, in quell'istante!, tu ti senti sollevare!
Dell'evangelo seminato nel nostro corpo noi custodiamo la memoria, che non sbaglia: "mi sento sollevato" sussurriamo.
Mani che si cercano allora! Come il bambino che naturalmente cerca la madre del babbo e della mamma, come l'innamorato con l'amata, come l'ammalato con il visitatore, come ogni povero Cristo che cade per terra: cerchiamo una mano, la Sua nella tua, che ai avvicini a noi. E diveniamo noi stessi mani che si avvicinano e sollevano.
Il segno della risurrezione infatti, la prova che la febbre l'ha abbandonata veramente, sta in ciò che viene subito dopo: la donna si mette a servire. Il segno della risurrezione avvenuta è il servizio dei fratelli, è la solidarietà delle tue mani.
C'è un segreto. "Al mattino presto si alzò quando ancora era buio, si ritirò in un luogo deserto e là pregava".
Segreto etimologicamente è participio passato del verbo secernere: mettere da parte, separare.
Esistenzialmente è appartarsi in preghiera, anche nella notte. Il segreto di Gesù è un'intima relazione con Dio. La sorgente dalla quale attinge ogni giorno il Maestro, per questo non si stanca mai!, sta nell'incontro in disparte con il Padre.
Il segreto per delle mani che risollevino sta nel deserto. Regaliamoci attimi di deserto giornalieri, è lì che attingiamo l'energia e la fiducia, è lì che le nostre mani sono teneramente prese dal Signore.
Coraggio amici: muoviamo le mani, cerchiamone altre!
Vangelo: Mc 1,29-39
Dalla sinagoga alla casa. Dallo spazio di Dio allo spazio degli uomini. E così Gesù, dal luogo della predicazione ufficiale, semina vita nella casa di Pietro, dove ha trovato posto con i primi discepoli.
Appena ha ridato vita all'indemoniato, "subito" ci ricorda Marco, va a casa. E "subito" gli parlano della suocera di Pietro, ammalata di febbre.
Miracolo brevissimo che potrebbe passare quasi sotto silenzio. Eppure in quella velocità in cui tutto accade, si cela la delicatezza e la forza del Signore.
Non c'è solo una parola nuova, insegnata con autorità, ma ci sono anche gesti e movimenti nuovi.
Entriamo in questo Parola che è detta per noi.
Il primo atteggiamento dei discepoli, parlarne con Gesù, è il primo dei tanti che dimentico ogni giorno. Sono così abituato ad arrangiarmi da me, a programmare la mia vita e quella degli altri, a ricercare le strategie giuste per risolvere i problemi... che mi dimentico l'essenziale: parlarne con Gesù.
Diciamocelo, quando c'è qualcosa che non va, non ne parlo al primo che capita, mi confido con quella persona là, sento la necessità di chiedere aiuto là dove so di essere ascoltato. Lo ammetto Signore, spesso non sei tu quella persona.
Ora mi accorgo che tutto ricomincia da te. Sorry.
"Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano".
Stupendo, non credete? C'è tutto Gesù in questo versetto, ci siamo noi e il Regno che osiamo costruire su questa terra.
Mi domando quali siano le febbri che mi tengono a letto, disteso sui miei malanni, avvolto dalle mie paure. Il maestro si avvicina e solleva. Marco usa il verbo della risurrezione.
Non scappa il Signore di fronte alla febbre, non fugge i problemi, non aggira gli ostacoli. Marco continua, in questa giornata-tipo di Gesù, a raccontarci di un Dio liberatore, venuto per togliere gli uomini dai mali. E' successo in sinagoga, si ripete nella casa. Cosa accade quando giunge il Regno di Dio?
Ricordate l'annuncio della seconda domenica? "Il regno dei cieli è vicino..., è presente, convertitevi e credete nel vangelo". Eccolo Gesù che si avvicina ai miei problemi e ai miei malanni.
Per sollevarmi, liberarmi, rimettermi in piedi.
"E ti rialzerà ti solleverà su ali d'aquila
ti reggerà
sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole,
così nelle sue mani vivrai".
Un movimento di mano, semplicissimo. Una mano che cerca, che tocca solleva. Corpo e spirito si elevano.
La guarigione ha inizio con una mano che solleva e non fugge. Il regno dei cieli è simile ad una mano d'uomo che s'avvicina e ti solleva.
Amici: la fede si regge sul coraggio delle mani. Guardati attorno: a cominciare dalla gente che ti sta vicina nel banco della chiesa, da coloro che si siedono con te a mangiar pranzo e cena, dal collega di scrivania.
Oserai cercare altre mani? Ti lancerai anche tu in quel coraggioso gesto di avvicinarti ad altri febbricitanti per dare una mano?
Così nasciamo noi cristiani: sollevati da Cristo chiamati a sollevare i fratelli.
C'è un particolare che viene subito dopo il miracolo. A Gesù portano indemoniati ed ammalati davanti alla porta di casa: occorre riconoscersi bisognosi di guarigione per entrare nel regno dei cieli. E' bandita l'autosufficienza e la salvezza fai da te, esiliata per sempre la superbia di chi si sente sano e perfetto.
Non è venuto per i sani, ma per gli ammalati e i bisognosi.
Mi riconosco orfano di una mano che mi risollevi, avvicinati Signore, rimettimi in piedi.
Darsi una mano, semplicità del nuovo regno di Dio, vangelo per la vita.
Mani che si cercano, si toccano, si sollevano. Immagine fisica dei cristiani.
Notiamo che l'evangelista evidenzia la contemporaneità di tutto ciò: mentre Gesù prende per mano la suocera di Pietro, essa risorge. La fece alzare prendendola per mano. E' proprio quel gesto che genera vita, quell'istante dell'incontro tra due mani che è gravido di risurrezione!
Non è splendido tutto ciò? Non è divinamente umano?
Ma certo che sì amico lettore, perché quando qualcuno si avvicina a te e ti prende per mano, si accosta e tocca con delicatezze le tue febbri e i tuoi dolori, allora, in quell'istante!, tu ti senti sollevare!
Dell'evangelo seminato nel nostro corpo noi custodiamo la memoria, che non sbaglia: "mi sento sollevato" sussurriamo.
Mani che si cercano allora! Come il bambino che naturalmente cerca la madre del babbo e della mamma, come l'innamorato con l'amata, come l'ammalato con il visitatore, come ogni povero Cristo che cade per terra: cerchiamo una mano, la Sua nella tua, che ai avvicini a noi. E diveniamo noi stessi mani che si avvicinano e sollevano.
Il segno della risurrezione infatti, la prova che la febbre l'ha abbandonata veramente, sta in ciò che viene subito dopo: la donna si mette a servire. Il segno della risurrezione avvenuta è il servizio dei fratelli, è la solidarietà delle tue mani.
C'è un segreto. "Al mattino presto si alzò quando ancora era buio, si ritirò in un luogo deserto e là pregava".
Segreto etimologicamente è participio passato del verbo secernere: mettere da parte, separare.
Esistenzialmente è appartarsi in preghiera, anche nella notte. Il segreto di Gesù è un'intima relazione con Dio. La sorgente dalla quale attinge ogni giorno il Maestro, per questo non si stanca mai!, sta nell'incontro in disparte con il Padre.
Il segreto per delle mani che risollevino sta nel deserto. Regaliamoci attimi di deserto giornalieri, è lì che attingiamo l'energia e la fiducia, è lì che le nostre mani sono teneramente prese dal Signore.
Coraggio amici: muoviamo le mani, cerchiamone altre!
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