Enzo Bianco, sdb "Quaranta giorni per capire"

22 febbraio 2015 | 1a Domenica - T. Quaresima B | Omelia
Presso l'antico popolo ebraico, all'inizio di una cerimonia importante, veniva affidato a un bambino un ruolo curioso. Il ragazzino si alzava in piedi, e a voce alta domandava: "Perché siamo qui? Che festa è? Quale rito celebriamo?".

Oggi uno dei nostri ragazzini potrebbe alzarsi e domandare: "Dite che siamo in Quaresima: ma che cos'è? perché la si celebra? E io che cosa dovrei fare?". Proviamo ad approfondire.

* Dunque, Quaresima. Un tempo forte dell'anno liturgico.
Il calendario della Chiesa non è caduto dalle nuvole. Non lo porta il postino: "Toc toc, ecco le feste cristiane, Natale e Pasqua e la Befana". Tutto è cominciato con i primi cristiani, è sgorgato dalla loro fede e dalla loro creatività, edè cresciuto lungo i secoli.

COME È NATA LA QUARESIMA

I primi cristiani - a partire dai dodici Apostoli del Signore - cominciarono subito a mettere in pratica i suoi insegnamenti. Nell'ultima Cena, che era stata anche la prima messa, Gesù aveva distribuito il pane e il vino, e detto: "Fate questo in memoria di me". Era l'Eucaristia, che i dodici avrebbero dovuto rinnovare e perpetuare nel tempo.

* Gli Ebrei da secoli facevano cadere la loro festa settimanale in giorno di sabato, ma Gesù era risor-to il giorno dopo, e i cristiani scelsero di fare festa il giorno dopo il sabato. Lo chiamarono giorno del Signore, in latino dominica dies, e ora diciamo semplicemente domenica. Alla domenica presero a riunirsi insieme, per compiere il comando ricevuto dal Signore, per meditare la sua Parola, e spezzare insieme il pane.

* Gesù però era morto e risorto proprio nei giorni in cui gli Ebrei da secoli celebravano la loro Pasqua. La parola ebraica Pasqua significa passaggio: quel giorno essi commemoravano il loro passaggio dalla schiavitù d'Egitto alla libertà. E anche i cristiani presero a considerare la Pasqua come loro massima festa, per un motivo simile. Nei giorni della Pasqua Gesù era morto e risorto, e la festa della Pasqua cristiana avrebbe indicato il passaggio del Signore dalla morte alla risurrezione.
Quel giorno Gesù aveva vinto la morte, aveva liberato l'uomo dal peccato e dal male, confermato la nostra adozione a figli di Dio. C'era dunque motivo per fare grande festa, magari festa di una settimana, e fu appunto la Settimana Santa.

* Non basta. Occorreva prepararsi in modo adeguato a questa solenne commemorazione. È difficile capire a fondo Gesù, noi non ci riusciremo mai del tutto, ma valeva la pena di prendersi un po' di tempo e provarci.
Quanto tempo? Anche in questo Gesù era stato d'esempio. Ce ne parla il Vangelo di oggi. Vi leggiamo che Gesù, dopo il battesimo ricevuto da Giovanni Battista, per prepararsi alla sua missione si era ritirato nel deserto per quaranta giorni: "Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto, e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana". Ma impegnato in un affettuoso filiale colloquio col Padre.

* Quel quaranta indicato da Marco era un numero simbolico. Ma i primi cristiani lo presero alla lettera, e ritagliarono per sé ogni anno - prima della Pasqua - un tempo di quaranta giorni per meditare sul mistero di Gesù morto e risorto.
E sapendo che il Signore era morto per i peccati degli uomini, dettero a quel tempo un sapore peni-tenziale, da vivere in prima persona. La Quaresima.
Intanto i pagani adulti che chiedevano di entrare nella Chiesa - detti catecumeni - erano sempre più numerosi nelle comunità di fede: avrebbero ricevuto il battesimo solennemente nella notte di Pa-squa, e si fece proprio della Quaresima il tempo della loro più intensa preparazione.

* Così, con i quaranta giorni prima della Pasqua da trascorrere nel rinnovamento interiore, è nata la nostra Quaresima. Un impegno di conversione vissuto da duemila anni, che aiuta i singoli e l'umanità a maturare. Anche l'umanità? Sicuro. Come diceva Pascal, "per una goccia che cade tutto l'oceano si solleva".

ORA NOI CRISTIANI DI OGGI

Ora noi cristiani di oggi non saremo da meno dei cristiani antichi che a poco a poco organizzarono la Quaresima. La Chiesa ancora ci esorta a trascorrere questo tempo con massimo impegno.
Come fare? Gli evangelisti hanno presentato Gesù come persona riflessiva, che amava il raccoglimento. E la Chiesa invita tutti i cristiani a prendere il capo tra le mani, riflettere, pensare. Alla propria vita, ai progetti.

* C'è un'attività che ogni uomo svolge, anche senza rendersene conto, fin dalla nascita: elabora la propria personale visione del mondo. Avviene spontaneamente, ogni volta che lasciamo da parte le solite faccende e proviamo a riflettere su chi siamo e che cosa stiamo facendo. Abbiamo già in testa una sintesi mentale, e pensando la richiamiamo alla coscienza, e magari le imprimiamo una revisione, le diamo una ritoccatina.
Per il cristiano questo può accadere in modo più consistente, nel tempo della Quaresima vissuto in modo cristiano. La fede viene a dare un suo colorito alla nostra vita, ai nostri progetti. Al modo di comportarci con i nostri cari, a qualcosa di buono da realizzare per loro e con loro. Insomma, a ciò che si sta combinando sotto lo sguardo del Signore.

* Può anche capitare di pentirsi del male fatto. "Chi si pente ama. E amando, appartiene già a Dio" (Fëdor Dostoevskij). Ha spiegato un antico rabbino di Israele: "Ognuno di noi è legato a Dio con un filo: quando commettiamo un peccato, il filo si rompe. Ma quando ci pentiamo della nostra colpa, Dio fa un nodo al filo, e così il filo diventa più corto di prima. E noi ci troviamo più vicini a Dio".

* Il pentimento dispone a chiedere perdono a Dio e ai fratelli. Perciò la Quaresima è tempo ideale per la confessione. E così si volta pagina. Diceva un altro saggio antico: "L'uomo che si pente sinceramente e confessa i propri errori, è come un neonato" (chassid Yacov Yitzchak di Lublino).
Abbiamo dunque a disposizione - se vogliamo - quaranta giorni per capire. Per approfondire la nostra visione del mondo, per riorganizzarci, e vivere meglio da cristiani.
Secondo Benedetto XVI la Quaresima può diventare per noi "il tempo delle decisioni mature". E scusate e è poco.
Enzo Bianco, sdb

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