FRATI MINORI DELL'UMBRIA"DELL'AMORE DI DIO"
Prima che dell'amore PER Dio
L'espressione amore di Dio ha due accezioni molto diverse tra loro: una in cui Dio è oggetto e l'altra in cui Dio è soggetto; una che indica il nostro amore per Dio e l'altra che indica l'amore di Dio per noi.
L'uomo, più propenso a sentirsi creditore che debitore, ha sempre dato la precedenza al primo significato, a quello che facciamo noi per Dio.
Anche la predicazione cristiana ha seguito questa via, parlando, in certe epoche, quasi solo del dovere di amare Dio.
Ma la rivelazione biblica dà la precedenza al secondo significato: all'amore di Dio, non all'amore per Dio.
Aristotele diceva che Dio muove il mondo "in quanto è amato", cioè in quanto è oggetto d'amore e causa finale di tutte le creature. Ma la Bibbia dice esattamente il contrario e cioè che Dio crea e muove il mondo in quanto ama il mondo.
La cosa più importante, a proposito dell'amore di Dio, non è dunque che l'uomo ama Dio, ma che Dio ama l'uomo e lo ama per primo: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio ma è lui che ha amato noi" (1 Gv 4, 10). Da questo dipende tutto il resto, compresa la nostra stessa possibilità di amare Dio: "Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo" (1 Gv 4, 19). Giovanni è l'uomo dei grandi salti. Nel ricostruire la storia terrena di Cristo, gli altri si erano arrestati alla sua nascita da Maria, egli fa il grande balzo indietro, dal tempo all'eternità: "In principio era il Verbo".
Lo stesso fa a proposito dell'amore. Tutti gli altri, compreso Paolo, hanno parlato dell'amore di Dio manifestatosi nella storia e culminato nella morte di Cristo; lui risale a oltre la storia. Non ci presenta solo un Dio che ama, ma un Dio che è amore. "In principio era l'amore, l'amore era presso Dio e l'amore era Dio"; così possiamo sciogliere la sua affermazione: "Dio è amore" (1Gv 4,10).
Di essa Agostino ha scritto: "Se non ci fosse, in tutta questa Lettera e in tutte le pagine della Scrittura, nessun elogio dell'amore all'infuori di questa sola parola, cioè che Dio è amore, non dovremmo chiedere di più". Tutta la Bibbia non fa che "narrare l'amore di Dio". Questa è la notizia che sostiene e spiega tutte le altre.
Si discute a non finire, e non solo da oggi, se esiste Dio; ma io credo che la cosa più importante non sia sapere se Dio esiste, ma se è amore. Se, per ipotesi, egli esistesse ma non fosse amore, ci sarebbe più da temere che da gioire per la sua esistenza, come infatti è avvenuto presso diversi popoli e civiltà.
La fede cristiana ci assicura proprio su questo: Dio esiste ed è amore!
Il punto di partenza del nostro viaggio è la Trinità. Perché i cristiani credono nella Trinità? La risposta è: perché credono che Dio è amore. Ma non c'è amore che non sia amore di qualcosa o di qualcuno. Chi ama Dio per essere definito amore? L'umanità? Ma gli uomini esistono solo da alcuni milioni di anni; prima di allora, chi amava Dio per essere definito amore?
Non può aver cominciato ad essere amore a un certo punto del tempo, perché Dio non può cambiare la sua essenza. Il cosmo? Ma l'universo esiste da alcuni miliardi di anni; prima, chi amava Dio per potersi definire amore? Se stesso? Ma amare se stessi non è amore, è egoismo o, come dicono gli psicologi, narcisismo.
Ed ecco la risposta della rivelazione cristiana che la Chiesa ha raccolto da Cristo e ha esplicitata nel suo credo.
Dio è amore in se stesso, prima del tempo, perché da sempre ha in se stesso un Figlio, il Verbo, che ama di un amore infinito che è lo Spirito Santo.
In ogni amore ci sono sempre tre realtà o soggetti: uno che ama, uno che è amato e l'amore che li unisce.
L'espressione amore di Dio ha due accezioni molto diverse tra loro: una in cui Dio è oggetto e l'altra in cui Dio è soggetto; una che indica il nostro amore per Dio e l'altra che indica l'amore di Dio per noi.
L'uomo, più propenso a sentirsi creditore che debitore, ha sempre dato la precedenza al primo significato, a quello che facciamo noi per Dio.
Anche la predicazione cristiana ha seguito questa via, parlando, in certe epoche, quasi solo del dovere di amare Dio.
Ma la rivelazione biblica dà la precedenza al secondo significato: all'amore di Dio, non all'amore per Dio.
Aristotele diceva che Dio muove il mondo "in quanto è amato", cioè in quanto è oggetto d'amore e causa finale di tutte le creature. Ma la Bibbia dice esattamente il contrario e cioè che Dio crea e muove il mondo in quanto ama il mondo.
La cosa più importante, a proposito dell'amore di Dio, non è dunque che l'uomo ama Dio, ma che Dio ama l'uomo e lo ama per primo: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio ma è lui che ha amato noi" (1 Gv 4, 10). Da questo dipende tutto il resto, compresa la nostra stessa possibilità di amare Dio: "Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo" (1 Gv 4, 19). Giovanni è l'uomo dei grandi salti. Nel ricostruire la storia terrena di Cristo, gli altri si erano arrestati alla sua nascita da Maria, egli fa il grande balzo indietro, dal tempo all'eternità: "In principio era il Verbo".
Lo stesso fa a proposito dell'amore. Tutti gli altri, compreso Paolo, hanno parlato dell'amore di Dio manifestatosi nella storia e culminato nella morte di Cristo; lui risale a oltre la storia. Non ci presenta solo un Dio che ama, ma un Dio che è amore. "In principio era l'amore, l'amore era presso Dio e l'amore era Dio"; così possiamo sciogliere la sua affermazione: "Dio è amore" (1Gv 4,10).
Di essa Agostino ha scritto: "Se non ci fosse, in tutta questa Lettera e in tutte le pagine della Scrittura, nessun elogio dell'amore all'infuori di questa sola parola, cioè che Dio è amore, non dovremmo chiedere di più". Tutta la Bibbia non fa che "narrare l'amore di Dio". Questa è la notizia che sostiene e spiega tutte le altre.
Si discute a non finire, e non solo da oggi, se esiste Dio; ma io credo che la cosa più importante non sia sapere se Dio esiste, ma se è amore. Se, per ipotesi, egli esistesse ma non fosse amore, ci sarebbe più da temere che da gioire per la sua esistenza, come infatti è avvenuto presso diversi popoli e civiltà.
La fede cristiana ci assicura proprio su questo: Dio esiste ed è amore!
Il punto di partenza del nostro viaggio è la Trinità. Perché i cristiani credono nella Trinità? La risposta è: perché credono che Dio è amore. Ma non c'è amore che non sia amore di qualcosa o di qualcuno. Chi ama Dio per essere definito amore? L'umanità? Ma gli uomini esistono solo da alcuni milioni di anni; prima di allora, chi amava Dio per essere definito amore?
Non può aver cominciato ad essere amore a un certo punto del tempo, perché Dio non può cambiare la sua essenza. Il cosmo? Ma l'universo esiste da alcuni miliardi di anni; prima, chi amava Dio per potersi definire amore? Se stesso? Ma amare se stessi non è amore, è egoismo o, come dicono gli psicologi, narcisismo.
Ed ecco la risposta della rivelazione cristiana che la Chiesa ha raccolto da Cristo e ha esplicitata nel suo credo.
Dio è amore in se stesso, prima del tempo, perché da sempre ha in se stesso un Figlio, il Verbo, che ama di un amore infinito che è lo Spirito Santo.
In ogni amore ci sono sempre tre realtà o soggetti: uno che ama, uno che è amato e l'amore che li unisce.
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