FRATI MINORI DELL'UMBRIA"S.FRANCESCO CON CRISTO POVERO E CROCIFISSO"
Francesco, folgorato dall’amore di Dio
La radicale trasformazione di Francesco non passa inosservata; molti giovani d’Assisi, affascinati dalla sua vita, lasciano tutto per seguire «Cristo povero e crocifisso».
In questo modo, il Santo, dopo la scoperta della sua vocazione evangelica si trova ad essere, senza pensarlo, padre di una moltitudine.
«Quando Francesco cominciò ad avere dei fratelli, era molto felice per la loro conversione e per l’amabile compagnia donatagli dal Signore, e li circondava di grande amore e venerazione» (Legp 3).
Santa Chiara d’Assisi, cresciuta all’ombra di san Francesco come sua “piccola pianta”, non esita a “spogliarsi” di tutto e insieme a lui s’incunea nel mistero di Cristo abbracciando l’unico programma che è guidato interamente dallo Spirito Santo: la sequela limpida del Vangelo.
«Da otto secoli il nome di Francesco è tra i più ricordati, anche al di là degli orizzonti della Chiesa cattolica, alla quale ha voluto legarsi come a propria madre.
E tuttavia nessuno è mai riuscito a catalogarlo semplicemente tra i “personaggi” del passato, dai quali presto o tardi di finisce per prendere le distanze. Lo si percepisce come un vivente, lo si accosta come un amico, compagni fidato di viaggio, suggeritore di una vita, diversa da quella che così spesso c’intristisce, una vita sognata di fratellanza, di pace e finalmente di gioia.
A mantenerne la memoria hanno concorso certamente i suoi figli e le sue figlie; ma molto anche le testimonianze su di lui, che continuano a narrare e a celebrare la sua storia, dai libri, dalle pareti affrescate, dalla liturgia.
È una lunga, quasi infinita galleria di volumi, di racconti, di colloqui. Ed ogni epoca si rimette in cammino di scoperta, costruendo sulle precedenti acquisizioni, a volte magari scartandole, con la fiducia, la certezza anzi, che Francesco ha ancora un segreto da svelare, un messaggio da offrire, che cioè può riapparire pienamente attuale e coinvolto nel proprio oggi, nei propri sogni e problemi».
Francesco, folgorato dall’amore di Dio, ha percorso le strade del suo tempo per portare il Vangelo tra la gente con umiltà e semplicità di cuore. Ha predicato in tutti i maggiori centri umbri, andando più volte verso nord per raggiungere la Verna e verso sud per raggiungere Rieti e Greccio. A Terni fu lodato dal Vescovo per la sua condizione di uomo semplice e illetterato e a Gubbio avvenne il famoso patto di pace tra il lupo e la popolazione, raccontato nei Fioretti. Per seguire le orme di Francesco bisognerebbe percorrere molti chilometri in Italia e all’estero. Francesco cerca luoghi di solitudine per immergersi in Dio: le Carceri, l’Isola Maggiore del Lago Trasimeno, lo Speco di Narni, la Verna, la Valle Reatina.
Molti altri luoghi sono stati segnati dalla presenza dei primi conventi francescani fondati dai discepoli del Santo.In questi luoghi francescani traspare la semplicità, la povertà, l’umiltà di Francesco e dei suoi primi seguaci.
Il silenzio di questi luoghi, ancora oggi, da secoli tramandano, nello stormire degli alberi, nel canto degli uccelli, nel sussurrare del vento, nel mormorio di una sorgente, il dolce canto di un uomo fatto preghiera.
La radicale trasformazione di Francesco non passa inosservata; molti giovani d’Assisi, affascinati dalla sua vita, lasciano tutto per seguire «Cristo povero e crocifisso».
In questo modo, il Santo, dopo la scoperta della sua vocazione evangelica si trova ad essere, senza pensarlo, padre di una moltitudine.
«Quando Francesco cominciò ad avere dei fratelli, era molto felice per la loro conversione e per l’amabile compagnia donatagli dal Signore, e li circondava di grande amore e venerazione» (Legp 3).
Santa Chiara d’Assisi, cresciuta all’ombra di san Francesco come sua “piccola pianta”, non esita a “spogliarsi” di tutto e insieme a lui s’incunea nel mistero di Cristo abbracciando l’unico programma che è guidato interamente dallo Spirito Santo: la sequela limpida del Vangelo.
«Da otto secoli il nome di Francesco è tra i più ricordati, anche al di là degli orizzonti della Chiesa cattolica, alla quale ha voluto legarsi come a propria madre.
E tuttavia nessuno è mai riuscito a catalogarlo semplicemente tra i “personaggi” del passato, dai quali presto o tardi di finisce per prendere le distanze. Lo si percepisce come un vivente, lo si accosta come un amico, compagni fidato di viaggio, suggeritore di una vita, diversa da quella che così spesso c’intristisce, una vita sognata di fratellanza, di pace e finalmente di gioia.
A mantenerne la memoria hanno concorso certamente i suoi figli e le sue figlie; ma molto anche le testimonianze su di lui, che continuano a narrare e a celebrare la sua storia, dai libri, dalle pareti affrescate, dalla liturgia.
È una lunga, quasi infinita galleria di volumi, di racconti, di colloqui. Ed ogni epoca si rimette in cammino di scoperta, costruendo sulle precedenti acquisizioni, a volte magari scartandole, con la fiducia, la certezza anzi, che Francesco ha ancora un segreto da svelare, un messaggio da offrire, che cioè può riapparire pienamente attuale e coinvolto nel proprio oggi, nei propri sogni e problemi».
Francesco, folgorato dall’amore di Dio, ha percorso le strade del suo tempo per portare il Vangelo tra la gente con umiltà e semplicità di cuore. Ha predicato in tutti i maggiori centri umbri, andando più volte verso nord per raggiungere la Verna e verso sud per raggiungere Rieti e Greccio. A Terni fu lodato dal Vescovo per la sua condizione di uomo semplice e illetterato e a Gubbio avvenne il famoso patto di pace tra il lupo e la popolazione, raccontato nei Fioretti. Per seguire le orme di Francesco bisognerebbe percorrere molti chilometri in Italia e all’estero. Francesco cerca luoghi di solitudine per immergersi in Dio: le Carceri, l’Isola Maggiore del Lago Trasimeno, lo Speco di Narni, la Verna, la Valle Reatina.
Molti altri luoghi sono stati segnati dalla presenza dei primi conventi francescani fondati dai discepoli del Santo.In questi luoghi francescani traspare la semplicità, la povertà, l’umiltà di Francesco e dei suoi primi seguaci.
Il silenzio di questi luoghi, ancora oggi, da secoli tramandano, nello stormire degli alberi, nel canto degli uccelli, nel sussurrare del vento, nel mormorio di una sorgente, il dolce canto di un uomo fatto preghiera.
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