Movimento Apostolico "Si ritirò in un luogo deserto, e la pregava"

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/02/2015)
Vangelo: Mc 1,29-39 
Il bene come il male che una persona compie, visti, si imprimono nella mente e vi rimangono per sempre. Pietro va in cerca di Gesù. Lo trova in un luogo solitario, deserto. Vi si era recato per
pregare. Questa modalità di essere di Gesù si incide nella mente di Pietro, diviene anche per lui modalità del suo essere.
Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica. Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c'è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone, detto Pietro. Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare». Quando l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un soldato, uomo religioso, che era ai suoi ordini; spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi. In essa c'era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo. Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!». Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro». E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano». Questo accadde per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu risollevato nel cielo. Mentre Pietro si domandava perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio: dopo aver domandato della casa di Simone, si presentarono all'ingresso, chiamarono e chiesero se Simone, detto Pietro, fosse ospite lì. Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano; àlzati, scendi e va' con loro senza esitare, perché sono io che li ho mandati». Pietro scese incontro a quegli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?». Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutta la nazione dei Giudei, ha ricevuto da un angelo santo l'ordine di farti venire in casa sua per ascoltare ciò che hai da dirgli». Pietro allora li fece entrare e li ospitò (At 10,1-23).
Gesù nella preghiera, in luogo deserto, entra in comunione con la volontà del Padre. Questi gli rivela cosa deve fare. Gli comunica che deve recarsi altrove. Deve raggiungere i villaggi vicini, perché anche là lui predichi. Pietro trova in casa un luogo deserto, solitario, la terrazza, si mette in comunione con il Padre. Questi gli rivela che è giunto il momento di dichiarare puri tutti gli animali finora pensati e ritenuti impuri. Dio non comunica con l'uomo se non nella preghiera, fatta però non nel chiasso e nel frastuono di certe liturgie non sopportate neanche dai dannati dell'inferno, ma nel silenzio, nel ritiro, nella solitudine, nel segreto, quando nessuno vede e nessuno ascolta. Il Padre non vuole frastuono, chiasso, interferenze di altre voci. Lui e l'anima, Lui e il cuore, Lui e la mente, da soli, nel silenzio.
Urge non insegnare a pregare, ma dare esempi di vera preghiera. Gesù è Maestro con l'esempio prima e poi con la parola. Pietro vede, apprende, si ricorda, vive.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci a pregare bene

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