P. Antonio Villarino Comb.Gesù ci passa il “testimone” della missione"
15 maggio, 2015 7a Domenica di Pasqua - Anno B | Omelia
Questa volta la lettura evangelica della liturgia fa un salto. Dal vangelo di Giovanni, che abbiamo letto le ultime domeniche, passiamo a leggere l’ultima parte dell’ultimo capitolo di Marco, che gli esperti assicurano che è stata aggiunta più tarde alla redazione originale, il che non gli
toglie niente al suo importante significato per la Chiesa primitiva e per noi. I cinque versetti che leggiamo oggi ci parlano di come Gesù ha passato il “testimone” della missione alla Chiesa per continuare la sua missione nel mondo. Vediamo brevemente questi cinque versetti:
1.- “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”
Più chiaro non può essere detto. Gli amici e i discepoli di Gesù capirono ben presto tre cose: a) che l’esperienza di amicizia e discepolato che avevano fatto accanto a Gesù di Nazareth era la “perla preziosa”, quello che di più importante era capitato nella loro vite; b) che non ostante la sua morte –o precisamente in essa- Gesù non era un perdente ma un vincitore –non in base alla prepotenza, ma in base all’amore- e che adesso Lui vive acanto al Padre –per cui è presente in ogni epoca della storia-; c) che questa meravigliosa notizia non possono tenerla per loro soli, ma deve arrivare a tutti gli angoli della Terra. Annunciare questa “Buona Notizia”, questo “vangelo” non è un mandato per imporre ad altri un’ideologia o alcuni riti, ma per condividere con tutti l’enorme dono ricevuto.
2.- “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”
I discepoli sanno anche che la misericordia di Dio fu rivelata a loro e a tutti gli esseri umani in Gesù Cristo. E che per ricevere questa misericordia non c’è bisogno di diventare “i migliori”, di fare qualche cammino straordinario; c’è bisogno soltanto di credere, di non chiudersi nel nostro orgoglio e ipocrisia, ma aprirsi gratuitamente al dono di un Amore gratuitamente offertoci. Il Battesimo è il segno eloquente di quest’accettazione, di questo riconoscimento del proprio peccato e di questo lasciarsi purificare e liberare dall’Amore senza limiti rivelato in Colui che “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso… divenendo simile agli uomini”.
3.- “Imporranno le mani ai malati e questi guariranno”
Molte volte pensiamo che la missione che Gesù ci affida consista nel predicare. Ed è vero che la parola è molto importante; essa illumina il nostro cammino e ci fa entrare in relazione con Dio e con il prossimo. Ma il Messaggio cristiano è molto di più che parole; è vita, azione, salute, educazione, libertà… agisce nelle realtà concrete delle persone e della società. E’ interessante notare come dall’inizio della missione cristiana ha prodotto intorno a se tutto un mondo di solidarietà (scuole, ospedali, centri per anziani e bambini, etc.). Queste azioni sociali non sono un modo per guadagnarsi la simpatia della gente; sono dei “segni messianici”, come quelli che faceva Gesù: azioni concrete che mostrano l’amore di Dio per ogni persona nella sua concreta situazione storica. D’altronde, questa “sanazione”, che nel mondo occidentale è capita come semplice guarigione fisica, è molto di più: è una sanazione della persona stessa, nella sua profonda identità, il che ha, tra l’altro, evidenti effetti fisici, psicologici e anche sociali. Non c’è dubbio, il Vangelo, quando è annunciato e ricevuto nella sincerità, ha in se una straordinaria forza sanatrice e liberatrice.
4. “Fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio”
Naturalmente, questi termini –assunto, sedersi, destra- hanno un valore simbolico e vogliono trasmetterci una verità importante: che Gesù, adesso che è “nel cielo”, oltre la storia, non ha più le limitazioni proprie di un galileo del primo secolo; adesso Lui è contemporaneo di tutti noi, di qualunque cultura, e de qualunque esperienza umana. In questa sua nuova condizione, Gesù non è più manipolabile da nessuno (“Non mi toccare”, dice alla Maddalena), ma allo stesso tempo è vicino di ognuno di noi, qualunque sia la sua condizione di vita: uomo o donna, bianco o nero, più o meno peccatore, progressista o conservatore… Tutti noi possiamo entrare in comunione con Colui che è “seduto alla destra di Dio”.
5.- “Essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore cooperava con loro”
I discepoli non rimassero a Gerusalemme, paralizzati dal ricordo e dalla nostalgia del Maestro. Si fecero responsabili del Vangelo nel Mondo e partirono, con uno spirito di libera fedeltà e creatività apostolica, sentendo che il Signore continuava sempre presente, anche se in un altro modo. Questa è la Chiesa, la comunità dei discepoli che si fa carico del Vangelo nel mondo. Ognuno di noi è parte di questa Chiesa missionaria e ha la sua parte di responsabilità nella missione ricevuta da Gesù.
P. Antonio Villarino
Roma
Questa volta la lettura evangelica della liturgia fa un salto. Dal vangelo di Giovanni, che abbiamo letto le ultime domeniche, passiamo a leggere l’ultima parte dell’ultimo capitolo di Marco, che gli esperti assicurano che è stata aggiunta più tarde alla redazione originale, il che non gli
toglie niente al suo importante significato per la Chiesa primitiva e per noi. I cinque versetti che leggiamo oggi ci parlano di come Gesù ha passato il “testimone” della missione alla Chiesa per continuare la sua missione nel mondo. Vediamo brevemente questi cinque versetti:
1.- “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”
Più chiaro non può essere detto. Gli amici e i discepoli di Gesù capirono ben presto tre cose: a) che l’esperienza di amicizia e discepolato che avevano fatto accanto a Gesù di Nazareth era la “perla preziosa”, quello che di più importante era capitato nella loro vite; b) che non ostante la sua morte –o precisamente in essa- Gesù non era un perdente ma un vincitore –non in base alla prepotenza, ma in base all’amore- e che adesso Lui vive acanto al Padre –per cui è presente in ogni epoca della storia-; c) che questa meravigliosa notizia non possono tenerla per loro soli, ma deve arrivare a tutti gli angoli della Terra. Annunciare questa “Buona Notizia”, questo “vangelo” non è un mandato per imporre ad altri un’ideologia o alcuni riti, ma per condividere con tutti l’enorme dono ricevuto.
2.- “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”
I discepoli sanno anche che la misericordia di Dio fu rivelata a loro e a tutti gli esseri umani in Gesù Cristo. E che per ricevere questa misericordia non c’è bisogno di diventare “i migliori”, di fare qualche cammino straordinario; c’è bisogno soltanto di credere, di non chiudersi nel nostro orgoglio e ipocrisia, ma aprirsi gratuitamente al dono di un Amore gratuitamente offertoci. Il Battesimo è il segno eloquente di quest’accettazione, di questo riconoscimento del proprio peccato e di questo lasciarsi purificare e liberare dall’Amore senza limiti rivelato in Colui che “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso… divenendo simile agli uomini”.
3.- “Imporranno le mani ai malati e questi guariranno”
Molte volte pensiamo che la missione che Gesù ci affida consista nel predicare. Ed è vero che la parola è molto importante; essa illumina il nostro cammino e ci fa entrare in relazione con Dio e con il prossimo. Ma il Messaggio cristiano è molto di più che parole; è vita, azione, salute, educazione, libertà… agisce nelle realtà concrete delle persone e della società. E’ interessante notare come dall’inizio della missione cristiana ha prodotto intorno a se tutto un mondo di solidarietà (scuole, ospedali, centri per anziani e bambini, etc.). Queste azioni sociali non sono un modo per guadagnarsi la simpatia della gente; sono dei “segni messianici”, come quelli che faceva Gesù: azioni concrete che mostrano l’amore di Dio per ogni persona nella sua concreta situazione storica. D’altronde, questa “sanazione”, che nel mondo occidentale è capita come semplice guarigione fisica, è molto di più: è una sanazione della persona stessa, nella sua profonda identità, il che ha, tra l’altro, evidenti effetti fisici, psicologici e anche sociali. Non c’è dubbio, il Vangelo, quando è annunciato e ricevuto nella sincerità, ha in se una straordinaria forza sanatrice e liberatrice.
4. “Fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio”
Naturalmente, questi termini –assunto, sedersi, destra- hanno un valore simbolico e vogliono trasmetterci una verità importante: che Gesù, adesso che è “nel cielo”, oltre la storia, non ha più le limitazioni proprie di un galileo del primo secolo; adesso Lui è contemporaneo di tutti noi, di qualunque cultura, e de qualunque esperienza umana. In questa sua nuova condizione, Gesù non è più manipolabile da nessuno (“Non mi toccare”, dice alla Maddalena), ma allo stesso tempo è vicino di ognuno di noi, qualunque sia la sua condizione di vita: uomo o donna, bianco o nero, più o meno peccatore, progressista o conservatore… Tutti noi possiamo entrare in comunione con Colui che è “seduto alla destra di Dio”.
5.- “Essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore cooperava con loro”
I discepoli non rimassero a Gerusalemme, paralizzati dal ricordo e dalla nostalgia del Maestro. Si fecero responsabili del Vangelo nel Mondo e partirono, con uno spirito di libera fedeltà e creatività apostolica, sentendo che il Signore continuava sempre presente, anche se in un altro modo. Questa è la Chiesa, la comunità dei discepoli che si fa carico del Vangelo nel mondo. Ognuno di noi è parte di questa Chiesa missionaria e ha la sua parte di responsabilità nella missione ricevuta da Gesù.
P. Antonio Villarino
Roma
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