D. Mario MORRA SDB "Questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue"

7 giugno 2015 | 10a Domenica: Corpus Domini - Anno B | Omelia
SS. Corpo e Sangue di Cristo
Il brano del Vangelo di S. Marco, che abbiamo ascoltato, ci descrive l'istituzione dell'Eucaristia. La sera del Giovedì Santo, nell'imminenza della sua passione, Gesù avendo amato i suoi, li ama fino al massimo, lasciando loro non un ricordo di sé, ma tutto sé stesso come dono: "Questo è il
mio corpo… Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti".
Nel piano di amore per la salvezza dell'umanità ribelle, Dio propone, in diversi momenti della storia, la sua alleanza con l'uomo: dopo il diluvio fa sorgere l'arcobaleno, segno di pace e di riconciliazione con il patriarca Noé; ad Abramo, fedele a Dio tanto da essere disposto a sacrificare l'unico figlio, Dio promette una discendenza numerosa che sarà il suo popolo. Sul Sinai, dopo la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto, Dio prende l'iniziativa e offre al popolo di Israele un patto di amicizia. Mosé è il mediatore, l'intermediario, il portavoce di Dio. Il popolo accetta la proposta e si impegna ad osservare "tutti i comandi che il Signore ha dato".
Il patto viene ratificato con olocausti, cioè con sacrifici nei quali la vittima è consumata totalmente dal fuoco, e con sacrifici di comunione, nei quali il popolo partecipa al banchetto sacrificale. Al termine del rito, Mosé asperge il popolo con il sangue degli animali sacrificati, per purificarlo e renderlo degno di contrarre l'alleanza con Dio.
Gesù, con la sua venuta, compie una Nuova Alleanza, un nuovo patto di amicizia con Dio, come ci ricorda la 2a lettura: "Egli è il mediatore di una nuova alleanza".
Anche questo patto di amicizia è stipulato e sottoscritto con il sangue; non con il sangue di vitelli e di capri, ma con il sangue di Gesù stesso versato sulla croce. Di qui comprendiamo quanto la nuova Alleanza superi in valore l'antica Alleanza.
Inoltre l'antico patto di amicizia riguardava il popolo di Israele soltanto, mentre il nuovo, sottoscritto dal sangue di Gesù, riguarda tutti gli uomini: "Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati, non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" ci ricorda San Giovanni.
Il sacrificio compiuto da Gesù sul Calvario, una volta per tutte, si prolunga sacramentalmente nella celebrazione dell'Eucaristia (la s. Messa), proprio perché il patto di amicizia con Dio raggiunga l'umanità intera, gli uomini di tutti i tempi.
Il Concilio Vaticano II riassume brevemente la realtà di questo mistero con queste parole: "Il nostro Salvatore, nell'ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue, onde perpetuare nei secoli fino al suo ritorno, il sacrificio della croce e per affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione, sacramento di amore, segno di unità, vincolo di carità e convito pasquale nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura" (SC 47).
L'Eucaristia quindi è: sacrificio, nel quale si prolunga nei secoli il sacrificio della Croce; è memoriale della morte e risurrezione di Gesù: non solo ricorda, ma rende presente ciò che rievoca; è sacro convito, nel quale sotto il segno del pane e del vino, Gesù diventa nutrimento delle nostre anime, come Egli stesso ci assicura: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo… prendete e bevete, questo è il mio sangue… chi mangia di me, vive in me, io in lui, ed ha la vita eterna".
Il Santo Papa Giovanni Paolo II, nella lettera enciclica sulla Eucaristia e sulla Chiesa, tra le tante verità che richiama alla nostra mente, ci ricorda che per accostarci all'Eucaristia dobbiamo essere in amicizia con Dio. "Se l'Eucaristia rende presente il Sacrificio redentore della Croce perpetuandolo sacramentalmente, ciò significa che da essa deriva un'esigenza continua di conversione, di risposta personale all'esortazione che S. Paolo rivolgeva ai cristiani di Corinto: "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". Se il cristiano ha sulla coscienza il peso di un peccato grave, allora l'itinerario di penitenza attraverso il sacramento della Riconciliazione diventa via obbligata per accedere alla piena partecipazione al Sacrificio eucaristico".
Il Signore Gesù ci dia la grazia di riceverlo sempre degnamente nel nostro cuore.
Maria che ha portato nel grembo Gesù e ce lo ha donato nel suo vero corpo, ci accompagni sempre e ci renda degni di riceverlo sotto i segni eucaristici del pane e del vino.


D. Mario MORRA SDB

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