MACHETTA Domenico SDB"lì non poteva compiere nessun prodigio".


5 luglio 2015 | 14a Domenica Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Ez 2,25
VANGELO: Mc 6,16

Il piccolo tratto di Ezechiele lancia bene il tema del Vangelo di questa domenica. Il rifiuto dei profeti anticipa il grande rifiuto del Cristo. Il popolo è ribelle, malato di "skl¯erocardía" (durezza di cuore). Gesù a Nazareth insegna di sabato nella sinagoga. Marco nota lo stupore tra gli ascoltatori: "Da dove
gli vengono queste cose?". Una sa pienza che non viene dagli studi, dalla cultura, dal con tatto con la società. C'è poi un'espressione inedita, tutta di Marco: "Non è costui il falegname?". Gli altri evangelisti lo chiamano "il figlio del falegname". Forse merita un parti colare indugio di meditazione questa parola preziosa: Ge sù il falegname, il carpentiere (÷ tékt¯on).
Un giovane ormai maturo, tra i venti e i trent'anni, avrebbe potuto intraprendere chissà quali opere apostoli che! Gesù dedica lunghi anni alla vita ordinaria. Gesù la vora. È il lavoro di Giuseppe, che Gesù ha continuato: co struzioni e riparazioni di attrezzi agricoli, aratri, zappe, carri, sedie, porte, mobili..., probabilmente non solo per il piccolo villaggio di Nazareth, ma anche per i villaggi vici ni; c'erano poi in quei tempi grandi lavori di costruzioni in grossi centri come Sefforis e Tiberiade. C'erano i cantieri erodiani. Afula era un centro di smistamento dei materiali per lavorare: chissà quante volte si sarà recato Giuseppe insieme a Gesù ragazzino!
Ma c'è un'altra perla: "Il figlio di Maria"! Normalmen te si indicava la paternità. Sono parole da centellinare, da gustare in palatum cordis. I tesori del Vangelo vengono aperti agli umili, ai "deposseduti", a chi non serve gli ido li del mondo. Gesù dunque esce allo scoperto dopo una vi ta molto ordinaria: lo conoscevano tutti. "E si scandaliz zavano di lui". È lo scandalo dell'Incarnazione, che verrà portato al massimo nella Passione. Su questo siamo invi tati a meditare in questa domenica. Quei lunghi anni di normalità, di silenzio, scandalizzano, come l'"inutilità". È urgente riflettere su questo scandalo, perché ancora og gi la Chiesa lo patisce. È il modo di procedere di Dio che scandalizza, il modo che Dio ha di salvare, di fare "pasto rale". Gesù si meravigliava della loro incredulità. Per cui "lì non poteva compiere nessun prodigio".
Solo i piccoli, gli umili, non si scandalizzano e hanno le antenne per captare i segreti di Dio: "Ti ringrazio o Padre perché ti sei rivelato agli umili...". Gli umili sono rivestiti di saggezza e di forza, conoscono e leggono gli eventi del la storia con acutezza e penetrazione e sondano con com petenza le profondità del cuore umano, perché fissano le cose celesti. È una legge biblica: per conoscere l'uomo, bi sogna guardare Dio. E così capita che quando si è nei pa sticci o si è in preda allo sconforto, si va a bussare ai mo nasteri; quando si è nel groviglio dei problemi del mondo, si bussa alle clausure, si cercano dei contemplativi, zone da cui può partire un percorso di risanamento.
Ma perché avviene lo scandalo? Perché si vorrebbe un Dio diverso. Si scandalizza chi ha già un proprio schema su Dio. Un Dio che piace a me non mi scandalizzerebbe; se mi scandalizza, vuol dire che scompiglia i miei schemi. Quando Dio disorienta, allora spunta la tentazione del
"vitello d'oro": un dio programmabile da noi. Per non scandalizzarsi bisogna essere completamente senza prete se con Dio, cioè poveri, umili, come Maria, Giuseppe, i pastori di Betlemme, i "piccoli" del Vangelo: questi non patiscono scandalo, neanche quando il Figlio dell'uomo è "innalzato da terra", in un apparente fallimento, nella completa inattività.
È lo stile di Dio, che ha condiviso in tutto, eccetto nel peccato, la nostra condizione umana, mandando all'aria i nostri schemi su di lui, scrivendo i suoi pensieri su uno strumento di esecuzione.

MACHETTA Domenico

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