padre Ermes Ronchi" Il pane del cielo donato dal Padre"

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) 
Vangelo: Gv 6,24-35  
Nel Vangelo di dome­nica scorsa Gesù di­stribuiva il pane, og­gi si distribuisce come pane, come un pane che si distrug­ge per dare vita: chi mangia di me non avrà fame, chi cre­de in me non avrà sete, mai!
L'uomo nasce affamato, ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre che lo nu­tre di
latte, di carezze e di so­gni. Il giovane ha fame di a­mare e di essere amato. Gli sposi hanno fame l'uno del­l'altra e poi di un frutto in cui si incarni il loro amore. E quando hai raggiunto tutto questo e dovresti sentirti appagato, a quel punto: ci hai fatti per te e inquieto è il no­stro cuore finché non riposa in te (sant'Agostino).
C'è una fame più grande, fa­me di cielo, fame di Dio. Fa­me di amare e di essere ama­ti, fame di felicità e di pace per noi e per gli altri. Fame di vi­ta più grande, più intensa. E­terna.
Ma tu, Gesù di Nazaret, che co­sa porti? Grande domanda, la cui risposta è semplice e fol­gorante: come allora ha dato la manna, oggi ancora Dio dà.
Due parole semplicissime ep­pure chiave di volta del Van­gelo: Dio dà. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, Dio offre. Dio non esige nulla, do­na tutto. Un verbo così sem­plice: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dare, senza con­dizioni, senza un perché che non sia l'intimo bisogno di fe­condare, far fiorire, fruttifica­re la vita. Poi la risposta si completa: ciò che il Padre dà è un pane che dà la vita al mondo.
Uno dei vertici del Vangelo: ciò che dà pienezza alla vita del mondo è un pane dal cie­lo.
La pienezza è un pezzo di Dio in noi. L'uomo è l'unica creatura che ha Dio nel san­gue ( Vannucci), e nel respiro. Uno dei nomi più belli di Dio: Dio è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile. E la folla capisce e insieme a noi dice: Dacci sempre di questo pane. La domanda diventa supplica, comando: Dacci!
Sempre!
Gesù risponde con le parole decisive: sono io il pane della vita. Annuncia la sua pretesa assoluta: io posso colmare tutta la vostra vita. Io sono il divino che fa fiorire l'umano! Io sono un pane che contie­ne tutto ciò che serve a man­tenere la vita: amore, senso, libertà, coraggio, pace, bel­lezza.
Chi crede in me... Credere è come mangiare un pane, lo assaporo in bocca, lo faccio scendere nell'intimo, lo assi­milo e si dirama per tutto l'es­sere, Gesù in me si trasforma in cuore, calore, energia, pen­sieri, sentimenti, canto.
Il cristianesimo non è un cor­po dottrinale, cui aggiungere sempre qualche nuova defi­nizione dogmatica o etica, ma una vita divina da assimilare, una calda corrente d'amore da far entrare. Perché giunga a maturazione l'uomo celeste che è in noi, affinché sbocci­no amore e libertà, nel tempo e nell'eterno.

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