D. Severino GALLO sdb"APOSTOLI DI GESU' CON ENTUSIASMO"

6 settembre 2015 | 23 a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
Vangelo: "Ha fatto udire i sordi e parlare i muti" (Mc 7,1-7)
Abbiamo udito il Vangelo: "Ha fatto udire i sordi e parlare i muti".
La guarigione del sordo muto, operata da Gesù, tende a rivelare la sua messianità e a suscitare la fede in Lui e nella Parola di Dio.

L'ordine di "aprirsi", impartito da Gesù in aramaico, non fa che sottolineare il suo potere divino e dimostrare che i tempi della salvezza sono presenti, proprio quelli di cui si era tanto preoccupato Isaia nell'Antico Testamento.

1. Gesù, per salvare, opera dei segni

Perché Gesù per guarire il sordo muto, compie tante azioni? Non poteva curare quel povero disgraziato con una sola parola?
Eppure, ogni azione di Gesù ha qui un significato:

* Un sordo muto è un essere isolato dal mondo, non può ricevere né dare comunicazioni, se non attraverso segni (di solito, gesti manuali).

Gesù volendo infondergli fede:

a) lo trae in disparte per non incuriosire la gente e per agire più confidenzialmente col malato;
b) comincia a toccargli le orecchie e la lingua per fargli capire che lo vuole guarire e per infondergli fiducia e speranza;
c) alza gli occhi al cielo per fargli vedere che non si trattava di un semplice atto naturale, ma di un intervento divino in vista della guarigione.

* E il miracolo fu istantaneo: ciò che Gesù vuol far capire è che Lui è padrone della vita e della creazione; non intende esibirsi come un mago che fa prodigi, ma come Colui al quale tutto obbedisce.

* Di qui la domanda insistente di tanti suoi contemporanei: chi è dunque quest'uomo? La risposta di molti - e certamente anche del sordo muto - fu questa: "E' uno che ha fatto bene ogni cosa!".

2. Anche oggi Gesù salva mediante segni

Il sordomuto si trasformò immediatamente in apostolo di Gesù: andò subito a diffondere la "buona notizia" della sua guarigione.
E' una figura esemplare del cristiano e del religioso: quello che è avvenuto a lui, si è verificato in noi. Infatti:

* nel giorno del nostro Battesimo il sacerdote, al posto di Gesù, ma con gli stessi poteri, ci ha preso in disparte, ha toccato orecchi e lingua e ha pronunciato la parola di Gesù: "Apriti!". Apriti ad ascoltare la parola di Dio; sciogliti, o lingua, per annunciare Dio di fronte al mondo!

* Col Battesimo il cristiano riceve una particolare forza interiore che lo rende capace di ascoltare e di annunciare la "buona notizia" della salvezza; innanzi tutto:

a) Ascoltare: come? Dove? Nella voce della coscienza, nei fatti d'ogni giorno, nelle persone che ci sono vicine, nel creato, nei sacramenti;

b) Annunciare: annunciare Dio diventa spontaneo per chi, come il sordomuto, ha incontrato veramente Gesù e ne è stato "guarito"; annunciarlo con l'entusiasmo di chi è certo d'essere salvo, con la perseveranza di chi sa che la salvezza non si riceve una volta per sempre, ma giorno per giorno.

E i giovani migliori sentono il bisogno di annunciare Gesù con entusiasmo.

Negli Stati Uniti, a New York, a Detroit, i giovani fanno sconcertanti cortei, gridando: "Gesù ti salverà!". In California "le bande di Gesù" radunano mezzo milione di "convertiti", che hanno rinunciato alla droga e respinto le libertà sessuali e ti salutano dicendo: "Gesù ti ama!".
A Taizé la chiesa è aperta giorno e notte e i giovani vengono a cercarvi il silenzio. A Losanna, un gruppo della "Rivoluzione di Cristo" affigge manifesti e striscioni con queste parole: "Gesù è il mio Signore", "E' l'ora di svegliarsi dal sonno".
Uno di loro dice: "All'inizio i passanti non erano contenti, ma oggi si fermano, ci ascoltano, discutono con noi. Molti ci hanno assicurato che non avevano mai avuto modo di leggere quei brani di vangelo con tanta attenzione".
Scrive G. DUPENAY:
"Per molto tempo gli uomini sono stati divisi in due categorie: quelli che sapevano e parlavano, e quelli che non sapevano ed ascoltavano. Di conseguenza uno strano pudore ha gravato sulla fede dei cristiani. La fede è l'ultima cosa di cui si parla! Questo tabù sta per saltare.
Uomini animati da un ideale fraterno cercano di dirsi ciò che hanno di meglio e di più profondo in loro, cercano soprattutto insieme una verità più grande di loro. La chiesa è soprattutto un ambiente in cui ci si conferma vicendevolmente nella fede").

Chi è stato guarito da Gesù, sente il bisogno di annunciarLo, diventa apostolo entusiasta di Lui.

Il P. Leoncio De Grandmaison pregava così:

"O Gesù, fa' di me il rapitore di queste anime, colui che le getta in Te, che le orienta verso la tua unica bellezza; fa' di me il dito che indica l'amore, la voce che lo canta, che rivela agli insensibili un po' dei Tuoi splendori e delle Tue amabilità. In tutto voglio solo Te, conosciuto, amato, glorificato da tutti".

Tutto questo però con entusiasmo, fin d'ora con l'adempimento esatto dei nostri doveri. Già, i nostri doveri.
Sì, sì, li compiamo. Anche quelli verso Dio… Ma forse con quella disposizione, che alla fine, talvolta, ci fa dire con un lungo sospiro: "Finalmente me lo sono tolto di dosso e non ci penso più".
Talvolta ci manca quella fiamma interiore che rende incandescenti anche i doveri più grigi e ce li fa affrontare con slancio e portare fino in fondo con fede, e… con poesia. Sì, anche con poesia.
Si racconta che una buona nonnina ogni volta che vedeva la propria nipotina a lavare i piatti, le ripeteva: "Devi metterci più grazia… Non sai che anche il lavandino ha la sua poesia?".

Cari Fratelli e Sorelle, anche il lavandino ha la sua poesia. E anche la scopa… E così ogni altro più piccolo dovere, fatto con amore.
Non è che abitualmente il nostro braciere interiore sia spento. Tutt'altro: (alla vostra età) il combustibile dell'entusiasmo costa poca spesa.
Basta una lettura, una conferenza, una "bella" Messa - come dite voi - per incendiare addirittura la vostra anima.
Stiamo attenti però a non lasciar cadere la cenere dell'abitudine, dell'apatia sul nostro entusiasmo e sul nostro desiderio di salvare anime, perché …allora, addio generosità!
                                           (Cfr. CARMELA CALOSSO, "Per far tipo….", pp. 88-89).

Paolo Vi diceva agli alunni degli Istituti Salesiani:

"Realizzate le speranze che sono riposte in voi, o giovani… Non è questo il momento dei timidi, dei pigri, degli assenti, ma dei generosi, dei forti, dei puri, dei convinti; è il momento di chi crede, di chi ama, di chi è pronto a pagare di persona per la dilatazione del Regno di Cristo, per l'avvento di tempi migliore".

La Madonna, la piccola Ancella di Gesù, ci dia slancio e fervore per essere anche noi fin d'ora, apostoli entusiasti di Gesù, nell'esatto e amoroso adempimento dei nostri piccoli doveri quotidiani.


                                                                        D. Severino GALLO sdb

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