D. Severino GALLO sdb"SERVIZIO - UMILTA'"

20 settembre 2015 | 25a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
SERVIZIO - UMILTA'
Senso generale delle Letture
La grandezza del cristianesimo sta nel fatto di dare umana risposta ai vari problemi dell'uomo, e in particolare a quelli più assillanti e
apparentemente insolubili o assurdi: non certo risposte di comodo o evasive, ma impegnate, che importano anche sacrifici ed eroismi.

Uno dei punti limite, se non il più drammatico, dell'intelligenza è quello dell'innocente che soffre, del giusto, perseguitato, tradito ucciso; cioè di colui che deve pagare per reati che non ha commesso.

E' su questo tema che si dipana il messaggio delle Letture odierne: e il fatto è tanto più sconvolgente che il cristianesimo non solo affronta il problema, ma dà una sua soluzione, che non è evasione, ma è una risposta decisa e perentoria, aperta e coraggiosa, che trova nella vita di Gesù il significato più autentico.

Egli, infatti, è il Giusto che affronta la passione e la morte non rassegnato, ma con amore e ridona al volto deturpato della creazione l'incanto e l'innocenza delle origini. Dio riprende in mano la sua creazione e la rende degna della sua bellezza e della sua bontà.

I Lettura: "Tendiamo insidie al giusto…" (Sap. 2,17-20).
La prima Lettura riporta un brano della Sapienza. I primi cinque capitoli del libro della Sapienza sono una riflessione in forma di dialogo o monologo, sulla sorte dei giusti e degli empi.
Nei versetti riportati viene espresso il punto di vista dell'empio oppressore e altero che mette a dura prova la dolcezza e la mansuetudine dell'innocente.

Il fatto fondamentale è che la sorte di chiunque, ma soprattutto del giusto oppresso, non è nelle mani di nessun uomo, sia pure momentaneamente potente e sicuro di sé: è nelle mani di Dio che si risolve la vicenda umana. E' in Lui che le più grandi ingiustizie e prove trovano una loro soddisfacente compensazione, mentre sulla terra rimarrebbero drammaticamente insolute.

II Lettura: "La sapienza che viene dall'alto è pura… pacifica, mite…"(Gc 3,16-18 e 4,1-)
San Giacomo nella seconda Lettura ci presenta una visione globale e completa dell'esistenza, che supera le divisioni e le parzialità, e colloca al loro posto le passioni, che agitano, dividono, compromettono la vita del singolo e della collettività.

La sapienza che viene dell'alto "è anzitutto pura". Puro è tutto ciò che è semplice, non misto.
Da questa caratteristica derivano tutte le altre doti: è pacifica, mite, arrendevole, misericordiosa, imparziale, senza ipocrisia.

La sapienza che viene dall'alto appare come una forza irresistibile e travolgente: non può non raggiungere la sua meta.
Il vero sapiente è il forte.
Il vero sapiente è il giusto.
Il vero sapiente è uomo di pace.

Se rifiutiamo la semplicità e la purezza, non potremo mai raggiungere la giustizia e la pace).
NB/ Quanto è qui sopra tra parentesi, si potrebbe tralasciare per non allungare troppo l'Omelia…

Vangelo: "Il Figlio dell'Uomo sarà tradito… Chi vuol essere il primo, sarà il servo di tutti" (Mc 9,29-36)
Nell'annuncio fatto da Gesù della sua Passione e nella discussione su chi è più grande nel Regno di Dio c'è tutto il messaggio cristiano, in quello che ha di paradossale e sconvolgente, di rivoluzionario ed esplosivo. E' una scelta precisa e responsabile, che suppone una grandezza d'animo e una generosità senza pari, un amore senza limite, una donazione senza riserve. E nessuno può donare se non possiede. Gesù aveva seminato del bene e va coscientemente verso la Passione, tradito da uno dei suoi. Con la sua grandezza morale e personale si fa schiavo di tutti per amore e invita i suoi discepoli a fare altrettanto: ma per amore, non per odio o per viltà, per necessità o per altro.
E così i piccoli diventano grandi, perché tali sono nel Regno di Dio, dove tutti hanno cittadinanza, e dove gli sconfitti dagli altri, ottengono vittoria da Dio, Padre di tutti.

"Di che discutevate tra voi lungo la strada?".

E' stato detto che con le parole che un uomo dice normalmente in una giornata si potrebbe scrivere un libro. Se è facile non contestare quest'affermazione, è un po' difficile invece stabilire quale titolo dovrebbe avere un tale libro…

Le stupidità e le vacuità sono all'ordine del giorno; il parlare per parlare, spesso diventa un hobby (= un diversivo) come un altro; la presunzione e la competenza in ogni campo pare che siano una prerogativa dell'italiano medio. Se poi l'argomento si sposta in campo religioso, il vuoto è ancora più evidente: qui o non si parla o si spara a zero. Perciò l'invito alla revisione di mentalità sul nostro concepirci cristiani, che Gesù propose ai discepoli, non è fuori luogo: "Di che cosa discutevate tra voi?". La risposta tarda a venire, perché viaggia in tutt'altra direzione da quella voluta da Gesù. Quella che teneva occupati i discepoli era una questione di diritto di precedenza: per loro il cristiano era colui che occupa il primo posto.

La lezione che Gesù offre in quest'occasione, riprende la logica del perdere per acquistare: bisogna diventare ultimi per essere primi. L'insegnamento evangelico non vuol portare ad un nichilismo esistenziale, ad annientare la personalità, quasi che le doti umane, debbano essere disprezzate, sottovalutate, non coltivate. E' invece solo un voler collocare l'uomo al suo giusto posto, senza farlo cadere in idolatrie di se stesso, unificando il suo interiore attorno al valore del servizio degli altri.
Infatti collocarsi all'ultimo posto vuol dire servire i fratelli: e se è vero che l'uomo realizza se stesso quando si apre agli altri, come afferma il Concilio, servire il fratello vuol dire essere veramente uomo. Chi conquista per sé l'ultimo posto non è un fallito o un rinunciatario davanti alla vita, perché diventa più disponibile ad accogliere gli altri, tutti gli altri, come fanciulli, cioè come esseri indifesi e bisognosi d'aiuto.

Alla domanda del Vangelo: "Chi è il più grande?", i ragazzi risponderebbero prontamente: il più grande è il più forte, il più furbo, il è più bravo a scuola, il figlio di famiglia ricca, chi fa più fortuna nella vita, il campione che vince sempre… Risposte, in sé, non errate, ma che non sono certo in linea con la rivoluzione dei valori portata da Gesù: "Il più grande è colui che serve". Colui che serve, però, non è mai un debole, un vinto. Gesù propone un servizio che è lotta, violenza: il cristiano è colui che mette il proprio dinamismo a servizio degli altri.

1. I cristiani e il servizio dell'umanità.
- Oggi come ieri, i cristiani impegnati sono coloro che mettono la propria vita a servizio del prossimo:

* Ieri, ad esempio, un San Vincenzo de' Paoli che si metteva a servizio dei poveri, scuotendo la coscienza della società agiata che lasciava nella miseria i prigionieri, gli orfani, gli ammalati, i falliti della vita. Suo ideale era: nessuno resti escluso. Nel mondo d'oggi avrebbe certamente inventato qualcos'altro per servire meglio i poveri… Come ha fatto M. Teresa di Calcutta.
* Oggi: c'è chi lavora per la pace tra le nazioni, chi soffre per migliorare le condizioni di vita nel quartiere, chi lotta per maggior giustizia nel terzo mondo, chi consacra la propria vita al servizio degli anormali, dei vecchi, dei fanciulli…
- La Chiesa stessa è un segno dell'unità del genere umano, altrimenti non sarebbe nemmeno segno di Gesù, che è venuto per servire e non per comandare:
* Colui che accetta una responsabilità, una funzione nella Chiesa, accetta un "servizio"; nella Chiesa, i capi sono tali nella misura in cui servono gli altri. Papa e vescovi, ad esempio, sono al servizio dell'unità del popolo di Dio.
* Ma è soprattutto il corpo intero dei cristiani dispersi nel mondo che testimonia (o dovrebbe testimoniare) che Gesù è venuto per servire.

2. Nello spirito di Gesù, dobbiamo servire gli uomini.

Gesù è venuto per riunire gli uomini. Si mette al servizio di tutti, perché li ama tutti. Dà la sua vita per ricondurre all'unità i figli di Dio che erano dispersi. Se i cristiani capiscono e vivono così l'unità, è segno che credono in Gesù e lo credono vivo e attivo nella sua Chiesa.
Lo Spirito di Gesù ci è noto da alcune parole e alcuni esempi:

* "Colui che vuole diventare grande, si faccia vostro servo";
durante l'ultima cena: Gesù lava i piedi agli Apostoli;
* la primitiva comunità cristiana viveva interamente nel servizio del prossimo più bisognoso (cfr.. Atti 4,2), ed è a questo segno di carità reciproca che i pagani si convertivano).

3. Ciascuno di noi deve inventare un suo modo di servire:

Dobbiamo trovare un modo di servire gli altri secondo i loro bisogni, con i mezzi che sono a nostra disposizione.
Ma prima ancora domandiamoci: sappiamo riconoscere attorno a noi coloro che offrono tempo, lavoro e vita per gli altri? Sappiamo individuare quei fratelli o sorelle che non vivono che per gli altri? Come pensiamo di sviluppare in noi questo atteggiamento di servizio?
Per fortuna ci sono ancora nelle Case religiose simili esempi di servizio generoso. Sentite questo.

"Suor Felicita era entrata in Congregazione giovanissima.
- Tu che cosa sai fare?
- La polenta, Madre.
- Ti manda il Signore: baderai alla cucina e all'orto…
E Suor Felicita rimase in cucina per qualche cosa come cinquant'anni. Per lei non c'era il problema angoscioso degli uffici e dei servizi umili e dei compiti importanti. Dall'altra parte era convinta di non saper fare altro.
Un giorno un predicatore capitò in cucina e s'imbatté precisamente in Suor Felicita.
- E' cinquant'anni che è Suora e ha sempre fatto la cuciniera?
- Sissignore, e anche l'ortolana.
- Ma come ha potuto resistere?
- Oh, per me è stato meraviglioso. Mi è sembrato di vedere il volto di Gesù riflesso nel rame lucido delle mie pentole".

Quella buona Suora aveva scoperto la grandezza del servire. Perché aveva saputo arrivare all'oggetto, al Destinatario del suo servizio: Gesù.

Ecco. Ci do dentro a pulire il corridoio, mi dedico a quel bambino "difficile", mi occupo di quel vecchio "insopportabile", di quella prsona bisbetica. E, sul pavimento lucido del corridoio, compare il volto di Gesù. E anche il bambino difficile, il vecchio insopportabile, la persona bisbetica diventano Gesù…
E se per me sono davvero Gesù, io li servirò col Cuore della Madonna, che fu tutto tenerezza e bontà verso il Celeste Bambino: sia quindi Lei il nostro Modello.
                                                                        D. Severino GALLO sdb

Commenti

Post più popolari