D. Gianni MAZZALI sdb"UNA MADRE PER DIO"

1 gennaio 2016 |  Santa Maria, Madre di Dio - Anno C   |   Omelia
UNA MADRE PER DIO
Nasce un nuovo anno schiudendosi per noi cristiani alla contemplazione di una giovane donna del popolo. Saggiamente la Chiesa, incalzata fin dai primi secoli da una forte consapevolezza dal basso, della gente comune, ha voluto intitolare l'inizio del nuovo anno al mistero di una donna, di una creatura umana come tutti noi, che genera nella carne il Figlio di Dio. Nel grembo di Maria il Verbo di Dio ha ricevuto una natura umana ed è stato generato uomo tra gli uomini. Maria, con la sua disponibile collaborazione, ha regalato a Dio un volto umano. Si armonizza con la
contemplazione del mistero la celebrazione della XLIX giornata della pace riassunta da Papa Francesco nello slogan: "Vinci l'indifferenza e conquista la pace".
Maria ci ha donato il principe della pace, il salvatore di tutti gli uomini di buona volontà.

GESU' VERO DIO E VERO UOMO IN MARIA

Con un'espressione laconica ed essenziale, nella sua lettera ai Galati Paolo sintetizza il mistero della generazione umana del Figlio di Dio: "(...) quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo figlio, nato da donna, nato sotto la legge". Poche parole che riassumono il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio, nella storia, nel tempo. Si ha l'impressione che Paolo non voglia circostanziare l'evento, non accenni neppure al nome della donna per dare rilievo al mistero in tutta la sua sconvolgente e contraddittoria realtà: Dio che nasce da una donna. Una verità inaccettabile, insopportabile per molti, già fin dai primordi della fede cristiana. Una creatura non può generare Dio, una donna non può essere madre di Dio.
Ci interpella la semplicità disarmante dei pastori che contemplano ed accettano il mistero in una scena familiare "(...) i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia. E, dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro". Il Vangelo ci propone, nei semplici cenni della lettera di Paolo e del Vangelo di Luca, il mistero nella sua essenzialità, ma anche ci indica l'atteggiamento con cui confrontarsi ed accoglierlo. Non ci sono ragionamenti convincenti che ci possano convincere. E' necessario seguire il percorso dei pastori: vedere con gli occhi della fede Maria, la donna, la madre, Giuseppe e il bambino. Dalla contemplazione umile, intensa, appagante sgorga l'annuncio. Contemplo il mistero, mi avvolge, mi cattura e poi, dopo esserne stato conquistato, ne divengo annunciatore. Maria, la madre, ci conforta e ci sostiene nella ricerca affannosa di ragioni per la nostra fede. Gesù è vero uomo perché è nato, come tutti gli uomini, dal grembo di una donna, uomo con una famiglia, con una stirpe, membro di un popolo e di una nazione, vero uomo per lingua, razza e cultura. In questo Gesù è figlio di Maria. Questo stesso uomo non ha un padre naturale, non è stato concepito con l'apporto del seme umano. Lo Spirito di Dio Creatore ha fecondato ed ha reso madre la donna. E la donna, Maria, è madre del Gesù integrale: l'uomo che è figlio di Dio.
Ad Efeso, nel 431, conclusosi il Concilio, la gente, nella prima fiaccolata della storia, ha pregato e invocato Maria con il titolo di theotokos: colei che ha generato Dio.

FIGLI E NON SCHIAVI

Nel figlio di Maria, la Madre noi ci sentiamo veramente figli e fratelli: "Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede della grazia di Dio". Oggi, primo giorno dell'anno, guardando a Maria e all'uomo-Dio che è suo figlio, sentiamo che si spezzano le catene di ogni nostra schiavitù. Si realizza e si concretizza appieno il nostro profondo bisogno di paternità, di maternità e quindi di vera e sana figliolanza. La Madre di Dio abbraccia tutti e tutti riconosce come figli e tutti avvolge e protegge nella sua maternità. Maria, la donna umile ed obbediente, ci insegna la via della libertà e non quella pericolosa della ribellione, della rivendicazione di una autonomia che non ci appartiene, che ci isola, che ci immerge in una solitudine devastante, che ci rende schiavi del padrone più pericoloso, il nostro io. Siamo figli e non schiavi!

LE BENEDIZIONI DI DIO

Guardiamo all'anno che è appena sbocciato con speranza. L'anno che è trascorso è stato segnato da luci e da ombre. A volte ci attanaglia la paura, l'apprensione per un futuro che ci appare incerto, avvolto nelle nebbie. Ci chiediamo se l'umanità sia mai in grado di vivere la pace, nella pace. Anche in q uesto nostro disagio la Parola ci soccorre e ci invita a non voler essere i protagonisti esclusivi, ma a condividere con Dio la costruzione della pace:"Ti benedica il Signore e ti custodisca.(...)Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace". Iniziamo il nuovo anno con l'auspicio delle benedizioni di Dio e con l'atteggiamento di chi si impegna e implora da Dio il dono della pace".

"Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio,
tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì,
che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura"
                                                  (Dante Alighieri)
D. Gianni MAZZALI sdb

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