FIGLIE DELLA CHIESA, LECTIO DIVINA "Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria"

Jusepe de Ribera, Immacolata Concezione,
XVII sec., museo del Prado, Madrid
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Antifona d'ingresso
Esulto e gioisco nel Signore,
l’anima mia si allieta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come una sposa adornata di gioielli. (Is 61,10)

Colletta
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,

concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.

PRIMA LETTURA (Gen 3,9-15.20)
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Dal libro della Gènesi

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. Rit:

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. Rit:

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! Rit:

SECONDA LETTURA (Ef 1,3-6.11-12) 
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

Canto al Vangelo (Lc 1,28) 
Alleluia, alleluia.
Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te,
benedetta tu fra le donne.
Alleluia.

VANGELO (Lc 1,26-38) 
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Preghiera sulle offerte
Accetta, Signore, il sacrificio di salvezza,
che ti offriamo nella festa dell’Immacolata Concezione
della beata Vergine Maria,
e come noi la riconosciamo preservata per tua grazia
da ogni macchia di peccato,
così, per sua intercessione,
fa’ che siamo liberati da ogni colpa.

PREFAZIO 
Maria felice inizio della Chiesa

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai preservato la Vergine Maria
da ogni macchia di peccato originale,
perché, piena di grazia,
diventasse degna Madre del tuo Figlio.
In lei hai segnato l’inizio della Chiesa,
sposa di Cristo senza macchia e senza ruga,
splendente di bellezza.
Da lei, vergine purissima,
doveva nascere il Figlio,
agnello innocente che toglie le nostre colpe;
e tu sopra ogni altra creatura
la predestinavi per il tuo popolo
avvocata di grazia e modello di santità.
E noi,
uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti
la tua lode: Santo...

Antifona di comunione
Grandi cose di te si cantano, o Maria,
perché da te è nato il sole di giustizia,
Cristo, nostro Dio.

Preghiera dopo la comunione
Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore Dio nostro,
guarisca in noi le ferite di quella colpa
da cui, per singolare privilegio,
hai preservato la beata Vergine Maria,
nella sua Immacolata Concezione.


Lectio
All’inizio dell’Avvento, tempo privilegiato di preparazione al mistero del Natale, che ha cambiato le sorti del mondo perché Dio, incarnandosi si è immerso nell’umanità condividendone gioie e sofferenze, incontriamo il Mistero di Maria, l’Immacolata.
La celebrazione eucaristica della solennità si apre ponendo sulle labbra della Vergine l’esultanza della Sposa che il profeta Isaia (61,10) canta con accenti poetici:

Esulto e gioisco nel Signore,
l’anima mia si allieta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come una sposa che si adorna di gioielli”

La comunità cristiana si riconosce pienamente realizzata e anticipata in Maria e celebra con gioia il suo rendimento di grazie al Signore perché in Lei, come afferma il Prefazio, il Padre ha segnato “l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza”.
E in effetti la vocazione della persona umana trova la sua piena realizzazione in questa donna semplice e umile, capace però di essere interlocutrice di Dio senza timori e remore. Ciò è stato possibile per puro dono di grazia, indubbiamente, perché solo per Lei Dio ha voluto in un certo senso ricreare la condizione iniziale dell’Eden, rendendola “nuova Eva”, come dice sant’Ireneo.
Il dono della concezione immacolata è tutto orientato a Cristo, in vista della maternità divina. Pio IX nella Bolla Ineffabilis Deus che proclama il dogma (8 dicembre 1854), afferma che proprio per questo la Vergine “fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento”. Viene così confermata la fede secolare della Chiesa, perché fin dal VI secolo l’oriente bizantino ha celebrato liturgicamente la "santa Concezione" e .la Madre di Cristo è costantemente venerata dai nostri fratelli Ortodossi con il titolo di Panaghia, cioè Tutta Santa.
I testi proposti alla nostra riflessione sono molto ricchi e pur nella loro sinteticità ci fanno percorrere il mistero della salvezza voluto da Dio fin dalle origini.
Con il brano di Genesi 3, 9-15. 20 ci troviamo davanti alla tragedia del peccato originale, inizia quel dramma di diffidenza e paura nei confronti di Dio che fa parte della condizione umana e di cui tutti facciamo triste esperienza; l’Adamo di allora e di sempre si nasconde, Eva si giustifica… Maria invece, con “la stirpe” benedetta che è suo Figlio affronta il serpente antico e lo schiaccia, creando anche per noi le condizioni di un rapporto amorevole con Dio.
Il progetto delle origini, anzi che le precede , perché ci riporta a “prima della creazione del mondo” ci viene presentato dal passo della lettera agli Efesini 1, 3-6. 11-12 come una reciprocità di benedizione dell’uomo a Dio e di Dio all’uomo, chiamato da sempre alla figliolanza e alla gloria, in Cristo Gesù. La santità e l’immacolatezza, che sono per noi traguardo finale, per Maria sono piena realizzazione fin dall’inizio, dono accolto da Lei con cuore aperto all’amore e alla speranza, eredità già gustata sulla terra.
Interlocutrice di Dio è Maria, nella sua umile casa di Nazareth dove si ricrea il giardino dell’Eden; con piena libertà da ogni appesantimento di peccato la Vergine accoglie il messaggero di Dio e l’annuncio inaudito. Il brano di Luca 1, 26-38 che la Chiesa medita da due millenni, ci sollecita ancora ad aprire il cuore alla speranza e alla fiducia.

vv. 26-27
In quel tempo (nel sesto mese), l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, sposa di un uomo della casa si Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria.
Non è certo banale l’annotazione dell’evangelista riguardo al tempo, determinato in riferimento alla gestazione di Elisabetta. Il numero 6 richiama infatti il giorno della creazione dell’uomo (cf Gn 1,26ss). Quando Dio sceglie di incarnarsi, il tempo raggiunge la sua pienezza e la sua presenza si concretizza in un luogo ben definito, nella minuscola città di Nazareth, significativamente situata non nel centro politico e culturale del Paese, ma territorio periferico e quasi malfamato.
La vergine viene chiamata per nome. Non è una donna disimpegnata, è “sposa” di un uomo che secondo l’uso del tempo ha richiesto la sua mano per condividere la vita con lei; però è vergine, e Dio può entrare in questo progetto di famiglia a portare il dono inedito di un figlio che è puro dono. La verginità di Maria infatti comporta la rinuncia ad agire da parte dell’uomo, è obbedienza e accoglienza, passività e povertà per fare spazio all’azione di Dio. Così il Signore stesso si fa “casato” a chi gli offre casa: Maria, con il consenso del suo sposo umile e fedele.

v. 28
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.
“Gioisci” è in sintesi il fine della rivelazione: la proposta che Dio fa all’uomo è l’offerta della sua gioia, Lui stesso. Maria è “Graziata”, cioè per sempre liberata dalla disgrazia dell’assenza di Dio, perché Egli le ha fatto dono di essere salvata dal vuoto esistenziale. Siccome l’uomo sarebbe totalmente incapace di “essere con Dio”, Dio decide di essere con l’uomo!

v. 29
A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
Il turbamento di Maria è determinato, dicono i Padri, dalla consapevolezza che l’appellativo usato dall’angelo per lei è totalmente nuovo e non trova riscontro nella sua esperienza di donna d’Israele; per questo si interroga e riflette sul senso di ciò che sta accadendo.

v. 30
L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
L’invito a non temere che l’angelo le rivolge è la testimonianza della costante attenzione di Dio verso la sua creatura chiamata a una missione eccezionale; è un appello a fidarsi pienamente di Lui, costante nella Scrittura per tutti coloro che Egli coinvolge perché siano collaboratori della sua opera di salvezza.

vv. 31-33
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Ora viene manifestata chiaramente alla Vergine la missione che l’aspetta: dare carne all’Incorporeo; dare il nome, Gesù che significa Dio-salva, al Figlio dell’Altissimo destinato ad avverare la misteriosa parola: “Ecco, la Vergine concepirà… (Is. 7,14).
La regalità del Figlio, il vero ed unico sovrano del mondo che sceglie di innestarsi nella genealogia terrena di Davide, avrà la caratteristica di non essere caduca, anzi si annuncia consolidata per l’eternità. Le promesse messianiche 2 Samuele 7,11-13.16 e di Isaia 9,6-7, insieme alle profezie di Daniele (2,44; 7,14) sul regno che non avrà mai fine, saranno felicemente compiute in Lui.

v. 34
Allora Maria disse: “Come mi accadrà, poiché non conosco uomo?”.
Possiamo cogliere, nella domanda di Maria, la ricerca sincera, serena, aperta ad accogliere la risposta dell’interlocutore misterioso; a differenza di Eva, che si è fidata ciecamente delle parole ingannevoli del serpente, la Vergine, donna riflessiva e attenta anche alle sue risonanze interiori, domanda il modo in cui l’evento accadrà; non esprime un dubbio, espone semplicemente la sua condizione che nella situazione attuale la renderebbe inidonea a portare a compimento l’annuncio che le viene fatto.

v. 35
Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Ritroviamo nelle parole dell’Angelo il costante modo di agire del Padre che opera sempre attraverso il suo Spirito. Come nella prima creazione lo Spirito aleggia sulle acque (Gn 1,1) e trasforma il caos in cosmos, bellezza ordinata della creazione, così in quest’opera di ri-creazione dell’umanità lo Spirito si fa presente.
La modalità della “nube” richiama il meraviglioso intervento divino per liberare il suo popolo dallo strapotere del Faraone (Es 13,21-22), spesso identificato con il Male.
“Ciò che è nato in lei, afferma Matteo senza reticenze, viene dallo Spirito Santo” (1,18.20).

vv. 36-37
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
La conferma che l’Angelo offre spontaneamente alla Vergine riguardo alla possibilità per lei di vedere realizzato nel suo grembo intatto il miracolo della maternità si appoggia alla fede costante del popolo ebraico, di cui Maria è figlia. La persuasione che solo Dio è padrone della vita e la concede gratuitamente, anche quando non ci sono le condizioni normali per sperare di accoglierla, è attestata in molte figure femminili veterotestamentarie, a cominciare da Sara. (Gen 18,14). Maria può essere certa che la sua scelta di verginità non è un ostacolo per Dio, che rispettandola interamente le fa sperimentare che davvero presso Dio tutto è possibile (cf Mt 19,26).

v. 38
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
La risposta gioiosa di Maria, espressa nel testo greco con l’ottativo génoito moi, che dice l’ardente desiderio che si compia ciò che le è stato annunciato, ci riempie di gratitudine verso Colei che, dichiarandosi serva del Signore si è messa totalmente a disposizione del suo progetto d’amore. Libera dalle reti del peccato, totalmente immacolata, la Vergine ha potuto assumere il suo compito con piena responsabilità, riscattando l’umanità per sempre. Guardando il suo volto, contempliamo con gioia ciò che saremo: santi e immacolati nell’amore; la strada verso questa nuova creazione cui tutti siamo orientati è aperta: Maria l’ha percorsa per prima e ci dà una mano nel cammino.

Appendice
Onoriamo l’Immacolata!
Oggi la nostra pietà onora il mistero della Immacolata Concezione di Maria: il mistero del privilegio, il mistero dell’unicità, il mistero della perfezione di Maria Santissima. Maria, la sola creatura umana, che per divino disegno (quanta sapienza, quanto amore esso contiene!), in virtù dei meriti di Cristo, unica sorgente della nostra salvezza, fu preservata da ogni imperfezione, da ogni contagio della colpa originale, da ogni deformazione del modello primigenio dell’umanità; la sola perciò in cui l’idea creatrice di Dio si rispecchia fedelmente ed in cui la definizione intatta ed autentica dell’uomo si realizza: immagine di Dio!
Luce, intelligenza, dolcezza, profondità d’amore, bellezza, in una parola, sono sul volto candido e innocente della Madonna, che noi onoriamo: Tota pulchra es, Maria! (Paolo VI, dall’Omelia dell’8 dicembre 1966)


«Benedetto sia Dio, padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo» (Ef 1,3). Queste parole della Lettera agli Efesini rivelano l'eterno disegno di Dio Padre, il suo piano di salvezza dell'uomo in Cristo. E un piano universale, che riguarda tutti gli uomini creati a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26). Tutti, come sono compresi «all'inizio» nell'opera creatrice di Dio, così sono anche eternamente compresi nel piano divino della salvezza, che si deve rivelare fino in fondo, nella «pienezza del tempo», con la venuta di Cristo.
Difatti, quel Dio, che è «Padre del Signore nostro Gesù Cristo»,- sono le parole successive della medesima Lettera - «in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia» (Ef 1,4).
Il piano divino della salvezza, che ci è stato pienamente rivelato con la venuta di Cristo, è eterno. Esso è anche - secondo l'insegnamento contenuto in quella Lettera e in altre Lettere paoline eternamente legato a Cristo. Esso comprende tutti gli uomini, ma riserva un posto singolare alla «donna» che è la Madre di colui, al quale il Padre ha affidato l'opera della salvezza. Come scrive il Concilio Vaticano II, «ella viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato» - secondo il Libro della Genesi (Gn 3,15); (Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptoris Mater, n. 7)

Tota pulchra es, Maria!
Cento cinquant’anni or sono, l’8 dicembre 1854, il beato Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine.
Il privilegio di essere preservata dal peccato originale significa che Ella è la prima redenta dal suo Figlio. La sua sublime bellezza, riflesso di quella di Cristo, è pegno per tutti i credenti della vittoria della Grazia divina sul peccato e sulla morte.
L’Immacolata Concezione appare come un faro di luce per l’umanità di ogni tempo. All’inizio del terzo millennio, esso ci orienta a credere e a sperare in Dio, nella sua salvezza e nella vita eterna. Illumina particolarmente il cammino della Chiesa impegnata nella nuova evangelizzazione. (Giovanni Paolo II, Angelus dell’8 dicembre 2004)

Il Sì di Maria è contenuto nell’amore divino
Senza la libera adesione di Maria Dio non può diventare uomo. Certo, questo “sì” di Maria è totalmente grazia. Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria ha in realtà soltanto questo senso specifico, mostrare che non è affatto un essere umano a mettere in moto per suo potere la redenzione, ma il suo “sì” è totalmente contenuto fin dall’inizio ed in precedenza nell’amore divino, che già lo avvolge, prima ancora che esso sia generato. “Tutto è grazia”.
Ma la grazia non toglie la libertà, al contrario la crea. Tutto il mistero della redenzione è presente in questa narrazione e si riassume nella figura della Vergine Maria,: “Ecco, io sono la serva del Signore; avvenga a me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). (Card. Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI, Maria Chiesa nascente, ed. S. Paolo, 1998, p. 77)

Il messaggio dell’odierna festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si può riassumere con queste parole: tutto è dono gratuito di Dio, tutto è grazia, tutto è dono del suo amore per noi. L’Angelo Gabriele chiama Maria «piena di grazia» (Lc 1,28): in lei non c’è spazio per il peccato, perché Dio l’ha prescelta da sempre quale madre di Gesù e l’ha preservata dalla colpa originale. E Maria corrisponde alla grazia e vi si abbandona dicendo all’Angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Non dice: “Io farò secondo la tua parola”: no! Ma: «Avvenga per me…». E il Verbo si è fatto carne nel suo grembo. Anche a noi è chiesto di ascoltare Dio che ci parla e di accogliere la sua volontà; secondo la logica evangelica niente è più operoso e fecondo che ascoltare e accogliere la Parola del Signore, che viene dal Vangelo, dalla Bibbia. Il Signore ci parla sempre!
L’atteggiamento di Maria di Nazareth ci mostra che l’essere viene prima del fare, e che occorre lasciar fare a Dio per essere veramente come Lui ci vuole. E’ Lui che fa in noi tante meraviglie. Maria è ricettiva, ma non passiva. Come, a livello fisico, riceve la potenza dello Spirito Santo ma poi dona carne e sangue al Figlio di Dio che si forma in Lei, così, sul piano spirituale, accoglie la grazia e corrisponde ad essa con la fede. Per questo sant’Agostino afferma che la Vergine «ha concepito prima nel cuore che nel grembo» (Discorsi, 215, 4). Ha concepito prima la fede e poi il Signore. Questo mistero dell’accoglienza della grazia, che in Maria, per un privilegio unico, era senza l’ostacolo del peccato, è una possibilità per tutti. San Paolo, infatti, apre la sua Lettera agli Efesini con queste parole di lode: «Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo» (1,3). Come Maria viene salutata da santa Elisabetta quale «benedetta fra le donne» (Lc 1,42), così anche noi siamo stati da sempre “benedetti”, cioè amati, e perciò «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). Maria è stata pre-servata, mentre noi siamo stati salvati grazie al Battesimo e alla fede. Tutti però, sia lei che noi, per mezzo di Cristo, «a lode dello splendore della sua grazia» (v. 6), quella grazia di cui l’Immacolata è stata ricolmata in pienezza.
Di fronte all’amore, di fronte alla misericordia, alla grazia divina riversata nei nostri cuori, la conseguenza che s’impone è una sola: la gratuità. Nessuno di noi può comperare la salvezza! La salvezza è un dono gratuito del Signore, un dono gratuito di Dio che viene in noi e abita in noi. Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare (cfr Mt 10,8); ad imitazione di Maria, che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta. Perché, se tutto ci è stato donato, tutto dev’essere ridonato. In che modo? Lasciando che lo Spirito Santo faccia di noi un dono per gli altri. Lo Spirito è dono per noi e noi, con la forza dello Spirito, dobbiamo essere dono per gli altri e lasciare che lo Spirito Santo ci faccia diventare strumenti di accoglienza, strumenti di riconciliazione, strumenti di perdono. Se la nostra esistenza si lascia trasformare dalla grazia del Signore, perché la grazia del Signore ci trasforma, non potremo trattenere per noi la luce che viene dal suo volto, ma la lasceremo passare perché illumini gli altri. Impariamo da Maria, che ha tenuto costantemente lo sguardo fisso sul Figlio e il suo volto è diventato «la faccia che a Cristo più si somiglia» (Dante, Paradiso, XXXII, 87). E a lei ci rivolgiamo ora con la preghiera che richiama l’annuncio dell’Angelo. (Papa Francesco, Angelus dell’8 dicembre 2014)

Commenti

Post più popolari