Luca DESSERAFINO sdb"Dio mandò il suo Figlio, nato da donna"


1 gennaio 2016 | Santa Maria Madre di Dio - Anno C | Omelia
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna

La Liturgia di questo giorno, con incredibile tenerezza, ci invita a guardare Maria per festeggiarla e venerarla come Madre di Dio. Sono passati sette giorni dal Natale, da quando i nostri occhi si sono posati su questo piccolo bambino e su tutti i piccoli e i deboli di questo mondo. Oggi la Chiesa sente il bisogno di guardare anche la Madre, e farle festa. Ma, è bene sottolinearlo, nel contemplarla non la troviamo sola: Maria ha in braccio Gesù, la Madre ha in braccio il Figlio. I pastori, scrive il Vangelo, appena giunsero a Betlemme "trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino". È lei che continua a mostrarlo agli umili discepoli di ogni tempo; ed anche a noi.

Il Vangelo della festa di Maria Madre di Dio è una parte del Vangelo del Natale. E questo è già significativo. Il bambino e la madre non sono separabili. Nel Vangelo di oggi la Madre è ricordata, come sempre, con discrezione. La Madre è all'ombra del Figlio. Ma nessun luogo è più luminoso di questo.
Nel brano evangelico di oggi che parla anzitutto di Gesù, la Madre è ricordata tre volte:

- i pastori trovarono il bambino e la madre;
- passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, fu dato al bambino il nome Gesù, "come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre";
- Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

L'annotazione più importante è sicuramente quest'ultima. Lo stupore di Maria si distingue dallo stupore generale. Anche Maria sente le parole, che spiegano l'evento che ella stessa vede e vive, parole che ella custodisce nel suo cuore, dentro di sé. Parole, che in altri suscitano stupore, in lei si fanno ascolto consapevole, pensoso e intelligente: tutto questo viene indicato con il termine cuore. L'altro verbo usato, custodire, non dice semplicemente il ricordare, ma sottolinea la cura e l'attenzione, indica l'atteggiamento di chi sà di avere tra le mani una realtà preziosissima e perciò mette in moto tutte le sue capacità per conservarla.

L'ascolto interiore di Maria è un ascolto prolungato, il custodire di Maria non è un conservare passivo, inerte, bensì è un custodire attivo e vivo, che collega e confronta una realtà con l'altra, cercando di comprendere la logica profonda, la direzione e la verità delle cose che possono sembrare slegate o addirittura in contrasto fra loro. Ed è appunto ciò che fa Maria sentendo, da una parte, le parole che proclamano la gloria del Bambino e, dall'altra, vedendo "un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia".

È qui presentata la solita tensione fra grandezza e piccolezza, il tutto nel frammento che costituisce l'ossatura dell'evento cristiano. Maria non è solo la Madre di Gesù, ne è anche la più profonda interprete, la prima autentica discepola del Maestro. Senza Gesù non c'è Maria, Lei esiste per quel Figlio, questa è l'icona di Maria, la Madre di Gesù; ma è anche l'icona della Chiesa e di ogni credente che sono chiamati ad abbracciare con affetto il Signore e mostrarlo al mondo. A custodirlo nei propri cuori affinché questo amore porti frutti reali di comunione.

Luca DESSERAFINO sdb

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