PANE QUOTIDIANO"«Si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino»

La Liturgia di Mercoledi 30 Dicembre 2015  VANGELO (Lc 2,36-40)  COMMENTO:Rev. D. Joaquim FLURIACH i Domínguez (St. Esteve de P., Barcelona, Spagna)
[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una
profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore


«Si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino»
Rev. D. Joaquim FLURIACH i Domínguez 
(St. Esteve de P., Barcelona, Spagna)
Oggi, Giuseppe e Maria hanno appena finito di celebrare il rito della presentazione del primogenito, Gesù, nel Tempio di Gerusalemme. Maria e Giuseppe non risparmiano niente pur di compiere con minuzie tutto ciò che la Legge prescrive, perchè compiere tutto quello che Iddio vuole, è segno di fedeltà, di amore a Dio.

Da quando il loro Figlio –il Figlio di Dio- è nato, Giuseppe e María provano una meraviglia dietro l’altra: i pastori, i magi d’Oriente, gli angeli... Non solo avvenimenti straordinari esterni, ma anche quelli interni, nel cuore delle persone che hanno qualche contatto con il Bambino.

Oggi appare Anna, una signora avanzata negli anni, vedova, che, in un determinato momento, decise di dedicare tutta la sua vita al Signore, con digiuni e preghiera. Non sbagliamo al dire che questa donna era una delle “vergini prudenti” della parabola del Signore (cf. Mt 25,1-13): cercando sempre di scoprire fedelmente in tutto ciò che le sembri sia la volontà di Dio. E risulta evidente: quando arriva il momento, il Signore la trova opportunamente. Tutto il tempo che ha dedicato al Signore, quel Bambino glie lo ricompensa con generosità. Chiedetele, chiedete ad Anna se è valsa la pena pregare tanto, digiunare tanto ed avere tanta generosità!

Dice il testo che «Si mise (anche lei) a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme» (Lc 2,28). La gioia si trasforma in un apostolato ben preciso: lei è il motivo e la radice. Il Signore è infinitamente generoso verso di quelli che si dimostrano generosi nei Suoi confronti.

Gesù, Dio Incarnato, vive la vita di famiglia a Nazaret, come ogni famiglia: cresce, lavora, impara, prega, gioca... “O santa quotidianità, benedetta consuetudine dove crescono e si rafforzano, quasi inavvertitamente, le anime degli uomini di Dio! Come risultano importanti le piccole cose di ogni giorno!

Monaci Benedettini Silvestrini  
Vedere per testimoniare
Simeone, Anna sono i primi testimoni di Cristo, i primi annunciatori della salvezza che egli è venuto a portare sulla terra. Ai loro nomi ora doverosamente dobbiamo aggiungere i nostri, anche noi infatti abbiamo visto e udito ciò che ha detto e fatto per noi l'autore della vita. È un impegno che deriva dal nostro battesimo. È un dovere di gratitudine. È la nostra risposta alla gratuità dei doni ricevuti. È infine il più squisito atto di carità fraterna. In questa prospettiva comprendiamo in un significato diverso la frase conclusiva del brano evangelico di oggi: «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui». Cristo oggi si fortifica e cresce nella misura in cui è conosciuto, accolto, testimoniato e amato.


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