Don Domenico MACHETTA 3a Domenica T. Ordinario Anno C Appunti per Lectio

24 gennaio 2016 | 3a Domenica T. Ordinario Anno C | Appunti per Lectio
3ª Domenica del Tempo Ordinario
1ª LETTURA: Ne 8,2-4a.5-6.8-10
I libri di Esdra e Neemia parlano del ritorno del popolo ebraico dall'esilio di Babilonia e della
ricostruzione del tempio di Gerusalemme. Esdra e Neemia sono i responsabili: il primo è sacerdote, il secondo governatore della città. Siamo nel 444 a.C. circa. Abbiamo qui un esempio di liturgia della parola, con tutte le fasi: ascolto, impegno
("amen" di adesione), pianto-conversione, gioia.
È "la parola di Dio" che convoca il popolo. Viene proclamata da una tribuna di legno (quello che per noi è l'"ambone"). Tutto il popolo si alza in piedi: Esdra benedice il Signore e tutto il popolo risponde: "Amen, amen".
"Amen" deriva da un verbo ebraico che indica adesione totale, vitale, quasi un "incollarsi", come il bambino legato al petto della madre. È infatti lo stesso verbo usato per indicare l'atto di portare il bambino legato alla madre, come si usa in oriente.
Pensiamo al significato dei nostri "Amen", soprattutto a quello più importante di tutti: quello che conclude la Preghiera Eucaristica, la risposta al "Per Cristo...". S. Girolamo dice che i primi cristiani lo "tuonavano": "Tonabant "Amen"".

VANGELO: Lc 1,1-4; 4,14-21

Nei primi versetti del suo Vangelo, Luca ci assicura di aver consultato con rigore le fonti, con "ricerche accurate", e di aver fatto la sua sintesi con ordine.
Quali fonti?
Certamente Marco (con il "tocco" tipico di Luca).
Una fonte comune a Matteo, chiamata dagli studiosi fonte "Q" (dal tedesco "quelle" = fonte).
Altre fonti misteriose di "testimoni oculari fin da principio". La fonte di certi particolari dell'infanzia, i particolari del Natale... quale sarà stata? Certamente Maria! Quel gruppetto di donne che aveva seguito Gesù chissà quali
"interviste" avranno fatto alla Madre di Dio! E le notizie sono arrivate a noi attraverso Luca.
Dopo i versetti iniziali, ecco il cap. 4, con il lancio della vita pubblica di Gesù. Una pagina programmatica per Luca questo episodio alla sinagoga di Nazareth: "Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito (particolare molto importante), di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere".
Gesù fa "lectio divina" di Isaia 61, cioè riferisce a se stesso quel testo. Fare "lectio divina" di un testo biblico infatti significa trovare che cosa dice di Gesù quel testo. Ricordiamo quello che disse Gesù risorto ai due discepoli:
"Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". Su di me! Tutta la Bibbia parla di lui.
"Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Lo Spirito del Signore è su di lui. Gesù davanti alla gente è un laico, non è "consacrato" dagli uomini, ma dallo Spirito, che lo ha mandato a portare ai poveri la bella notizia ("il lieto annuncio").
Gesù si presenta non come uno dei profeti, né come un grande "saggio", ma come il "Salvatore", il Liberatore annunciato dalle Scritture.
Libertà e gioia.
La condizione perché sia possibile l'evangelizzazione è la povertà. I destinatari sono i poveri. Parallelo con le
"beatitudini" di Matteo. La Vulgata, citando Isaia in modo completo, aggiunge "contriti di cuore". Questa aggiunta è molto chiarificatrice. Poveri anche "dentro"! Nelle
"beatitudini" di Matteo si dice "poveri in spirito". Non poveri arrabbiati, orgogliosi e violenti. La compunzione del cuore (da "cum-pungere" = una specie di pugnalata) è fondamentale per la povertà evangelica.
Don Domenico MACHETTA
FONTE:www.donbosco-torino.it

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