Don Domenico MACHETTA Epifania di Gesù Anno C | Appunti per Lectio

6 gennaio 2016 | Epifania di Gesù Anno C | Appunti per Lectio
1ª LETTURA: Is 60,1-6
La Gerusalemme teologica di Isaia 60 ha una forza centripeta sorprendente: "Una inondazione di
cammelli ti coprirà" ("Inundatio camelorum operiet te"). Una città "rivestita di luce", simbolo della presenza del Signore, che attira una carovana sterminata di persone in ricerca, che vengono da lontano. Il profeta si sbilancia! Infrange le barriere dell'integralismo israelita. Altrove oserà dire "Gli stranieri che hanno aderito al Signore... li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare" (56,6-7).
I simboli dell'oro e dell'incenso, naturalmente, collegano il testo con il racconto dei Magi.

VANGELO: Mt 2,1-12

Per una "lectio divina" di questa grande pagina di Matteo dobbiamo evitare di inoltrarci in ricerche, anche interessanti, per cercare di capire fin dove arriva il dato storico e dove incomincia il rivestimento letterario. Si sa, anche da fonti extra-bibliche, che personaggi molto noti, a quei tempi, percorrevano le terre dell'impero romano. Niente di strano che siano capitati a Gerusalemme, avendo sentito parlare di questa attesa d'Israele. Accostiamo dunque il testo con umiltà, desiderando scoprire ciò che lo Spirito Santo vuol dirci attraverso le parole greche consegnate alla Chiesa dall'evangelista.
È importante far emergere alcuni elementi preziosi, stando con rigore al testo scritto:

1. Si parla di alcuni Magi,
non si dice che siano re e non ci viene dato il numero. Questi Magi, che giungono da Oriente, una sfera misteriosa per il mondo biblico, incarnano l'universale bisogno che l'umanità intera ha di salvezza: l'attesa messianica. Giungono a Gerusalemme con una domanda precisa: "Dov'è il re dei Giudei che è nato?". Hanno le idee molto chiare e hanno un intento preciso: "Siamo venuti per adorarlo".

2. La stella, che ci riporta a Nm 24, al ciclo di Balaam.
"Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti". Nel giudaismo il simbolo della stella era un segno del re-messia. È una mediazione: tutto ciò che mi porta a Gesù è una stella. Nella vita di fede, sovente si smarrisce la stella e subentra l'oscurità: la tenacia dei Magi nel non desistere nella ricerca ci fa scuola.

3. Il turbamento di Erode e di tutta Gerusalemme!
È interessante sondare il profondo di Erode. Questo neo-faraone diventa simbolo dell'anti-salvezza. Si prende gioco dei Magi. Ci sarà presto il contrappasso, come per le vicende dell'Esodo (vedi il libro della Sapienza): saranno loro, i Magi (o meglio, Dio) a prendersi gioco di lui (2,16). Anche Gerusalemme si turba. Del turbamento di Gerusalemme riparlerà l'evangelista all'entrata di Gesù sull'asinello, al cap. 21,10: "Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione". È l'agitazione dei potenti: l'invidia non lascia dormire sonni tranquilli. Sono quelli cantati dal Magnificat, deposti dal trono, quelli che Dio disperde "nei pensieri del loro cuore". La storia rigurgita di Erodi, di stragi di innocenti, le città sono in continua agitazione.

4. La "grandissima gioia" al vedere la stella.
Non al vedere il Messia, ma al vedere la stella, perché quella li avrebbe portati al Messia. È strana in Matteo, evangelista compassato e solenne, questa esplosione di gioia che emerge soprattutto nel testo originale:
e'chár¯esan-charàn-megál¯en-sfódra! gavisi sunt-gaudio-magno-valde!

5. "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono".
Prostratisi a terra (pesóntes), lo adorarono. L'adorazione è il culmine del cammino dei popoli. È la Terra promessa, lo scopo di ogni liberazione, secondo l'audace profezia di Esodo 19, in cui Dio ricorda a Mosè lo scopo della liberazione dall'Egitto:
"Vi ho sollevato su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me", cioè nella mia intimità!
Esplode il tema dell'Adorazione, secondo il doppio senso suggerito dai due termini, greco e latino, come ricordava Benedetto XVI ai giovani:
"Prosküne¯sis": riconoscersi creature, dipendenti in tutto e per tutto da Dio.
"Adoratio" (ad-os, bocca): intimità nuziale con il Signore.

6. "Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra".
È il compimento degli oracoli messianici che annunciavano l'omaggio delle nazioni, dei "gojim". Danno a Dio ciò che è di Dio. Dio ci dà delle cose e poi ce le chiede. Ti dà Isacco e poi lo esige. In definitiva però è per il nostro vantaggio. Più immoli, più ricevi. Aprono i loro scrigni, e che cosa ricevono? Cosa portano via? Dio ti dà in cambio se stesso! Chi dà tutto riceve tutto. Ma bisogna aprire tutti gli scrigni. Guai a chi si trattiene qualcosa!

7. "Per un'altra strada fecero ritorno al loro paese".
* Una via nuova, impensabile, con panorami ed energie nuove, si apre a quelli che trovano la luce vera, con la possibilità di diventare "stelle" (mediazioni) per tanti fratelli.

Don Domenico MACHETTA
Fonte:  www.donbosco-torino.it

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