Don Mario MORRA sdb"Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?

6 gennaio 2016 | Epifania di Gesù - Anno C | Omelia
EPIFANIA DEL SIGNORE
"Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo"
Queste parole ci riferiscono l'esperienza dei Magi. La stella apparsa in cielo accende nella loro mente e nel loro cuore una luce che li muove alla ricerca della grande Luce di Cristo: seguono fedelmente quella luce che li pervade
interiormente, e incontrano il Signore.
In questo percorso dei Magi d'Oriente è simboleggiato il destino di ogni uomo: la nostra vita è un camminare, illuminati dalle luci che rischiarano la strada, per trovare la pienezza della verità e dell'amore, che noi cristiani riconosciamo in Gesù, Luce del mondo. E ogni uomo, come i Magi, ha a disposizione due grandi "libri" da cui trarre i segni per orientarsi nel pellegrinaggio: il libro della creazione e il libro delle Sacre Scritture. L'importante è essere attenti, vigilare, ascoltare Dio che ci parla, come dice il Salmo, riferendosi alla Legge del Signore: "Lampada per i miei passi la tua parola, / luce sul mio cammino" (Sal 119,105).
La prima lettura riporta, per bocca del profeta Isaia, l'appello di Dio a Gerusalemme: "Alzati, rivestiti di luce!". Gerusalemme è chiamata ad essere la città della luce, che riflette sul mondo la luce di Dio e aiuta gli uomini a camminare nelle sue vie. Ma Gerusalemme può venire meno a questa chiamata del Signore. Ci dice il Vangelo che i Magi, quando giunsero a Gerusalemme, persero per un po' di tempo la vista della stella. Non la vedevano più. Specialmente la sua luce è assente nel palazzo del re Erode: quella dimora è tenebrosa, vi regnano il buio, la diffidenza, la paura, l'invidia. Erode, infatti, si mostra sospettoso e preoccupato per la nascita di un fragile Bambino che egli sente come un rivale. In realtà Gesù non è venuto ad abbattere lui, misero fantoccio, ma il Principe di questo mondo! Tuttavia il re e i suoi consiglieri sentono scricchiolare le impalcature del loro potere, temono che vengano capovolte le regole del gioco, smascherate le apparenze. Tutto un mondo edificato sul dominio, sul successo, sull'avere, sulla corruzione è messo in crisi da un Bambino! Erode ha paura ed arriva fino a uccidere i bambini.
I Magi seppero superare quel pericoloso momento di oscurità presso Erode, perché credevano alla parola dei profeti che indicava in Betlemme il luogo della nascita del Messia. Così ripresero la strada verso Betlemme e là videro nuovamente la stella: il Vangelo dice che provarono "una gioia grandissima" (Mt 2,10).
Questi saggi venuti da Oriente ci insegnano come non cadere nelle insidie delle tenebre e come difenderci dall'oscurità che cerca di avvolgere la nostra vita: hanno custodito la fede. E anche noi dobbiamo custodire la fede.
Nella festa dell'Epifania, in cui ricordiamo la manifestazione di Gesù all'umanità nel volto di un Bambino, sentiamo accanto a noi i Magi, come saggi compagni di strada. Il loro esempio ci aiuta ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello… Ci insegnano a non lasciarci ingannare dalle apparenze, da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente. Ci insegnano a custodire la fede. Bisogna andare oltre, oltre il buio, oltre il fascino delle Sirene, oltre la mondanità: bisogna andare verso Betlemme, là dove, nella semplicità di una casa di periferia, tra una mamma e un papà pieni d'amore e di fede, risplende il Sole sorto dall'alto, il Re dell'universo.
Sull'esempio dei Magi, con le nostre piccole luci, cerchiamo la Luce e custodiamo la fede. Così sia!

Don Mario MORRA sdb

 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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