Luca DESSERAFINO sdb"Io sono con te per salvarti"

31 gennaio 2016 | 4a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
Io sono con te per salvarti

In un passo autbiografico il profeta Geremia ricorda il momento in cui, in un'esperienza profonda di incontro con Dio, ha percepito la sua vocazione. Prima che Geremia esca alla luce e sia riconosciuto da un padre, Dio, il Padre, lo "conosceva"; anzi, prima ancora che cominci a vivere nel grembo materno, Dio lo "conosce" e sa già quale missione affidargli.

Geremia scopre con immenso stupore con quanto amore è stato voluto e quale disegno Dio da sempre ha pensato per lui: portavoce di Dio non solo presso il suo popolo, ma anche presso i pagani. Questa misione di profeta "scomodo" gli procurerà resistenze e persecuzioni, che sul suo animo mite e fragile avranno un effetto
devastante. Dio però, anche se non gli risparmierà la sofferenza, lo assicura che starà sempre al suo fianco.

Geremia è figura di Cristo, ma in un certo senso anche dei cristiani, chiamati ad annunciare il Vangelo con la parola e con la vita in un ambiente spesso refrattario e ostile. Testimoni coraggiosi e fedeli che, anche se non di rado soli e in minoranza, sanno contestare il male e riaffermare oggi valori irrinunciabili, quali ad es. il diritto alla vita, la sacralità del matrimonio, il valore dell'essere genitori, la giustizia, la fraternità etc.

Domenica scorsa Gesù applicava alla sua persona e alla sua missione il noto testo di Isaia secondo il quale il futuro Salvatore, inviato da Dio, avrebbe portato il lieto messaggio ai poveri. La solenne dichiarazione di Gesù viene ripresa all'inizio del brano di questa domenica.

La reazione dell'uditorio è dapprima favorevole. Lo stupore può condurre alla fede in Gesù, ma può anche degenerare nel rifiuto. In effetti, gli abitanti di Nazaret si meravigliano che tali parole escano dalla bocca di un compaesano, di uno di loro, di cui conoscono il padre.

Come può Dio manifestarsi in un uomo che ha origini così umili? E' lo scandalo dell'Incarnazione, Gesù smaschera il loro atteggiamento interiore: la "salvezza", che Isaia annunciava, essi la riducono a miracoli di guarigione a loro esclusivo favore. Vorrebbero accaparrarsi Gesù per motivi campanilistici.

La sua risposta riguarda i suoi concittadini, ma anche tutto Israele: con la sua affermazione egli delinea il suo destino di profeta inascoltato e rifiutato dai suoi.

La missione di Gesù non si limita al solo Israele, ma è universale. I profeti Elia ed Eliseo fecero del bene a persone che non appartenevano al popolo eletto: la vedova fenicia e Naaman il Siro. Così anche Gesù, compie miracoli a Cafarnao, dove abitano moltissimi pagani, mostrando che la salvezza di Dio è destinata a tutti i popoli.

La sua missione non deve privilegiare un dato territorio, ma si rivolge alle persone. Non è un diritto che i nazaretani possano accampare, ma un dono di Dio. Proprio per evidenziare tale gratuità, Dio ha scelto come destinatari dei suoi miracoli i lontani e gli esclusi.

I nazaretani comprendono e vogliono scacciare Gesù. Anzi, tentano addirittura di ucciderlo. La strada dell'evangelizzazione universale passa attraverso la sofferenza, o meglio attraverso la fedeltà fino alla morte di Gesù e dei suoi inviati.

Il Vangelo si annunzia per amore e con amore. Solo l'amore è credibile. Ogni credente è chiamato, a rendere credibile l'amore, a farsi testimone credibile di quella carità che non avrà mai fine, perché è stata essa stessa a raggiungerci per prima e ad indicarci il sentiero della vita.

Luca DESSERAFINO sdb

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