Luca DESSERAFINO sdb"La gloria del Signore brilla sopra di te"

6 gennaio 2016 | Epifania di Gesù - Anno C | Omelia
La gloria del Signore brilla sopra di te
La parola chiave per interpretare il mistero del Natale è l'Incarnazione: il Figlio di Dio si è fatto uomo per unirci a sé e fare di noi altrettanti Lui, cioè figli di Dio. Oggi il medesimo mistero lo
contempliamo da un'altra angolazione: l'Epifania cioè manifestazione.

Dio che, parzialmente e in modi diversi, si era rivelato nella natura e nella storia, ora si è manifestato pienamente in Gesù. In Lui Dio ci ha detto tutto e donato tutto, anzi si è detto tutto e si è dato tutto. Gesù è la rivelazione palpabile, definitiva di Dio Amore in quello che dice, che fa e che è.

Questa manifestazione di sé in Gesù Dio la offre non a un popolo privilegiato, ma a tutti gli uomini di ogni tempo, nessuno può dire: "Io sono escluso. Per me il Salvatore non è venuto".

I Magi, di cui il Vangelo non riferisce né il numero né i nomi né la patria, non sono ebrei. Con ogni probabilità sono sapienti, studiosi degli astri, scrutando i quali cercano di discernere la volontà di Dio. Provengono dall'Oriente e affrontano i disagi di un viaggio lungo e faticoso verso la Terra Santa per adorare il Re che è nato. Inaugurano il pellegrinaggio di tutti i popoli, annunciato dal profeta Isaia, verso Gerusalemme, la città tutta luce, perché riempita dalla presenza del Signore.

Qui nell'incontro con Lui si ritrovano fratelli e si scambiano le ricchezze della loro cultura e delle loro tradizioni. Questa nuova Gerusalemme è la Chiesa, dove è presente Gesù: in Lui Dio si manifesta e si fa incontrare.
Il viaggio dei magi è immagine del cammino di fede e di speranza che l'uomo di ogni tempo intraprende verso Dio. C'è il Salvatore e bisogna affrontare qualunque sacrificio pur di non perdere l'appuntamento con Lui. Dio ha messo nel cuore di ogni uomo la possibilità di poterlo incontrare come egli è, Padre. Per questo la ricerca di Dio è l'atteggiamento più conforme alla natura dell'uomo.

Il racconto evangelico evidenzia il contrasto tra i lontani, i magi, che cercano e trovano il Salvatore, e i vicini, Erode e gli abitanti di Gerusalemme. In questi la notizia portata dai magi, invece che suscitare gioia, provoca turbamento. Le Scritture annunciano il luogo dove deve nascere il Salvatore: Betlemme che da loro è poco distante.

Ma essi non si muovono. Indifferenza, paura, rifiuto, un leggero sussulto in superficie, un moto di curiosità, l'emozione di un momento. Poi tutto ritorna alla normalità. Nessuna voglia di cambiare le proprie abitudini, nessuna voglia di un cammino diverso. Allora quanti propongono un impegno nuovo sono visti come elementi di disturbo.

La stella che guida i magi, in definitiva, è simbolo di Cristo luce del mondo. Egli chiama gli uomini a sé attraverso una grande varietà di segnali e di indicatori luminosi. In primo luogo è la parola di Dio la stella che dà gioia, è il Vangelo che conduce direttamente a Gesù Salvatore.

A ognuno di noi Dio offre una stella per rischiarargli la strada che porta a Cristo. Anzi, ognuno di noi può essere una buona stella per molte persone smarrite e in ricerca. Beati noi, se con i pastori e con i magi, ci facciamo pellegrini verso quel Bambino e con affetto ci prendiamo cura di lui. In verità, scopriremo che è lui a prendersi cura di noi.

Luca DESSERAFINO sdb
Fonte:  www.donbosco-torino.it

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