Padre Paolo Berti, “In principio era il Verbo…”

II Domenica dopo Natale     
Gv.1,1-18
“In principio era il Verbo…”
La prima lettura, tratta dal libro del Siracide, ci presenta la sapienza di Dio - "sapienza increata" -, che ha come opera centrale il Verbo incarnato il quale, in quanto uomo, è la "sapienza creata" di cui parla il testo.
L'incarnazione del Logos - in quanto assunzione di una natura umana - è una realtà creata, decisa dal Padre da tutta l'eternità, per cui era "presente" in Dio da tutta l'eternità. Il testo del Siracide dice al proposito: "Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato". Ciò vuol dire che il mistero dell'Incarnazione è all'origine di tutte le cose e che Cristo è il fine di tutte le cose, che sono state create "in
vista di lui" (Cf. Col 1,16). Così la "sapienza creata", il Cristo futuro, era già dominante nel cielo, nelle profondità degli abissi, sulle onde dei mari, su tutta la terra. La sua gloria, simboleggiata da una nube, ricopriva tutta la terra. Nel creare tutte le cose Dio sapeva della caducità che Adamo avrebbe introdotto nella creazione (Cf. Rm 8,20), ma le creò nella gioia datagli dal pensiero del futuro Cristo Salvatore e Restauratore, e - va detto - dei sì di Maria.
Dio sapeva del peccato dell'uomo e da tutta l'eternità ha deciso in Cristo, Verbo Incarnato, la nostra salvezza e il rinnovamento di tutte le cose. Ed egli, nell'eterno disegno del Padre, era già visto regnare su di una colonna di nubi, segno del suo trionfo, della sua invincibilità e del suo dominio su tutta la terra.
Il Creatore (il Padre) comandò alla "sapienza creata" di stabilire la sua tenda in Giacobbe. Il tema della nube trova corrispondenza perfetta nella nube che fu il segno della gloria di Dio al momento del passaggio del Mar Rosso e che poi discese sulla tenda del convegno nel deserto, come pure nel tempio di pietra di Gerusalemme. Israele fu così luogo dove venne fissata la "tenda" della "sapienza creata". La legge e i profeti sono rivolti a Cristo; annunciano, in figure e vaticini, Cristo. Così "la sapienza creata" ha officiato, nella legge cultuale mosaica, nella tenda santa.
Il Verbo Incarnato venne ad abitare tra di noi dice l'apostolo Giovanni, che con sguardo acutissimo contempla il Verbo, il Logos che si è fatto carne e perciò Parola udibile, visibile, tangibile (Cf. 1Gv 1,1ss).
Anche Giovanni fa un excursus storico. Parte dalla situazione di innocenza iniziale degli uomini: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini", per poi considerare il popolo che doveva attenderlo: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”. Infine afferma la novità che sorpassa la condizione dell'uomo nel Vecchio Testamento: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”; “la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”.
Il Verbo Incarnato è "pieno di grazia e di verità", dice Giovanni e san Paolo nella lettera ai Colossesi (2,3) dice che "in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza". Cristo è la sapienza necessaria per vivere in Dio, ed è la conoscenza necessaria per conoscere nella fede Dio, Uno e Trino. Egli è pure la luce nella quale l'uomo scopre pienamente se stesso come essere "capace di Dio", come pure scopre il suo giusto rapporto con le cose, il valore che deve dare alle cose, la bontà delle cose in ordine alla sua elevazione sulla terra e alla sua meta nella gloria del cielo.
San Paolo, nella seconda lettura, guarda al Cristo preesistente ab aeterno e pone in evidenza che noi siamo oggetto di un eterno disegno d'amore in Cristo: "per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità". San Paolo guarda pure alla realtà del Cristo preesistente (Cf. 1Cor 10,3) quando dice che nell'Esodo dall'Egitto Israele beveva da una roccia spirituale che lo accompagnava, e quella roccia era Cristo.
Dobbiamo chiedere, gli uni per gli altri, "uno spirito di sapienza e di rivelazione" per una più profonda conoscenza di lui, di Cristo. Tale spirito di sapienza e di rivelazione, ci illumina i tesori di sapienza e scienza presenti nel Cristo, senza poterli esaurire.
Tutto va accolto con rispetto del mistero: solo in cielo vedremo ogni cosa. Tuttavia la luce che lo Spirito Santo ci dona sul Cristo, centro dell'opera del Padre, è più che sufficiente per infervorarci d'amore verso Gesù Cristo, e in lui, con lui, per lui, verso il Padre.
All'indomani del primo giorno dell'anno nel quale abbiamo fatto auguri di bene, e i più grandi auguri di bene li abbiamo fatti con la preghiera; all'indomani di tante previsioni affidate alla ciarlataneria degli oroscopi, degli indovini di turno, noi facciamo una certissima previsione: Se gli uomini si ameranno, se pregheranno, il nuovo anno sarà un buon anno.
Il mondo conosce tante divisioni mentre scopre la sua "unità geografica". La terra, è stato detto più volte, appare oggi come un grande villaggio: il villaggio-globale. L'immagine del villaggio, mentre fa vedere come le distanze sono vinte dai mezzi di trasporto e di comunicazione, è però non molto adatta a presentare l'oggi, dove lo spirito collaborativo di un villaggio è lontano dall'esserci. Più adatta è l'immagine della "grande città", come fa Giovanni nell'Apocalisse (Cf. 11,8; 16,19; 18,10; 18,19). Grande città che sempre più si presenta come Babilonia o Egitto, tanta è l'ostilità, palese od occulta, verso la Chiesa, ma che ha pur sempre al suo attivo l'amore della Chiesa, la Sposa di Cristo, la quale pur "moltiplicandosi le iniquità" (Cf. Mt 24,11) rimane con il cuore riarso dalla carità verso tutti, pronta a soffrire, rifiutando l'astio e la maledizione.
Cosa accadrà di preciso nell'anno che abbiamo cominciato non lo sappiamo, ma sappiamo che Dio non ci lascerà soli e procederà il suo disegno di far di tutto il genere umano "un solo gregge" (Cf. Gv 10,16). In mezzo ai tentativi dell'uomo di costruire "la grande città" all'insegna della negazione di Dio, Dio continuerà a bussare al cuore degli uomini affinché si aprano a lui.
Dio ci ama di amore eterno. Da sempre ci ha amati nel Cristo, che è l'Opera a cui porta ogni opera di Dio. Amen. Ave Maria. Vieni, Signore Gesù.

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