mons. Roberto Brunelli"Tre tentazioni per riassumerle tutte

Tre tentazioni per riassumerle tutte
mons. Roberto Brunelli
I Domenica di Quaresima (Anno C) (14/02/2016)
Vangelo: Lc 4,1-13 
Prima domenica di quaresima: come ogni anno, il vangelo è quello relativo al misterioso episodio
delle tentazioni cui anche Gesù fu sottoposto. Lo riferiscono tre degli evangelisti: Marco si limita a dire che Gesù fu tentato; Matteo specifica come, elencando le tentazioni che dovette affrontare, mentre Luca, che si legge quest'anno all'inizio del capitolo quarto, riporta lo stesso elenco in un ordine lievemente diverso.
In comune i tre vangeli hanno il fatto inquietante che anche alla mente di Gesù si è prospettata l'ipotesi di andare contro Dio, e addirittura di cercare di piegarlo a proprio vantaggio. Il fatto è inquietante, perché ci pone davanti al mistero di come in lui, l'Uomo-Dio, la perfezione divina potesse coesistere con la fragilità umana; il mistero, che si ripresenta in tante pagine del vangelo, di come chi manifestava una potenza divina nel moltiplicare i pani e i pesci, nel risanare i malati, addirittura nel risuscitare i morti, potesse poi anche provare fame e sete, stanchezza e angoscia e tutti i limiti dell'umana natura
Tra essi non mancò la tentazione al male: di tutti i limiti, forse quello che ce lo fa sentire più vicino. E allora è di sommo interesse vedere come nel caso egli si è comportato; se non potremo mai capire fino in fondo la coesistenza in un'unica persona della divinità e dell'umanità, possiamo vedere come, in un episodio in cui tutta e solo la sua umanità si manifesta, egli sia stato un modello per quanti tutta e solo l'umanità vivono ogni giorno.
Le possibili tentazioni cui anche noi possiamo trovarci a dover far fronte sono riassunte in tre. Nel deserto dove si era ritirato prima di dare inizio alla sua vita pubblica, dopo quaranta giorni di digiuno Gesù "ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane". E' la tentazione di pensare solo ai bisogni e alle attrattive immediate; vi si scorge facilmente la tentazione della sensualità, del cercare ciò che piace senza curarsi se è giusto o sbagliato, utile o dannoso. Pur sollecitato in tal senso, Gesù non ricorre ai suoi poteri divini ma supera la tentazione come possiamo fare noi, con la fede. Risponde infatti citando la Bibbia ("Non di solo pane vivrà l'uomo": Deuteronomio 8,3), cioè la Parola di Dio che egli assume a guida dei propri comportamenti.
La seconda tentazione è quella del potere, del sottomettere gli altri a sé, di imporsi, di voler comandare: in politica, ma anche in famiglia, nei rapporti di lavoro o d'affari e in ogni altro ambito della vita; imporsi non importa come: anche "vendendo l'anima al diavolo", come è invalso l'uso di dire, proprio in base a questo passo del vangelo. "Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: Se ti prostrerai in adorazione davanti a me, tutto sarà tuo". Anche questa tentazione, secondo l'esempio di Gesù, è superabile alla luce della Parola di Dio: sta scritto, egli risponde riassumendo un'infinità di possibili rimandi ai testi sacri, "il Signore Dio tuo adorerai, a lui solo renderai culto".
Allora anche il diavolo cita la Scrittura, per presentargli la terza tentazione: "Gettati dall'alto; sta scritto infatti che Dio manderà i suoi angeli a impedire che ti faccia male" (Salmo 91). La mossa è subdola, ovviamente, perché sottintende una lettura di comodo della Parola di Dio; essa però riflette l'atteggiamento di chi pretende di trovare nella Bibbia la giustificazione dei propri comportamenti errati, o di chi mette a rischio se stesso e gli altri (basti pensare a chi guida sotto l'effetto di droghe o alcool) magari poi lamentando che Dio non sia intervenuto a impedirne le disastrose conseguenze. La frase della Bibbia che Gesù gli oppone (Deuteronomio 6,16) è questa: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo".
Tutte risposte sulle quali riflettere, nella quaresima appena iniziata.

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