Clarisse Sant'Agata, Lectio Divina"Segui me"

III domenica di Pasqua Segui me
Antifona d'Ingresso
Acclamate al Signore da tutta la terra, cantate un inno al suo nome, rendetegli gloria, elevate la lode.

Alleluia.
Colletta
Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta
per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per
Cristo, nostro Signore.
Oppure:
Padre misericordioso, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa
riconosciamo il tuo Figlio, che continua a manifestarsi ai suoi discepoli, e donaci il tuo Spirito, per
proclamare davanti a tutti che Gesù è il Signore. Egli è Dio...
Prima Lettura
At 5, 27b-32. 40b-41
Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: "Non vi avevamo espressamente
proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento
e volete far ricadere su di noi il sangue di quest'uomo". Rispose allora Pietro insieme agli apostoli:
"Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi
avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per
dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito
Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono". Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro
di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal
Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
Salmo 29 (30)
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre
Seconda Lettura
Ap 5, 11-14
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro
numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: "L'Agnello, che è stato
immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione". Tutte
le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che
dicevano: "A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei
secoli". E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E gli anziani si prostrarono in adorazione.
Alleluia, alleluia.
Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo, e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
Alleluia.
Vangelo
Gv 21, 1-19
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si
trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di
Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo
anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando
già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro:
"Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: "Gettate la rete
dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande
quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro,
appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in
mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano
infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace
con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso ora". Allora
Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché
fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli
osava domandargli: "Chi sei?", perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane
e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere
risorto dai morti. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio di Giovanni,
mi ami più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i
miei agnelli". Gli disse di nuovo, per la seconda volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami?". Gli
rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pascola le mie pecore". Gli disse per la
terza volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta
gli domandasse: "Mi vuoi bene?", e gli disse: "Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli
rispose Gesù: "Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da
solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti
porterà dove tu non vuoi". Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E,
detto questo, aggiunse: "Seguimi".
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai dato il motivo di tanta gioia, donale
anche il frutto di una perenne letizia. Per Cristo nostro Signore.
Dopo la Comunione
Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla
gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
SEGUI ME
Anche in questa terza domenica di Pasqua il Vangelo di Giovanni ci racconta che Gesù si
manifesta ai suoi discepoli: è un evento, quello della Risurrezione che non vuole rimanere senza di
noi. Così come siamo e lì dove siamo Lui viene ostinatamente a cercarci per dirci che l’Amore ha
vinto la morte e continuerà ad attenderci fino all’ultimo giorno.
Tanti elementi del Vangelo di oggi ci introducono dentro la contraddizione che abita il cuore dei
discepoli dopo gli eventi della Morte e Risurrezione del Signore. I discepoli si ritrovano insieme sulle
rive del lago di Tiberiade, lì dove tutto per loro è cominciato e proprio lì dove “hanno lasciato ogni
cosa e lo hanno seguito”, ora tornano a ciò che avevano lasciato: “Disse loro Simon Pietro: "Io vado
a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Non appare come una decisione presa secondo
criteri logici, ma è semplicemente l’andare dietro ad un cuore che ha visto finita la sua speranza.
“Ma quella notte non presero nulla”. Una notte così tanto vicina a quelle appena trascorse, quelle in
cui, mentre all’interno si compiva il giudizio e la condanna per il Signore, fuori lo stesso Pietro faceva
esperienza del suo niente incapace di sequela. Una notte, il nulla e l’incapacità di credere e di
seguirlo: esperienza già vissuta anche dagli altri discepoli che ora si rinnova sulle rive di questo lago.
Eppure il Signore non si rassegna a questa esperienza dei discepoli di ieri e di oggi e alle prime luci
del giorno “stette sulla riva”, poco importa che nessuno lo riconosce.
“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La “parte destra” è il luogo da cui non è
più possibile venire via a mani vuote, il luogo dove il nulla si trasforma nella moltitudine; è la
sorgente di acqua viva che zampilla per la vita eterna, è il luogo della vita data per sempre: “vedendo
che era già morto, non gli spezzò le gambe, ma gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì
sangue ed acqua”. (Gv 19)
La “parte destra” è il costato trafitto del Signore, che rimane aperto perché sia dato a noi di poter
vedere sempre l’Amore con il quale siamo stati amati. E’ in questa direzione ormai che siamo
chiamati a vivere e a investire, perché solo questo è il luogo dal quale possiamo accorgerci insieme al
discepolo amato che Colui del quale nella notte abbiamo detto “non lo conosco”, dobbiamo invece
confessare all’alba che “è il Signore”, fino a non chiedergli più “chi sei?”, perché “sappiamo bene che
è il Signore”.
E da questa nuova direzione, da questa consapevolezza nasce ancora per Pietro come anche per noi la
sequela. “Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami
più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei
agnelli". Gli disse di nuovo, per la seconda volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi ami?". Gli rispose:
"Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pascola le mie pecore". Gli disse per la terza
volta: "Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta
gli domandasse: "Mi vuoi bene?", e gli disse: "Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene".
Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecore”. Dopo questo dialogo fra Gesù e Pietro, dialogo che rimane
misterioso come misterioso è l’Amore, Pietro è indubbiamente ancora sconfitto da una misura di
Amore che sembra essere troppo grande per lui. Eppure proprio a lui il Signore affida “tutti coloro
che il Padre gli ha dato”. A questa debolezza di uomo che ha continuamente bisogno di venire
cercato, Gesù ancora una volta rivolge lo stesso invito: “seguimi”.
E’ così che si conclude la liturgia della Parola di questa terza domenica di Pasqua, con questa parola
rivolta alla nostra vita, ovunque siamo e comunque siamo: “Segui me”.

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