fr. Massimo Rossi Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Commento su Luca 9,11-17
fr. Massimo Rossi  
 C) (29/05/2016)
Vangelo: Lc 9,11-17 
La solennità del Corpus Domini non è l'unica circostanza nella quale la liturgia ci offre l'opportunità
di riflettere sull'Eucaristia. Anche il Giovedì Santo la Chiesa ricorda l'istituzione del sacramento dell'altare, dal quale tutti gli altri sacramenti scaturiscono.
Ma concentriamoci sul Vangelo di oggi; il fatto lo conosciamo tutti molto bene: dopo un giorno intero trascorso ad ascoltare gli insegnamenti di Gesù, a stupire per i miracoli operati dalle sue mani, il corpo cominciava a protestare per la fame... uomini, donne e bambini rapiti, conquistati dal carisma di quell'Uomo, avevano perduto la cognizione del tempo, e non si erano quasi accorti che il giorno stava per finire; ma gli Apostoli se ne erano accorti, eccome! In fondo, toccava a loro aiutare il Maestro a non allontanarsi troppo dal principio di realtà... provavano compassione per tutta quella gente, e non avrebbero voluto avere sulla coscienza il rimorso che qualcosa di brutto potesse capitare a qualcuno, facendo ritorno a casa, dopo il tramonto. Il deserto è già poco sicuro di giorno, figurarsi la notte...
Ma ecco il colpo di scena! Il Signore mostra ai Dodici di non aver minimamente smarrito il senso della realtà... Il Figlio di Dio è anche vero uomo! non ha la testa tra le nuvole, Lui! mica come certi predicatori, i quali possono permettersi il lusso di sdottorare su tutto e tutti,...tanto, agli aspetti pratici materiali - cibo, vestito, riscaldamento, conti della spesa, tasse - c'è chi ci pensa...
Ma ancora più sconcertante per gli Apostoli, fu sentirsi dire che, a dar da mangiare a tutta quella folla - 5000 solo gli uomini -, ci avrebbero dovuto pensare loro.
In altre parole, l'opera dell'evangelizzazione è un ministero integrale: l'apostolo è missionario a 360°, conosce i bisogni degli uomini, e sa che non basta insegnare, non basta guarire; bisogna sfamare, bisogna dissetare, bisogna difendere...
In una parola: bisogna salvare tutto l'uomo, spirito, testa, cuore, corpo.
Affinché le parole portino frutto, devono essere parole incarnate, parole di carne... parole di carne e di sangue. Ecco il mistero che celebriamo oggi: il corpo di carne e di sangue, che Cristo ci ha dato e ogni domenica ci dà! La vita stessa del Signore, la vita stessa di Dio viene donata, ammazzata, distrutta, affinché coloro che credono possano esserne nutriti, e da questo nutrimento, ricevano la vita eterna.
Sapete cos'è che fa soffrire di più un prete? Vedere dei cristiani varcare la soglia della chiesa, ma non accostarsi all'Eucaristia. Perché? Perché sì! sostanzialmente non sanno spiegarlo.
Questi sedicenti cristiani affermano di essere stati abituati fin da bambini a fare la Comunione soltanto dopo essersi confessati; e, dal momento che si confessano solo a Pasqua, la Comunione la fanno solo a Pasqua! il ragionamento è a dir poco stringente.
È vero che cinquant'anni fa, il catechismo di Pio X prescriveva di confessarsi almeno una volta all'anno e di comunicarsi almeno a Pasqua... Ma questo precetto generale della Chiesa indica quella che potremmo definire la linea di sopravvivenza della fede... Quando la fede è poco più che un concetto mentale, un principio astratto al quale si aderisce senza troppa fatica, che non ci cambia la vita, che non fa di noi persone speciali... ecco, per un cristiano così, fare la Comunione è un dovere da assolvere, non un piacere da gustare; e, se la Comunione eucaristica è un dovere, una volta l'anno è più che sufficiente per assolvere il dovere imposto dalla Chiesa (?) e sentirsi a posto! e che diamine! un cristiano non è mica un prete, o una suora!!
Mi piacerebbe tanto dire a questi cristiani-di-nome che Gesù c'ha rimesso le piume, pardon, c'ha rimesso la vita, per darci quel pezzo di pane. "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue non morirà in eterno. La mia carne è vero cibo, il mio sangue vera bevanda." (Gv 6).
Il miracolo che il Vangelo di oggi ci ha raccontato, secondo la redazione di san Luca, è solo l'inizio, un assaggio di ciò che Cristo sapeva fare e avrebbe fatto per noi. Dare qualcosa non era sufficiente: qualcun altro lo aveva già fatto prima di Lui. Era necessario darci qualcosa di sé, della sua persona... era necessario darci se stesso. Per questo era venuto nel mondo: per morire d'amore per ciascuno e per tutti. Detto così, sembra una battuta da telenovela, da romanzetto d'appendice...
Ma per Lui, per Gesù di Nazareth, queste non sono solo parole!
Fr.Timothy Radcliffe dichiara che i martiri danno la vita perché amano la vita: soltanto chi ama la propria vita di un amore che più amore non si può, la può veramente donare.
Il dono più grande che possiamo fare è la cosa più preziosa che abbiamo, la vita.
Ebbene, Dio ha donato il bene più prezioso che aveva, la vita di suo Figlio, la Sua stessa vita!
Le ultime righe di questa omelia le voglio dedicare alla pagina di Paolo che abbiamo ascoltato come seconda lettura: dico subito che questo racconto dell'istituzione dell'Eucaristia è quasi certamente più antico di quello contenuto nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca: dunque si tratta della prima redazione in assoluto della cena del Signore; i Vangeli sinottici vi avrebbero attinto per narrare la pasqua che il Signore consumò seduto a tavola, prima di essere arrestato. Cito l'arresto di Gesù non solo perché avvenne subito dopo, nell'orto degli ulivi, ma perché l'arresto è la conseguenza del tradimento di Giuda, ed è iscritto in quel gesto rituale di rendere grazie sul pane, spezzarlo e distribuirlo. Tra le parole pronunciate da Gesù sul pane e sul vino c'è un verbo coniugato al participio passato: "dato", in latino, "traditum"; perdonate questa digressione da maestrina... ma è fondamentale, perché quel "traditum" è il participio di tradere, che significa dare, donare, ma anche tradire... In altre parole, l'azione di Gesù compiuta a tavola, (l'azione) con la quale Gesù sarebbe stato riconosciuto dai discepoli di Emmaus dopo la risurrezione, rappresenta la sintesi di due volontà, anzi tre:
- la volontà di Dio padre che dona il Figlio agli uomini per salvarli
- la volontà gli uomini che tradiscono il Figlio dell'Uomo
- la volontà di Gesù che dona liberamente se stesso per amore
Dall'incontro di queste tre volontà, scaturisce il sacramento che costituisce la vera novità del Vangelo; lo sanno bene coloro che non possono riceverlo; o meglio, non potevano riceverlo, fino a ieri... Ora, finalmente, è possibile: la recente esortazione pastorale di Papa Francesco Amoris Lætitia, testimonia che il pensiero della Chiesa progredisce; che la misericordia non è soltanto una parola con la quale ci si riempie la bocca... Ora possiamo davvero pronunciare le parole della Consacrazione con la coscienza più leggera, e in tutta verità!

Fonte:qumran2.net

Commenti

Post più popolari