Luca DESSERAFINO sdb "SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO"

29 maggio 2016 | 9a Domenica: Corpus Domini - Anno C | Omelia
SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
"Buono come il pane" si dice (o si diceva una volta). Così come si dice "guadagnarsi il pane" o
"mangiar pane a tradimento"... E nel Padre nostro diciamo: "dacci oggi il nostro pane quotidiano...".
A casa mia da bambino ho imparato una sorta di rispetto quasi sacro per il pane: guai a sprecarne anche un solo boccone! Ma erano altri tempi. Oggi è diverso. Noi che non sappiamo più (o non abbiamo mai saputo) che cosa sia la fame, di pane ne sprechiamo ogni giorno interi quintali nelle nostre città. E poi "il pane fa ingrassare"...
Il pane è il cibo dei poveri. O per lo meno lo era, dalle nostre parti. Per questo è rimasto nei modi di dire della nostra lingua, come il simbolo di ciò che è necessario per vivere. In un certo senso: il bene più prezioso.
Certo: per vivere, l'aria da respirare è ancor più indispensabile del cibo. Ma di aria ce n'è per tutti (quantunque ai nostri giorni... mah!). Invece, di pane (o riso, o altro cibo...) non ce n'è sempre e per tutti a questo mondo. Sono molti quelli che "non hanno pane". Peccato che non possano raccogliere quello che noi buttiamo via.
Pane: simbolo elementare del bisogno e dell'appagamento; simbolo del lavoro, della fatica, del "duro mestiere di vivere"; simbolo di vita (non si vive se non si ha da mangiare) e della vita quotidiana (bisogna guadagnarsi da vivere). Pane... e vino: il vino buono che fa festa, il vino buono dell'ospitalità, dell'amicizia, dell'allegria...
Pane e vino. Possiamo leggere tutta la nostra vita in queste cose: il lavoro e la festa, il dolore e la gioia... Gli antichi (che non avevano tante altre cose) lo sapevano bene. E offrivano alle divinità "pane e vino" come per offrire se stessi. Come quel misterioso Melchisedek, "sacerdote del Dio altissimo", di cui parla la Bibbia (cf 1ª lettura). E anche noi a Messa facciamo qualcosa di simile: portiamo all'altare pane e vino, come per presentare a Dio la nostra vita di tutti i giorni, con le sue miserie e i suoi sogni, la sua fatica e il suo riposo...
"Buono come il pane": pane spezzato, pane distribuito, pane condiviso fra tutti (cf Vangelo) per saziare la fame di tutti. Così è Gesù Cristo.
Al termine della sua vita terrena, mentre stava per essere condannato a morte, trovandosi a tavola con i suoi amici prese del pane, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi" (cf 2ª lettura). Come dire: la mia vita la offro per voi. Prendete e mangiate: sono io che vi faccio dono di me stesso, perché voi possiate saziare la vostra fame. Prendete e bevete: è il segno dell'amicizia di Dio per voi, garantita dalla mia morte in croce.
Cristo è pane per la nostra fame. Fame di qualcos'altro dalle solite cose. Qualcosa di cui non si fa pubblicità alla televisione e che non si può comprare né vincere a una lotteria.
Quel pane che noi presentiamo all'altare diventa il dono di Dio agli uomini: Cristo, nostro "com-pagno" (da cum e panis: che mangia lo stesso pane), vicino a noi nella fatica, nella gioia e nel dolore del vivere umano; Cristo, risorto da morte, che ci invita a essere suoi "com-pagni" nella grande festa di Dio ("mangiare e bere alla sua mensa nel suo regno", dice Lc 22,30).
Cristo, pane condiviso fra tutti noi, per ritrovare e ricostruire continuamente fra noi lo spirito di fraternità e di comunione, al di là di ogni diversità e divisione. Lo stesso pane, per "diventare" in Cristo "un solo corpo e un solo spirito" (Preghiera eucaristica III).
Pane dell'Eucaristia, corpo di Cristo donato ai credenti, per diventare anche noi "buoni come il pane", capaci di condividere gli uni con gli altri gioia e dolore nel nome di Cristo.

Luca DESSERAFINO sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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